Shoah a Priverno testimoniare anche il nostro odio

Shoah a Priverno testimoniare anche il nostro odio

29 Gennaio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Anche se andassi
nella valle oscura
non temerei nessun male,
perché tu sei sempre con me;
Perché tu sei il mio bastone, il mio supporto,
Con te io mi sento tranquillo.

Gam Gam

Chissà se qui nella infermeria di una abbazia dove i cristiani cercavano di salvare la loro identità ha più senso.
Chissà se qui dove San Tommaso rifletteva sul Dio unico, ha più senso.
Chissà se qui a Priverno il cui nome è portato con orgoglio da ebrei che qui hanno vissuto per secoli.
Chissà se Gam Gam cantato dai bimbi di Priverno i cui antenati non si distinguevano a giocare con la mazza e i sassi, erano bambini, bambini, poi a casa ciascuno pregava a suo modo, ha più senso
Chissà se oggi, noi, noi italiani, noi cristiani, noi fratelli minori sapremmo mai chiedere perdono, ha più senso.

Chissà se … se questa storia torni ad essere solo umana.
La sala si è emozionata, si è sentita toccata dai ragazzi della scuola media di Priverno che cantavano in coro Gam Gam, avevano sul maglioncino la stella gialla di David , bimbi come altri bimbi che non sono mai diventati uomini e donne. Ha senso

Anna Maria Bilancia, sindaco di Priverno, testimonia; Maria Rosa Trio, prefetto di Latina, testimonia; Enrica Onorati, assessore regionale, testimonia; Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica Romana testimonia; Alex Zarfati, Presidente della Consulta Ebraica, testimonia; Emilio Drudi, testimonia; Ariel Arbid, presidente della deputazione ebraica di assistenza di Roma, testimonia.

Ecco testimoniare, essere in grado di tenere il filo del ricordo. Perché qui? Perché questa è la terra dei Piperno, dei Sonnino, dei Roccasecca, dei Terracina, dei Sermoneta. Della Sinagoga di Sermoneta, del Cimitero Ebraico di Sezze, della Giudecca di Fondi. Questa è terra cristiana ma è terra di fratelli maggiori figli di Davide. Già Davide capace di battere Golia, figli dell’impossibile.

Il sindaco di Priverno cita Primo Levi come testimone-vittima di questa storia, lui che l’ha vissuta quella tragedia così tanto da decidere di finire prima la sua presenza qui. Cita Primo Levi ebreo italiano perché esiste una responsabilità italiana che non è solo le leggi razziali ma sta negli antichi ghetti delle nostre città, stava nelle nostre cristiane preghiere, va nella terribile indifferenza che non era solo fascista, non era filo-tedesca, ma era tutta italiana. Gli ebrei italiani sono qui da 2000 anni come ha sottolineato Alex Zarfati, più romani dei romani, più italiani degli italiani. Sono pochi ma hanno fatto più per il nostro Risorgimento di molti più di noi. Noi italiani andiamo ad Auschwitz pensando che questa storia è storia altra, invece è storia nostra con cui dovremmo fare i conti una volta per tutte.

Questa è tragedia italiana, nessuno si senta escluso.

Priverno ha testimoniato.