Esco Lazio, l’energia del futuro nata al tavolo di un bar

Esco Lazio, l’energia del futuro nata al tavolo di un bar

22 Gennaio 2020 0 Di Luca Cianfoni

Esco Lazio è un’azienda di Latina nata quasi per caso da un incontro al bar tra quattro amici e la voglia di cambiare la propria vita e il mondo in cui viviamo

“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo”

“Eravamo quattro amici al bar

che volevano cambiare il mondo

destinati a qualche cosa in più

che a una donna ed un impiego in banca”

E nel loro piccolo, nemmeno troppo piccolo, gli ingegneri che hanno fondato Esco Lazio (che in realtà erano cinque, Ing. Gravina, ing. Mez, ing. Ferdinandi, ing. Fabbri e infine l’ing. La Valle, che poi però ha lasciato questa realtà aziendale) ci stanno riuscendo nel migliore dei modi. Cambiare il mondo e il suo modo di produrre energia è stato il loro obiettivo fin dal principio, quando seduti al tavolino di un bar, dopo aver seguito incontri e conferenze sulle nuove frontiere delle energie rinnovabili hanno deciso di unire le loro vite anche nel lavoro oltre che con l’amicizia. È nata così dunque Esco Lazio, tra quattro amici al bar nel 2009, che venendo ognuno da settori differenti del mercato del lavoro, chi dalla farmaceutica, chi proveniva dagli scavi delle gallerie e chi dalla progettazione strutturale, hanno deciso di investire in una nuova avventura per cambiare il mondo e dare una pennellata diversa alla propria vita lavorativa. Hanno deciso che il loro lavoro doveva essere qualcosa di più di un normale impiego (“in banca” direbbe Paoli), dovevano dare anche un colore diverso a quello che facevano, verde, come l’ambiente e le energie rinnovabili

“Nel 2009 il tema delle energie rinnovabili era ancora molto dibattuto – ricorda Lamberto Gravina, il responsabile impianti biogas – ma noi avevamo questo pallino, abbiamo iniziato a seguire incontri e conferenze, finché un giorno abbiamo deciso di fare il grande passo. Abbiamo iniziato quindi con i pannelli fotovoltaici e grazie alla grande spinta che in quel momento veniva anche dagli incentivi messi in campo dalla politica nell’energia ricavata da fonti rinnovabili, abbiamo avuto un buon inizio.”

Dal sole all’agricoltura, energia sempre più pura per Esco Lazio

Nel 2009 però i quattro amici del bar erano ancora legati al loro vecchio lavoro ed era arrivato ora il momento della scelta, relegare la nuova avventura lavorativa al rango di hobby e secondo lavoro o fare in modo che questo dipinto preparato per anni e che ora stava vedendo le prime pennellate su questa nuova tela, cominciasse a riempirsi di colori. Ovviamente, i quattro pennelli dei quattro amici al bar si intrisero di colore verde e cominciarono a dare forma ad un nuovo dipinto, una nuova storia. L’azienda appena costituita comincia dunque lavorando con il sole, il motore della vita sul pianeta e da quei pannelli fotovoltaici che ne catturano la sua luce trasformandola in energia. I quattro amici al bar però sono molto più ambiziosi, lo vogliono cambiare veramente il mondo e diventano pionieri, proprio come quelli che in America scoprivano il far-west. Loro anche come i cow-boy cominciano a sporcarsi le mani con la terra, con il territorio che li circonda e iniziano ad interessarsi dell’energia che può ricavarsi dall’agricoltura.

“L’energia dall’agricoltura all’epoca poteva dirsi quasi esoterica. Il tema era molto dibattuto perché erano gli anni in cui si proveniva dall’esperienza del bioetanolo fatto nel sud America con mais e soia che alla fine non risultava così conveniente in termini ambientali, per una questione di grande quantità energia fossile impiegata per la produzione di energia pulita. In Italia e in Europa invece si è sviluppato un altro discorso, quello delle biomasse, ovvero utilizzare le piante intere di mais e grano (non quello utilizzato per usi alimentari, ma altri tipi), per fare energia. In più sapevamo che di materia organica che produce l’agricoltura utilizzabile ai fini della produzione dell’energia ce ne sono anche altre, come gli scarti della frutta o delle verdure o dei processi della produzione dell’olio.”

Esco Lazio nel biogas, il futuro dell’energia

Così i quattro amici decidono che era arrivato il tempo di sperimentare questa nuova forma di energia anche qui, in provincia di Latina. Energia dall’agricoltura qui, in un territorio bonificato per diventare il granaio d’Italia era un progetto che poteva funzionare. Il sito individuato è quello di Borgo Bainsizza, ma il processo per l’apertura è stato molto più lungo dell’ideazione e della progettazione: circa 4 anni di burocrazia per avere l’autorizzazione, anche perché nel centro Italia, quello del biogas era un settore totalmente inesplorato e la macchina pubblica non si è dimostrata subito pronta. Nel 2011 quando è stata aperta la prima centrale di energia a biogas nella nostra provincia, si contavano al massimo 5 impianti in tutto il centro-sud Italia, al nord circa 6-700, mentre in Germania quasi 4000. Capire il funzionamento di una centrale a biogas è molto semplice, sostanzialmente si lascia degradare del materiale organico all’interno di alcuni silos, e questi naturalmente rilasciano del gas, che in parte verrà utilizzato come energia termica e per il resto verrà incanalato in turbine per produrre energia elettrica. Tutto il materiale che poi rimane sul fondo dei silos può essere riutilizzato come concime naturale per l’agricoltura chiudendo così un virtuoso ciclo economico ed energetico.

Il grande trascinatore di questa rivoluzione verde che è partita circa 10 anni fa è stata l’Europa, grazie ai suoi fondi e alle sue direttive si è potuto fare molto in questo campo. Dalle esperienze tedesche e olandesi abbiamo attinto tanto, ma devo dire che abbiamo anche innovato molto in questo campo.”

Un’azienda quindi Esco Lazio che sfrutta la natura per produrre energia pulita e che, come vedremo nei prossimi articoli, ha aiutato anche a rivalorizzare i terreni agricoli rimasti incolti della nostra provincia, portando di nuovo ricchezza sempre avendo come faro, come musa ispiratrice per il proprio quadro verde, quella sostenibilità rimasto il grande sogno di quei quattro amici al bar.