Latina, paziente Goretti infetta infermiera ICOT con tubercolosi

Latina, paziente Goretti infetta infermiera ICOT con tubercolosi

19 Dicembre 2019 0 Di Luca Cianfoni

È successo a Latina, un’infermiera dell’Icot, contagiata nell’agosto 2017 ora versa in gravi condizioni psicologiche a casa anche di una malattia regressa che non le permette di curare la tubercolosi.

La storia del contagio della tubercolosi dell’infermiera di Latina

Ha del paradossale la storia di questa infermiera dell’Icot di Latina che nell’agosto 2017 è stata contagiata con il virus della tubercolosi. Il contagio è avvenuto da una paziente che proveniva dall’ospedale di Latina Santa Maria Goretti e che una volta arrivata all’Icot viene scoperta malata del batterio della TBC. In quel momento, senza capirne il motivo, gli operatori dell’ospedale traumatologico di Latina non sottopongono la paziente proveniente dall’ospedale pubblico al protocollo sanitario adeguato, ovvero la camera di isolamento. In quel momento l’infermiera in questione viene contagiata dalla tubercolosi.

Il calvario della donna

Da qui inizia un vero e proprio calvario per l’infermiera dell’Icot che dopo numerose visite, anche a Roma all’Umberto I, viene riconosciuta contagiata dal virus, ma allo stesso tempo incurabile per la sua malattia regressa. L’infermiera infatti, al momento del contagio della tubercolosi, era già affetta da artrite psoriasica cronica; questo tipo di malattia cronica ha bisogno per essere curata di una cura a base di cortisone che ad oggi l’infermiera dell’Icot non può assumere perché altrimenti le innescherebbero la diffusione della tubercolosi. Una situazione paradossale, un caso di mala sanità a cui la struttura Giomi dell’Icot ancora non fornisce alcuna risposta. Perché la paziente del Goretti non fu sottoposta alle procedure di protocollo adeguate una volta scoperta la tubercolosi? Perché ora non assumersi la responsabilità di un atto tanto sconsiderato quanto irresponsabile?

La vita dell’infermiera oggi

Oggi la vita dell’infermiera dell’Icot è un inferno. Caduta in depressione non può curare la sua malattia cronica poiché scatenerebbe l’avvio della tubercolosi e non può sottoporsi a intervento chirurgico per la tubercolosi perché troppo invasivo per la sua età avanzata. Angoscia, timore e sofferenza sono le uniche parole che riescono descrivere lo stato di questa signora e della sua impossibilità a curarsi. Ora ha paura del futuro e di contagiare i suoi cari che sono intorno a lei e che cercano di aiutarla in questo momento difficilissimo. Il caso di malasanità è seguito dall’avvocato Renato Mattarelli, che ha già gestito casi di cattiva gestione delle cure pubbliche, come quella delle errate trasfusioni di sangue.