Il parco del Circeo spiega la “mattanza” di daini, ma gli abbattimenti restano

Il parco del Circeo spiega la “mattanza” di daini, ma gli abbattimenti restano

11 Gennaio 2020 1 Di Glenda Castrucci

“Al Parco nazionale dei Circeo non è prevista e mai sarà prevista una “mattanza” di daini e nessun cacciatore o sele-controllore sparerà mai dentro l’area protetta” – controbatte l’Ente Nazionale Parco del Circeo a seguito dei titoli sui giornali e sull’evidente malcontento che, la decisione dell’abbattimento dei daini, ha comportato tra i cittadini. Precisa: “Nessuna mattanza”.

Le ragioni secondo cui è stata decisa l’infausta sorte dei daini del Parco Circeo, sarebbe quella dell’abbondante e incessante proliferazione degli animali, che abbandonando il recinto a loro disposto, avrebbero invaso la restante parte della foresta demaniale. Invasione che ha causato gravi danni al sottobosco, e quindi alla biodiversità, conseguente al brulicare della flora protetta. Inoltre, l’aumento del numero dei daini avrebbe viceversa aumentato anche il numero degli incidenti stradali, poiché questi cercando vegetazione più fresca e rigorosa, si spingerebbero ai confini della recinsione del Parco, scendendo spesso in strada, soprattutto nelle ore notturne.

“L’Ente Parco ha dato quindi il via alla fase attuativa del piano gestionale, impegnando la somma totale di 195mila euro (170mila sul capitolo “interventi di miglioramento, tutela, recupero e bonifica ambientale + 25mila sul capitolo “realizzazioni aree faunistiche per contenimento daino e cinghiale”), bilancio approvato dal Ministero dell’Ambiente: un costo elevato ma, in linea con la complessità degli interventi previsti e necessario per sanare le conseguenze di passati e scorretti interventi di gestione da parte dell’uomo. Nessuna quindi strage di daini o inutile spesa, ma l’adozione di criteri scientifici e gestionali, coerenti con le finalità dei Parchi, già sperimentati in altre aree a livello internazionale e applicati per salvaguardare e migliorare un bene comune.”

Nel 1953 vennero introdotti i daini nel Parco Nazionale del Circeo, dall’Ex Azienda di Stato delle Foreste Demaniali, con i programmi di allevamento e ripopolamento. Inizialmente i daini erano stati confinati in un recinto a loro predisposto, a sud della Foresta demaniale, con una presenza di 350/400 capi. Negli anni ’90 si è poi deciso di restringere i daini verso una metà di quello che oggi viene chiamato “parco daini”. Con il passare degli anni il numero dei daini è salito a più di 1200 esemplari, motivo per cui, sono fuggiti dalla “loro area”, spargendosi in tutto il Parco. Ovviamente questo “espatrio” ha comportato gravi conseguenze sia alla flora che alla fauna del sottobosco, composto da specie protette alla conservazione delle biodiversità.

Nessuno, ha mai negato le conseguenze della proliferazione, nessuno ha mai negato gli incidenti stradali che daini e cinghiali hanno causato, così come i danni ai raccolti dei campi vicini. Nessuno, ribadisco, ha mai negato l’importanza della flora e della fauna del Parco Nazionale del Circeo, e quindi, nessuno, né ha mai negato né nega, la buona conservazione della Foresta demaniale.

Ciò di cui si discorre è nella gestione del Parco, che se avesse controllato le nascite dei daini negli anni, avrebbe, sicuramente evitato, di arrivare al punto di dover emanare una delibera sull’abbattimento di 350 capi. Si sa che il daino è una specie presente ovunque, non solo in tutta Italia, ma anche nella maggior parte dell’Europa e in America, dunque il trasferimento dei capi sarebbe improbabile e impossibile (oltre le questioni legali e burocratiche). Quindi perché non si è cercato di contenerne il loro numero fin quando era possibile? È vero che con i tagli e le modiche delle leggi, tante cose son cambiate, ma davvero non si poteva cercare alcun modo?

Nel Piano di gestione, interi paragrafi sottolineano la svolta economica che la vendita della carne dei daini abbattuti comporterebbe, di come sia prelibata, addirittura meno grassa e con meno colesterolo rispetto quella del pollo, e quindi ottima per le diete. Si cita una stima dei kg di carne che si ricaverebbero, quasi come se il denaro ricavato fosse l’unica cosa importante.

Resta  il fatto che avverrà, resta la realtà che 350 daini verranno abbattuti, daini che non presenti nel nostro territorio son stati voluti per la loro immensa bellezza, daini che, ripeto, se fossero stati controllati da sempre non avrebbero ricevuto il ben servito.