Coronavirus, le chiese chiuse e il bisogno di San Rocco

Coronavirus, le chiese chiuse e il bisogno di San Rocco

9 Marzo 2020 0 Di Lidano Grassucci

«Cari confratelli, con vivo rammarico vi devo trasmettere che un comunicato della Conferenza episcopale italiana di pochi minuti fa invita a sospendere tutte le celebrazioni da subito fino a nuove disposizioni. Quello che temevo è accaduto e ne sono vivamente dispiaciuto, perché ci priva di ciò che abbiamo di più prezioso, privazione sulla cui necessità si potrebbe discutere. In ogni caso, non possiamo fare altro che adeguarci. Pertanto, da domani sono sospese tutte le celebrazioni aperte alla partecipazione dei fedeli. Domani conto di inviarvi un’altra lettera su come aiutarci a vivere questo tempo senza Eucaristia (almeno per i fedeli).

Uniti sempre nella preghiera»

Mariano Crociata, vescovo di Latina, Terracina, Sezze, Priverno

Non ci sono messe, non si può pregare insieme. Quando i tempi cambiano, da noi a Cisterna e Bassiano soprattutto, c’è la devozione ad un santo che di pestilenze ne capiva qualche cosa. San Rocco era un tipetto tosto, lui davanti a pesti e disgrazie varie metteva mano e non si tirava indietro. Un poco come i medici e gli infermieri di oggi, che arrivano dove gli altri “giudicano” o “spiegano non sapendo”. In tv, sui social, tutti capiscono gli errori degli altri ma le mani nel dolore le mettono medici, infermieri, tecnici della sanità, farmacisti, insomma i San Rocco di oggi.  Lui rimane un mito della gente “condannata” a sperare perché per “disperarsi” bisogna essere ricchi, e da noi di questi (deo gratias) siamo scarsi.

Un tempo per battere il male si pregava e c’erano i santi, ora anche le chiese sono chiuse, soffrire da soli è soffrire di più

San Rocco era di Montpellier, nel sud della Francia, veniva dalla peste e la peste trovò in Italia, cercando di dare conforto e non scappando al conforto, fece mirabilia. Lo hanno fatto santo per sempre e in questi giorni capisco il perché.

EVIVA SAN ROCCO, urlano da qui i fedeli, da Cisterna, da Bassiano. Il mondo cambia e non poco, ma poi riscopri il filo antico della speranza in un capo e del dolore dall’altro, in mezzo la vita.

A Cisterna lo ricordano per le peste del 1837, per averlo invocato a sostegno della gente e la peste (come ogni paura) dopo gran dolore finì. Ma la riconoscenza dei cisternesi no, ogni 16 agosto che Dio manda su questa terra.

A Bassiano intorno al 1650 c’era così poca gente, la comunità era decimata dal male dalla peste, che nelle strade cresceva l’erba, non c’erano più piedi per calpestarla.

I pochi rimasti decisero di sfidare il male protetti solo dalla statua di San Rocco. Uscirono in processione e la peste si fermo, come per miracolo, anzi… (se ci credete) per miracolo.

Ne da memoria Pietro Pantanelli nelle sue cronache dei fatti di quel tempo.

Pregare forse non risolve, ma aiuta e tanto. Se anche questo non c’è, c’è la rassegnazione. Le messe non si celebrano, l’acqua santa non c’è, ma le Chiese sono aperte alla speranza di uno per uno

 

Foto della processione da Mondoreale