Hospice Le Rose dell’Icot, la buona sanità al tempo del coronavirus

Hospice Le Rose dell’Icot, la buona sanità al tempo del coronavirus

22 Febbraio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Dire male è facile, tutti abbiamo da recriminare. Dire bene è difficile perché il bene si dimentica. Non ho voluto fare il medico o l’infermiere, perché sono vile col dolore. Per questa mia debolezza ammiro i medici e gli infermieri, ammiro quelli degli ospedali, quelli di cui i giornali trovano “facile” parlar male, per limiti che, noi giornalisti, neanche osiamo. Per questo quando la mia amica Melia mi ha mandato questa lettera, ci ho pensato un poco a pubblicarla, perché ho trovato dentro il mio filo, quello di ciascuno.

Fare il medico è difficile, mentre in troppi spiegano dagli studi televisivi, da internet il coronavirus, dei medici si sono infettati per combatterlo accanto ai loro malati, non abbandonati. Ma i miei colleghi amano di più la “malasanità”, meno la quotidiana lotta a farci vivere tutti un poco di più e meglio. Si sono infettati i medici, non quelli che hanno le soluzioni, non i miei colleghi, non io, ma i medici per curare.

Tra i medici che curano ci sono quelli che “si prendono cura”, che seguono i noi che stanno al tempo per finire. Lavoro che ti distrugge l’anima, che non ti risparmia niente nei sentimenti, lavoro che è vedere il sole che scende, ma è l’ultimo sole. Per questo pubblico la lettera così, senza aggiungere mestiere al sentire che è venuto come è venuto. Ho perduto i miei in rapidi strappi, tagli netti ed è terribile, ho visto anche spegnersi come candele forze da braciere, e non lo saprei fare. Mi tolgo il cappello e mi scuso per chi facile giudica il lavoro del medico non facendolo.

 

All’ Hospice “Le Rose” dell’Icot di Latina

Si dice, chi da non deve ricordarsene ma chi riceve non deve dimenticarsene.

Noi non potremo mai dimenticare l’altissima professionalità, la competenza, la serietà, la grande umanità, la dedizione, la pazienza , il garbo e la gentilezza con cui tutti i giorni vi siete, amorevolmente, presi cura di Mafalda nel periodo più difficile della propria vita.

Non dimenticheremo l’empatia, la comprensione, la premura che avete avuto anche nei nostri confronti , per non parlare dei sorrisi e della leggerezza, spesso necessaria, che ci avete regalato sempre con educazione e rispetto.

Siete una grande squadra, formata da elementi di valore che, magistralmente capitanata dal Dott. Fausto Petricola, ottiene quotidianamente risultati eccellenti.

Per tutto questo vogliamo sinceramente ringraziare il Dott.Petricola, la Dott.ssa D’Addario, la Dott.ssa Pesce, la Dott.ssa Semeraro, la Dott.ssa Fabiano , il Dott. Piredda, il personale paramedico che opera nella struttura Enzo, Cinzia , Roberto, Valentino, Lino, Francesca, Emanuela, Ersilia, Mara, Anna, Graziella, Annamaria, Luca nonché tutto il personale che opera presso i domicili.

Un ringraziamento va anche alla Direzione ed al management illuminato dell’ICOT GIOMI di Latina per il sostegno che offre ai propri dipendenti e per gli investimenti economici che effettua, che consentono di avere nella nostra provincia un Ospedale eccellente.

La famiglia di Mafalda Fiordilino

Albino, Melia, Wanda, Alessia Mangano