Venezia e i film senza onde

Venezia e i film senza onde

30 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci
Venezia mi ricorda istintivamente Istanbul
Stessi palazzi addosso al mare
Rossi tramonti che si perdono nel nulla
D’Annunzio montò a cavallo con fanatismo futurista
Quanta passione per gli aeroplani
E per le bande legionarie
Che scherzi gioca all’uomo la Natura
Franco Battiato, Venezia-Istanbul

 

 

Venezia è così bella da essere un burro di valzer nell’olio della tarantella. Venezia sono fotogrammi e decadente bellezza che non cade mai. Sono maschere a sorriso fisso di dame in cerca di cavalieri di cui non vogliono sapere il nome ma sentirne il calore nel tempo di una gioia. Qui il cinema è dentro, in un lido di fine ‘800, e i motoscafi Riva lucidi di pulizia di coppale come gondole senza gondoliere.

Venezia è la fine di una corsa per chi partendo da Parigi si perde prima di Istanbul. Guarda il mare, ma non sei al mare, fotogrammi di mille vite dalle isole Lofoten col baccalà e il suo odore, e il Catai con la sua seta e il profumo è intenso di spezie per le stesse navi.

Venezia è lo spettacolo che fanno al cinema le calle al Carnevale, o gli appuntamenti dell’anno che verrà passando.

Venezia non ha la placida calma di Cannes con le onde di marea piccola piccola piccola da scomparire, o quelle dell’oceano immenso davanti a Hollywood, Venezia è laguna ferma, dove i ricordi non sbattono sulla spiaggia, non vanno a largo per annegare.

Venezia è lo schermo fermo di una laguna, gli occhi prue di navi e la rotta sta in una trama e non sai mai dove ti puoi trovare, o già sei perso prima di andare.

Lo chiamano cinema.