La felicità ingenerosa di Renzi e quel dirsi compagni

La felicità ingenerosa di Renzi e quel dirsi compagni

20 Ottobre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Vedete sono socialista. Noi siamo litigiosi, tanto. Noi ci siamo divisi, tanto ma sempre con gran dolore.

Con gran dolore ci separammo prima per durezza contro il capitale tra Lazzari e Bissolati, nel 1921 a Livorno cui dividemmo per non far come la Russia o per fare uguale uguale, ma con dolore non meno forte.

Non fu una festa neanche a Palazzo Barberini in cui a lasciarci fu il più marxista di noi, Giuseppe Saragat e manco ci divertimmo quando andò via Tullio Vecchietti. Quando il compagno Saragat divenne il primo socialista alla presidenza di questa repubblica ci alzammo in piedi la “plebe” di Turati, di Costa, di Serrati aveva vinto.

E sempre, ovunque siamo andato, però ci riconoscevamo “compagni”, riconoscevamo nell’altro quello con cui “avevamo diviso il pane” e la lotta. Non fu mai festa, ma sempre in testa l’idea di tornare tutti insieme per il riscatto del lavoro.

E’ la premessa di una cosa che ho visto alla Leopolda e che fa male, l’idea che andar via dal Partito democratico  non è stata sofferenza ma festa, liberazione. “Il Pd è partito delle tasse”, ma il Pd l’ha fatta ministro ed il suo leader presidente del consiglio, non è ingeneroso questo, è stupido.

Un partito è un insieme di valori, poi ci si divide nella prassi e non ci si libera dagli ideali, non ci si libera dalla ragione per cui si è stati insieme. Un partito è una parte di una società, non la guardia dell’imperatore, un partito è una comunità non la tavola rotonda a difesa di Re Artù.

Norberto Bobbio diceva che “i mezzi anticipano i fini”, se questi sono i mezzi di Matteo Renzi i fini non sono buoni. La politica non ci divide tra intelligenti e idioti, ma tra modi differenti di stare insieme.

E sarò antico ma preferisco sentire accanto chi ha condiviso il pane e lo ricorda e non chi si prepara la torta, mi piacciono le rivoluzioni meno le sistemazioni.

Renzi è il più rapido di tutti, è il più astuto di tutti, ma non ha compagni di viaggio, ma cavalli da cambiare alle stazioni di posta, ed il resto conta poco.