In giro per Latina negli anni ’70  con il mio amico Gianni

In giro per Latina negli anni ’70 con il mio amico Gianni

6 Settembre 2019 3 Di Emilio Andreoli

Latina negli anni ’70 odorava di buono, sapeva quasi di umano: il signor Pacchiarotti, il signor Figini, il signor Benedetti, il signor Cepollaro, e tanti altri, dalle loro botteghe, emanavano profumi di cibo buono. Io e il mio amico Gianni la città la giravamo in moto, ed eravamo attratti da quegli odori accattivanti. La nostra domanda era sempre la stessa: “oggi dove facciamo merenda?” avevamo l’imbarazzo della scelta.

A un passo dagli anni di piombo

Era metà degli anni ’70, ci stavamo avvicinando agli anni di piombo. A Latina, davanti le scuole se le davano di santa ragione, quelli di destra contro quelli di sinistra, soprattutto in viale Mazzini, dove c’erano il liceo classico e il ragioneria. Il primo a maggioranza comunista, il secondo fascista. Ma a me e al mio amico Gianni non interessava nulla della politica. Noi eravamo l’effimero, mentre gli altri si menavano noi andavamo in moto a “caccia” di ragazze.

La bellezza dell’effimero

Gianni aveva una splendida moto, una DKV bianca 125 da cross. La mattina, la nostra tappa fissa era la biblioteca, ma mica andavamo a studiare, solo per cioccare (guardare) le ragazze “segarole” come noi. Di quel periodo ricordo con affetto l’amicizia con Marina e Ornella. Poi in primavera tutto quel popolo di “segaroli” si trasferiva ai giardinetti, ma noi due con la moto, a volte arrivavamo fino al Lido, ma sempre facendo strade alternative, perché il pericolo che i nostri genitori ci beccassero era sempre dietro l’angolo.

il signor Pacchiarotti con le sue famose salsicce in via Duca del Mare

Il pomeriggio Gianni, puntualissimo, alle 16:00 mi citofonava e il giro continuava. Giravamo senza meta, più che altro per il centro, al massimo alla lottizzazione Cucchiarelli o a via Isonzo. Ogni tanto impennava e io lo stringevo per non perdermi. Dopo un’ora di girovagare imboccavamo per via Duca del Mare e l’attrazione per i profumi dei panini di Pacchiarotti era così forte che faticavamo a non fermarci. La griglia accesa sul marciapiede e le salsicce quasi cotte, emanavano un odore che ti entrava direttamente nello stomaco.

“A Gia’ che ce fermiamo”

“Emi’ resistiamo ancora un po’, famose un altro giro”

Poi era la volta di Corso della Repubblica e quando arrivavamo quasi in piazza del Popolo c’era la “trappola” dei profumi della pasticceria Figini, che ci faceva rallentare. Allora iniziava il dubbio: “dolce o salato?”

“Emi’ che famo?”

“a Gia’ da Figini c’abbiamo fatto merenda ieri”

“hai ragione continuiamo va”

 

Latina sparita

Attaccata alla pasticceria Figini, c’era la rosticceria Benedetti che ci ributtava sul salato, con l’odore dei suoi insuperabili supplì. Ma noi imperterriti a sfidare il freddo dell’inverno, tiravamo dritti. Il giro proseguiva fino al “Polo Nord” la più famosa gelateria di Latina. Due chiacchiere con qualche amico che stazionava nella comitiva del Polo, per poi ripartire veloci affrontando a tutta velocità il curvone che portava al semaforo della circonvallazione. Giravamo a destra verso il bar D’Angelo -bar Martini per i più giovani. Duecento metri più avanti la pizzeria “il Saraceno” -ora bar San Felipe- e pure da lì provenivano profumi molto invitanti, che ci tentavano a fermarci. Le specialità erano i calzoni.

“Che dici Gianni, ce facciamo un calzone?”

“io dico che è una buona idea Emi’”

Ricordo ancora il sapore di quel calzone, croccante fuori e morbido dentro. Poi il giro continuava fino a sera, facendo tappa nelle comitive disseminate per il centro della città. Alle venti tutti a casa per cercare di studiare qualcosa. Altrimenti, il giorno dopo, altro giro altra corsa, con il mio amico Gianni, tra biblioteca e strada.

 

La bellezza dell’amicizia

Si chiamava Gianni Pugno, i suoi venivano dal nord, da Cervinia. Sciava come un Dio e alle medie, in tutte le settimane bianche, nelle gare risultava sempre vincitore, la classifica l’annunciavano dall’altoparlante presente nelle aule del Palazzo M. Ho ancora il ricordo della sua voce e del profumo dei suoi capelli, che avvertivo quando salivo dietro la sua DKV 125 e ci giravamo tutti i pomeriggi Latina. A volte su una ruota a volte fermi a mangiare, perché folgorati dagli odori che la città emanava e che oggi non emana più.

Poi come ogni amicizia ci si allontana e poi ci si rincontra, ma sempre con lo stesso affetto. Era mattina quando mi dissero che Gianni aveva avuto un brutto incidente sulla circonvallazione, era uscito fuori strada, probabilmente per schivare un auto, si era schiantato contro la recinzione di una delle villette rosse di fondazione. Aveva venti anni e tutta la vita davanti…

Penso spesso a lui, a quella Latina sparita, indelebile nei miei ricordi, e a quei momenti effimeri che mi sono rimasti nel cuore.

Dedico questo articolo a lui, perché credo sia giusto ricordare gli amici con cui hai condiviso un tratto importante della vita, quello della giovinezza.

Ciao Gianni