Racconti popolari, la befana di Cisterna

Racconti popolari, la befana di Cisterna

6 Gennaio 2020 0 Di Luca Cianfoni

Per la rubrica Racconti popolari e storie dimenticate oggi una poesia in cisternese di Luigina Vitale con a tema la tradizione della befana a Cisterna di Latina.

La Befana a Cisterna di Latina

La befana è un’usanza molto antica, ma il territorio della nostra provincia ha avuto delle trasformazioni nelle usanze all’epoca della bonifica della palude, data dai coloni veneti e friulani che dal nord si insediavano nei poderi pontini. E così la storia della befana nelle nostri terre racconta di storie di migrazioni, di contaminazioni culturali. Oggi attraverso la poesia di Luigina Vitale pubblicata sul gruppo facebook Esso Chissi de Cisterna Storica e Popolare, riscopriamo la storia della Befana a Cisterna di Latina

“La Befana è n’antra storia” (di Luigina Vitale)

Quanno i coloni veneti e friulani, a Cisterna so’ ‘rrivati,
la Veccia appresso a issi se so’ portati.
O cinque de Gennaio come buon augurio,
la Veccia fatta de stracci mettevano a o foco
e ‘ntorno a sto focarone se ‘ngozzaveno,
de pane, sarcicce, vin cotto e polenta,
co’ canti e balli, che pure la Veccia rimaneva contenta.
Puro a Cisterna se faceva o falò co’ l’anno novo,
tutto chello che era vecchio se bbruciava,
mentre drento casa tutto se rinnovava.
La storia della befana però è n’antra cosa,
perché sta nonnetta paffutella, co’ le scarpe rotte,
scialle e carzette rattoppate è ‘mpo strega e ‘mpo maghella,
e de notte, quanno tutti stanno a o letto,
essa co’ la scopa se fa i giretti sopre o tetto.
Se diverte ‘nzacco la nonnetta, facenno esperimenti:
Vola, gira, ziga-zaga, e nella notte a cavallo della scopa,
mostra la sottana alla luna e alla fontana.
Scenne la befana sopre o tetto,
co’ la scopa che ce fa da piumino,
e svota o sacco drento a o camino.
Tanti petalini stanno appesi a sciugane vicino a o foco,
essa ce mette drento du’ noci, così pè gioco
poi o cioccolato, caramelle e o biscotto ‘nzuccherato.
E’ pure dispettosa la befana, che o carbone
pia dalla saccoccia sotto a la sottana,
e lo mette co’ o torrone nel lungo carzettone.
Se frega le mano, zompa sopre a la scopa,
poi torna a la casa, perché la notte è passata e l’alba è rrivata.
Arricordateve però, che è la veccia che viè bbruciata,
no la befana, che ogni mammoccio o sei gennaio sta aspettane,
speranno ne’ o dorgetto e ca’ frutta da magnane.
La paffutella ‘nvece è bona e te manna no’ bacetto
poi te riempie o petalino appiccato sopra a o caminetto.