I giorni della merla la poesia che ci insegna come sono nati

I giorni della merla la poesia che ci insegna come sono nati

29 Gennaio 2020 0 Di Luca Cianfoni

Con la fine di gennaio arrivano anche i giorni della merla, che sembrano far finire la stagione invernale aprendo le porte alla stagione della rinascita. Qui una poesia di Carlo Buonincontro dedicata a questo particolare periodo dell’anno.

I giorni della merla, perché si chiamano così?

Il 29, 30 e 31 gennaio, sono tradizionalmente chiamati i giorni della merla, ovvero i giorni più freddi dell’anno, in teoria. Sì perché in pratica si sta vedendo che non è affatto così e con l’allungamento delle giornate e questo sole che splende in maniera quasi primaverile, si potrebbe quasi pensare che la primavera sia alle porte. Per ricordare questi giorni, che rischiano di scomparire insieme alla dimenticanza delle tradizioni e delle antiche storie popolari, vi proponiamo la poesia, questa volta di Carlo Buonincontro, noto cittadino di Cisterna, che ispirato forse da una merla per l’appunto, posatasi sulla testa della statua della Dea Feronia (Fontana Biondi) in Piazza XIX Marzo, ci fa capire grazie ad una poesia in rima la storia tradizionale ed il motivo per cui questi sono soprannominati i giorni della merla.

Buona lettura

“I Giorni della Merla”

(di Carlo Buonincontro)
Ma o’ sapete perchè questi so i giorni della Merla ??
De sti giorni, de fine Gennaio,
ha sempre fatto n’sacco freddo
pè chella poveraccia era n’guaio,
perchè teneva i pucini da mette sotto a n’tetto.
A chii tempi teneva le penne bianche,
era de n’colore candido,
ma o’ freddo ce sfiancava l’anche,
allora s’annò a ripara’ dentro a n’comignolo.
Ne uscì fori tre giorni dopo,
era tutta nera de carbone,
pure i pucini allo stesso modo,
so diventati d’o stesso colore.
Da quer giorno i merli so tutti neri,
pe la cenere e lo freddo subito,
ma so sempre stati giorni veri,
de sacrifici de na’ mamma che ha patito.
Carlo Buonincontro