Covid 19/ Io, ragazza di Latina, resto a casa e vi dico perché

Covid 19/ Io, ragazza di Latina, resto a casa e vi dico perché

11 Marzo 2020 0 Di Glenda Castrucci

Gabriel García Márquez nel 1985 ha scritto L’amore ai tempi del colera, raccontandoci l’incredibile storia d’amore tra Fermina e Florentino in una Cartagena degli anni Venti appestata dal Colera. È dalla lettura di questo capolavoro del realismo magico che nasce il mio sfogo: qui non troverete novità, questa non è una notizia, ma un semplice invito alla solidarietà. Abbandonate l’egoismo per una volta, ascoltate il buon senso,  fate ciò che è giusto.   

 

Dovremmo essere tutti responsabili salvaguardandoci e salvaguardando, dare esempio di solidarietà, uniti per una vittoria generale. Invece Latina (compresa Latina Scalo) si fa riconoscere per il menefreghismo, per il poco tatto, per la noncuranza, si fa beffa di una situazione grave, la sottovaluta, se ne frega. Ma davvero credevamo che tutti avrebbero capito?
Leggo commenti su Facebook e post su Instagram in cui da una parte ci sono i negazionisti che vogliono uscire perché a casa si annoiano, “tanto si ammalano solo i vecchi”, dall’altra parte ci sono i “giusti” (per come li vedo io), che restano a casa e si impegnano in una campagna di sensibilizzazione continua per far comprendere quanto bisogna essere uniti in questo momento. L’egoismo per queste settimane va messo da parte, lo dico a tutti.
Non si deve uscire di casa se non per ragioni comprovate, dice il Decreto legge 8 marzo 2020, ossia per recarsi al supermercato o in farmacia, per andare al lavoro, oppure dal medico. La passeggiata al mare, il caffè al bar sotto casa, la sigaretta con gli amici, NON sono ragioni comprovate.
A Latina i cittadini sono duri di comprendonio, o peggio (e sono convinta sia più questo), comprendono fin troppo bene ma non gli interessa sicché i parchi pullulano di bambini, i ragazzi gironzolano in bici o in motorino, signore e signori continuano tranquillamente a bere thè al bar (beh, ma se è aperto!).
Forse queste persone non hanno parenti – mi dico- questi ragazzi non hanno nonni, ed i bambini avranno sicuramente genitori noncuranti, né della propria salute né di quella dei loro piccoli. In uno scenario del genere non posso, personalmente, non pensare di essere circondata da cittadini non solo ignoranti, ma anche insensibili: c’è chi rischia la vita perché fa chemioterapia, chi soffre di gravi patologie e deve stare al sicuro, e non si parla di persone over 50 come tutti gridate, ma anche di persone di 20, di 30, di 40 anni. C’è chi in ospedale è costretto a starci perché attaccato ad una macchina, e voi con il vostro egoismo continuate a infischiarvene intasando le aree di attesa e i corridoi degli istituti sanitari, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di chi è già sul filo del rasoio. Ci sono medici ed infermieri che hanno accantonato la propria vita per dedicarsi alla nostra, alla vostra, lavorando 24 ore al giorno senza fermarsi mai, senza vedere la propria famiglia, i propri figli, dormendo 3 ore a notte su una scomoda brandina. E la vostra riconoscenza è quella di passeggiare in centro.
E’ inconcepibile che l’unico cruccio sia di come passare le giornate dentro casa, perché vi assicuro che di cose da fare ce ne sono davvero tante! Vi assicuro anche che i vostri figli si possono divertire benissimo anche giocando nella propria cameretta, magari con mamma e papà, perché non c’è cosa più bella al mondo che passare del tempo in famiglia. Responsabilizzate gli adolescenti ed i ragazzi a non uscire, spiegate loro perché si fa questo sacrificio, perché è importante e a cosa si va incontro se si prende questa situazione alla leggera… e se proprio sono ottusi e ribelli, chiudeteli in casa! Ma, soprattutto, responsabilizzatevi tutti, e mettetevi entrambe le mani sulla coscienza.
Non uscire è un obbligo legale e sociale, boicottare la legge non fa figo, fa solo stupido. Dichiarare il falso non è ganzo, è reato, quindi che non venisse in mente a nessuno di dire ad un posto di blocco che si sta tornando a casa dal supermercato mentre si va a trovare la fidanzata, perché, per inciso, vi controllano le buste della spesa! Se state andando al lavoro siete obbligati ad avere con voi la delega compilata, idem se vi state recando dal medico, e non date retta a chi sostiene che i controlli non ci sono, informatevi.
Mai come oggi c’è bisogno e necessità di essere uniti, di combattere su un fronte comune, di mettere da parte egoismo e superficialità, e di fare tutti un grande sforzo per lasciarci alle spalle questo orrendo periodo. Noi che scriviamo ci prendiamo la responsabilità della giusta informazione, perché purtroppo di banalità sul Coronavirus ne son state dette e scritte a bizzeffe, ed è nostro dovere e dovere di tutti i mass media rendere virale la verità e fare giusta propaganda.

Chiudiamo gli occhi e immaginiamo quando bello sarà potersi riabbracciare, essendo liberi di camminare per strada senza paure, tornando alla normalità. Immaginiamoci tutti tra vent’anni, quando racconteremo ai nostri figli, ai nostri nipoti, che grande battaglia abbiamo vinto, con un sorriso malinconico sulle labbra, per chi ce l’ha fatta e per chi, purtroppo ci ha lasciato. Immaginiamo di poter pronunciare l’attesa frase: “Ma te lo ricordi quando c’era il Coronavirus e non ci siamo visti per un mese?”. Facciamo sì che questo incubo lasci le nostre menti.
Scegliete la famiglia, scegliete i nonni, scegliete mamma e papà, scegliete la salute, scegliete la solidarietà, la fratellanza, il bene comune. Scegliete la vita.
#iorestoacasa e tu?