Latina, la leggenda di Biscotto nel suo anniversario

Latina, la leggenda di Biscotto nel suo anniversario

31 Agosto 2019 4 Di Emilio Andreoli

Quarantanove anni fa moriva Francesco Porzi, per tutti Biscotto. Un incidente mortale, con la sua potente Giulia Alfa Romeo rossa, lo strappò alla famiglia, ai suoi amici e alla sua “dolce vita”. C’è un cippo sulla Litoranea, all’altezza dell’ingresso al parco nazionale nei pressi di Sabaudia, che lo ricorda ancora.

Ma perché il ricordo di quel ragazzo, che morì a soli ventitre anni, è ancora così vivo nei giovani di allora?

Biscotto, negli anni ’60, era il leader indiscusso del giro di Peppe, lo struscio principale della gioventù latinense. Bello, elegante, affascinante e con un carisma straordinario. Ne rimanevano tutti colpiti. Le donne, di ogni età, impazzivano per lui. Un giorno ho chiesto a mia madre:

ma tu te lo ricordi Biscotto?”

certo che me lo ricordo, passava spesso davanti al negozio, mica si può dimenticare un ragazzo così”

Ma non erano solo le donne a rimanerne affascinate. Un signore che ho incontrato in un bar mi ha chiesto:

sei tu che hai scritto il libro su Biscotto?”

sì sono io

grazie, è stato un bel pensiero ricordarlo. Lui era così bello, ma bada bene io mica so’ frocio, però quando lo vedevi non riuscivi a rimanere indifferente alla sua bellezza” e non è stato l’unico amico ad avermi confidato questa attrazione.

Ancora oggi i suoi amici, che hanno superato la settantina, se parli di lui i loro occhi si inumidiscono e le voci rotte dall’emozione.

Biscotto in pubblicità su Vogue

Biscotto e Latina

Ma cosa rappresentava Francesco Porzi per quella gioventù, e  perché era così amato? Lui per i giovani rappresentava il riscatto. Uno di loro che ce l’aveva fatta, nonostante vivesse in una cittadina di provincia per di più giovanissima. Era diventato un fotomodello ricercato dagli stilisti più famosi dell’epoca, ed appariva sulle copertine delle maggiori riviste di moda, come Vogue e Man, con gli abiti di Cerruti, Zegna ed altri ancora. Sfilava sulle passerelle nazionali ed internazionali. All’attivo anche uno spaghetti western, figurando tra i protagonisti del film.

Ma nonostante il successo appena poteva tornava nel suo mondo, dalla famiglia, dai suoi amici al suo giro di Peppe, dove si fermava con tutti. Aveva la capacità naturale di unire le persone e a Latina non era cosa da poco. Il giro era un luogo di aggregazione, ma le persone poco si aggregavano tra loro e lui era l’unico che riusciva a mettere tutti d’accordo. Oggi oserei definirlo un influencer.

L’ultima fidanzata di Biscotto, l’attrice americana Monique Van Vooren, che ho incontrato a New York nella sua casa di Manhattan mi racconta:

“eravamo nelle Antille francesi, e Francesco una mattina era andato prima di me a passeggiare sulla spiaggia. Io lo raggiunsi dopo una mezzora. Da lontano vedevo un gruppo di persone sulla riva del mare. Avvicinandomi mi accorsi che c’era lui al centro che teneva banco, e quando arrivai da loro, Francesco mi fece spazio -vieni Monique questi sono i miei nuovi amici-. Poi salutammo tutti e proseguimmo la passeggiata. Visto che lui conosceva solo l’italiano, gli chiesi in che lingua stava parlando con quei signori . Si mise a ridere, alzò le spalle e mi disse –e che ne so, però m’hanno capito- e continuò a ridere. Ecco, questo era Francesco, una persona aperta che stava bene con tutti”

Biscotto e la moda

Biscotto posa per Cerruti

Biscotto era avanti e sapeva anticipare i tempi, per questo gli stilisti se lo contendevano. Lui faceva moda nei locali più esclusivi di Roma, ma anche di Capri, Forte dei Marmi. Metteva gli stivali Camperos, quando nessuno li aveva mai visti, oppure con la borsa Luis Vitton, quando il borsello da uomo doveva ancora nascere.

La relazione con l’attrice di Brodway, Monique Van Vooren l’aveva portato a viaggiare per il mondo e frequentare il jet set internazionale, soprattutto a New York. Lì aveva conosciuto il direttore della rivista più famosa d’America “Cosmopolitan” che gli disse:

“Francesco, so che tra qualche giorno vai in Italia, ma appena torni a New York sappi che ti farò fare la copertina della rivista”

Anche un regista televisivo lo aveva adocchiato in una delle serate mondane newyorkesi e tramite Monique lo aveva contattato per fargli girare una serie di telefilm.

Il tragico epilogo

Tutto perfetto, Biscotto era pronto per il grande salto, ma? Ma non aveva fatto i conti con il destino. Una serata passata al locale più esclusivo del Circeo, “la Bussola”, un bisticcio con una sua ex, un’attrice. Qualche whiskey di troppo, e  poi a notte fonda la strada Litoranea, lui che ama correre, il piede pesante sull’acceleratore e quel curvone che non finisce mai. E poi il rumore di vetri infranti… di sogni infranti.

Era l’alba del 31 agosto 1970, Biscotto, il nostro James Dean muore, lasciando tutti sgomenti. Arriveranno telegrammi da Valentino, Giorgio Armani, Franco Rossellini e tanti altri. La chiesa e la piazza san Marco gremite all’inverosimile per l’ultimo saluto.

Ma certe persone non muoiono mai, perché diventano leggenda.

 

Questo articolo è dedicato a Francesco e a tutta la famiglia Porzi, a cui mi sento fortemente legato.

 

Nella foto Biscotto e Monique a Capri, nell’ultima estate passata insieme.