Monique Van Vooren, l’attrice americana che venne a Latina per amore di “Biscotto”

Monique Van Vooren, l’attrice americana che venne a Latina per amore di “Biscotto”

27 Gennaio 2020 0 Di Emilio Andreoli

È morta nella sua New York l’attrice di Broadway Monique Van Vooren, l’ultima fidanzata di Francesco Porzi “Biscotto”, attore e fotomodello di Latina, morto giovanissimo nel 1970 in un incidente stradale sulla via Litoranea a Sabaudia. Ho avuto la fortuna di conoscere  ed intervistare Monique qualche anno fa a New York, nel suo appartamento di Manhattan, per la stesura del mio libro “Biscotto, storia di un play boy e di un sogno infranto”. Quel ragazzo di Latina, lo ha portato nel cuore tutta la vita…

New York 14 luglio 2012

New York, Manhattan: quattordicesimo piano, appartamento F. Che velocità gli ascensori americani, sono già arrivato. Mi trovo davanti a tante porte contrassegnate da lettere, a destra le lettere scendono a sinistra salgono. Sto andando a sinistra. Vedo da lontano la porta che si apre lentamente, il sorriso mi viene spontaneo. Il corridoio sembra interminabile e io sono impaziente di conoscerla, ma penso che lo sia anche lei, perché la porta è spalancata e intravvedo un sorriso anche da parte sua.

Monique” Esclamo.

Emilio” mi dice lei con un accento marcatamente americano. La stretta di mano è interminabile:

Vieni, accomodati” Ha un paio di occhialoni scuri da diva, i capelli biondi abbastanza lunghi, e un visino minuto. Ci sediamo su un divano fatto a elle e subito un gatto di proporzioni gigantesche mi si siede accanto e spalanca le sue fauci facendo un miao inquietante.

Hai paura?” “No” Ma non sono convincente, lei lo sposta facendolo scendere dal divano e io mi rilasso un po’.

Posso offrirti qualcosa?” Mi sta nominando tutto quello che ha in frigo.

Ok, del vino bianco” La cameriera che mi sta versando il vino è rigorosamente in divisa.

Prendiamo subito confidenza, è come se ci fossimo conosciuti da sempre, in realtà ci siamo solo sentiti telefonicamente e scritti via e-mail. Però le sue foto le ho viste su internet.

La sua voce è tremolante e quando nomina Francesco lo è ancor di più.

Oh, Francesco perché? Era così giovane” Io le ricordo che sono passati quarantadue anni e lei:

“Mamma quanti anni, come è possibile?” le vedo l’incredulità nel volto, come se fosse accaduto tutto ieri. Le chiedo come si sono conosciuti:

Al “Number-One” a Roma, era capodanno del 1968 ero con degli amici, lui con Franco Rossellini, e mentre giravo lo sguardo l’ho visto, era così bello, non avevo mai visto un ragazzo così bello. I nostri sguardi s’incrociarono più volte e lui mi invitò a ballare. Io non capivo una parola di italiano e lui lo stesso di inglese, ma capimmo subito che tra noi sarebbe nata una storia importante. Era di un’eleganza incredibile, qualsiasi cosa si metteva addosso, anche uno straccio, diventava un indumento importante. Gli stilisti impazzivano per lui, e poi aveva una dote che pochi belli hanno, l’umiltà. Lui si trovava bene con tutti, dal povero al ricco ed entrava subito nel cuore delle persone. Era divertente, con lui non ci si annoiava mai. Venni anche a Latina e conobbi sia il papà che la mamma, che belle persone che erano. La mamma era bellissima e molto elegante.”  Mi fa alzare dal divano, dove ci siamo accomodati e mi indica il tavolo dove ci sono tre album pieni di fotografie. Comincia a sfogliarli:

Francesco e Monique a Capri agosto 1970

“Qui eravamo a Capri, qui a Latina, qui a Montecarlo, qui a New York al Central Park. Abbiamo girato il mondo, in due anni che siamo stati insieme. Ci guardavano tutti”

Ma guardavano te o guardavano lui?!” Chiedo per provocarla, ma con il sorriso

Guardavano tutti e due” Anche lei sorride

Già, eravate così belli” Dico guardando una bellissima foto che ho tra le mani.

Questo invece è il telegramma che mi arrivò dall’Italia dove diceva –Francesco in fin di vita-“ Mi accorgo che l’indirizzo è quello attuale e le chiedo:

Ma allora Francesco è venuto in questa casa?

Sì, quando venivamo a New York stavamo qui” L’emozione ritorna più forte di prima, Francesco è stato proprio qui e io, dopo quarantadue anni, sto intervistando la sua ultima fidanzata.

Mi mostra altre foto, dopo vari sospiri:

Qui siamo con Franco Rossellini e altri amici, qui con la mamma di Oliver Stone e altre persone, qui con lo stilista Emilio Pucci” Ogni foto che mi sta mostrando dice che non c’è più nessuno di quelle persone. Vedo in lei molta tristezza e me la sta contagiando. Bevo un sorso di vino che è meglio.

Guarda queste” Altre foto di Francesco, ma questa volta nudo, ovviamente un nudo artistico e non posso non ammirare quel corpo statuario provando un leggero senso d’invidia.

Sai come lo chiamavano a Latina?” “Sì, Biscotto. Me lo disse appena conosciuti, ma io gli domandai –che nome ti hanno dato quando sei nato? E lui –Francesco- e allora ti chiamerò Francesco

Lei è in silenzio e io cerco di riorganizzare le idee per quel che posso, dato che la cameriera è ritornata e mi ha riempito di nuovo il bicchiere di vino bianco. Io sfoglio l’album e lei mi parla della morte di Francesco:

Quando mi arrivò il telegramma ero disperata e allora chiamai Valentino, che mi venne a prendere all’aeroporto di Fiumicino e mi accompagnò a Latina. Non ricordo molto del suo funerale e non volli vederlo dentro la bara. Passai un periodo di grande depressione e da allora la mia vita è cambiata. In Italia tornai diverse volte, comprai anche una casa in Sardegna, ma poi l’ho venduta.” Una breve pausa e poi:

“E Lina? Come sta Lina la sorella di Francesco? Guarda ho una sua foto vestita da sposa, quanto era bella” un altro attimo di silenzio:

Tutte queste foto, le voglio lasciare alla famiglia” Non ci penso due volte, sto chiamando Lina al cellulare:

Ciao Lina ti passo una persona” Vedo la sua emozione attraverso quegli occhialoni scuri. Prendo la telecamera e la riprendo mentre parla con Lina, sperando non si arrabbi. Sono felice perché ho colto l’attimo.

Ma è vero che Francesco doveva trasferirsi a New York?

Sì, aveva già un appuntamento per un servizio fotografico, e un giornale, Cosmopolitan, molto famoso qui in America, che gli avrebbe dedicato la copertina.

Ed è vero che avrebbe girato dei telefilm?

Certo, io avevo tantissimi agganci e il lavoro non gli sarebbe certo mancato.

Ma l’inglese lo aveva imparato?

No, Francesco era pigro, tanto c’ero io che traducevo e che ormai avevo imparato l’italiano

Questa foto l’avevi mai vista?” Le mostro una foto di Francesco che posa su Vogue per Cerruti.

No, non l’avevo mai vista” Questo dimostra, ancora di più, che Francesco non era mai stato sfiorato dalla vanità. Qualsiasi uomo si sarebbe vantato se fosse andato a finire su Vogue, soprattutto con le donne.

È un momento di silenzio, in sottofondo il rumore forzato del condizionatore, ma non mi da fastidio anzi, quel rumore è rilassante. Lei mi guarda, come se mi volesse studiare o prevenire le mie domande..

Sento che la magia sta terminando, lei è stanca e io confuso, non so più cosa chiederle, ma non perché non ci sarebbero altre cose da chiedere, ma perché non mi ricordo più niente. Sono convinto che appena uscirò da questa casa, mi verrà tutto in mente. D’altronde non sono un giornalista, a me piace narrare, scrivere racconti, ed è la prima volta che m’imbatto in una biografia e le biografie necessitano di interviste.

“Hai qualcos’altro da chiedermi?” Non le rispondo perché ho capito che è giunto il momento di salutare. Mi alzo, sto raccogliendo tutti i miei fogli, non voglio correre rischi di dimenticarmi qualcosa.

Ecco fatto Monique” Mi sta accompagnando alla porta.

Ti manderò tutte le foto via e-mail

Ok Monique, mi raccomando” Due baci sulle guance, una carezza sul suo viso ed esco dall’appartamento, faccio due passi mi giro e lei è ancora con la porta spalancata. Come in attesa del suo Francesco.

Latina: Francesco e Monique in piazza del Popolo luglio 1969

Buon viaggio Monique, lassù ritroverai il tuo Francesco.