Luigi Palombelli, la gassosa di Latina

Luigi Palombelli, la gassosa di Latina

28 Settembre 2019 0 Di Emilio Andreoli

Negli anni sessanta erano ancora lontani i tempi della “Sprite” e della “Seven Up”. Noi bambini bevevamo la gassosa, rigorosamente in bottiglietta di vetro. Gassosa, spuma e Coca Cola, erano le bibite che andavano per la maggiore, poi c’era il chinotto e l’aranciata, ma sempre nelle bottiglie di vetro, perché quelle di plastica e le lattine non erano ancora diffuse.

La gassosa da nonna Esterina

Ricordo che quando andavo a casa di mia nonna Esterina, in piazzale Gorizia, la prima cosa che facevo era quella di aprire il frigorifero. Lei mi sorrideva, mi prendeva la bottiglietta di gassosa e la stappava con le mani. Perché quelle bottigliette avevano i tappi con due ferretti. Pensavo a quanto era forte mia nonna, e che io non ci sarei mai riuscito. Avevo quattro anni e ancora non sapevo leggere, ma ricordo nitidamente la scritta rossa su quei tappi strani. Un giorno per pura combinazione, a casa di mia mamma, aprendo la credenza, una di quelle bottigliette me la sono ritrovata tra le mani:

“Mamma, e questa bottiglietta?”

“te l’aveva comprata nonna un giorno che era venuta a trovarci e io non l’ho mai buttata. Ha più di cinquant’anni”

Caspita come passano gli anni, però alcuni ricordi restano così nitidi che il tempo sembra non essere mai passato. E così, qualche tempo fa, quando in un supermercato mio figlio ha visto una bottiglietta che non conosceva, mi ha chiesto:

“papà ma cos’è?”

“ma è una gassosa” ho risposto con stupore “me la compri?

Non potevo dire di no e ne ho prese due. Un paio d’ore nel congelatore e poi quel nettare a placare la nostra sete. E io guardando lui, ho visto il mio tempo di bimbo.

Luigi Palombelli, la storia della gassosa di Latina

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Luigi Palombelli

Luigi Palombelli è nato a Cori nel 1901, da ragazzo si da subito da fare, fa il manovale. Ogni mattina in piedi alle quattro e rientra a casa alle nove di sera. Nel suo portavivande c’è sempre la minestra, perché non può permettersi altro. Luigi è un ragazzo sveglio e molto intelligente e sa che quei sacrifici non saranno vani. Ha messo da parte qualche soldo e vuole investire in qualcosa di suo. Apre così una fabbrica di ghiaccio, d’altronde i frigoriferi devono ancora essere inventati. Subito dopo inizia a produrre anche le bibite, gassosa, spuma e aranciata.

Nel dopoguerra trasferisce l’azienda a Latina Scalo, ha bisogno di più spazio e poi è più facile la pianura per i trasporti. Le cose cominciano ad andare sempre meglio, e riesce pure a trovare del tempo libero per andare a caccia. Non gli sembra vero, e quella minestra fredda è per lui un lontano ricordo. È domenica, è andato a caccia con il figlio maggiore nella zona di Ardea. Scivola per caso in un fosso e lì si accorge che sgorga una sorgente. Assaggia l’acqua, è buonissima ed è pure leggermente frizzante. Ci mette un attimo a capire che ha scoperto la sua miniera d’oro.

Acqua minerale “Olimpia” in onore alle olimpiadi di Roma

Porta un campione di quell’acqua ad analizzare e risulta essere di ottima qualità. Acquista quel terreno, che fortunatamente è pure in vendita. Ha già deciso il nome da dare a quell’acqua: “Olimpia” in onore delle olimpiadi di Roma del 1960. Anche se non ha un grande capitale investe tutte le sue risorse, anche indebitandosi. Apre così uno stabilimento per l’imbottigliare l’acqua minerale. Insomma una piccola Coca Cola locale si sta facendo largo a Latina e non solo. L’azienda va così a gonfie vele che decide di acquisire la maggioranza delle quote dell’acqua Egeria. Ormai il suo antagonista maggiore è Carlo Violati proprietario della Ferrarelle.

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Marchio acqua minerale Olimpia

Ovunque vai, bar, oratorio, ristorante, trovi le bibite rinfrescanti di Luigi Palombelli, per la gioia di piccoli e grandi. Il sapore è inconfondibile e la spuma è così buona che non fa rimpiangere neanche la Coca Cola. Sembra filare tutto liscio, ma il destino si sa, non fa sconti a nessuno. Luigi, l’uomo venuto dalla polvere della fatica, viene colto da una pancreatite fulminante e muore nel 1972.

La via dei gassosari dedicata a Luigi Palombelli

È vero che Luigi aveva avuto dalla sua un periodo storico eccezionale, quello del boom economico, ma è altrettanto vero che uomini con capacità imprenditoriali straordinarie, come le aveva lui, non ne nascono tutti i giorni.

Luigi Palombelli è appartenuto a quella categoria di persone che vanno assolutamente raccontate e ricordate, infatti a Cori, dove c’è un forte senso di comunità, c’è “via dei gassosari” a lui dedicata.

Quando un giorno anche in questa città non si penserà più a intitolare le vie ai politici, fascisti, comunisti o democristiani che siano, ma alle persone che l’hanno vissuta e fatta crescere, forse si potrà iniziare a parlare di comunità.

 

Ringrazio Stefano Bauco per la foto di Luigi Palombelli, suo nonno materno.