Latina, al Giuliano bimbi compositori a 10 anni, la magia della musica

Latina, al Giuliano bimbi compositori a 10 anni, la magia della musica

13 Marzo 2020 0 Di Luca Cianfoni

L’iniziativa documentata nel libro “Composizione, analisi musicale e tecnologia nella scuola primaria” è stata possibile grazie a un progetto di ricerca guidato dal professor Emanuele Pappalardo, docente di materie compositive all’interno del Dipartimento di Didattica della Musica al Conservatorio di Latina, promossa dallo stesso Conservatorio Pontino “Ottorino Respighi” e dall’Istituto Comprensivo “Giuseppe Giuliano” di Latina.

Latina la città della musica

Per tanti anni si è cercato di trovare una vocazione culturale alla città di Latina e da queste giovani colonne abbiamo più volte sottolineato come il capoluogo pontino avesse un grande potenziale da poter sfruttare e che invece viene sempre sottovalutato: la musica. In una città in cui sono presenti un Conservatorio Statale, in cui insegnano numerosi professori di valore, una Fondazione come il Campus Internazionale di Musica, che da 50 anni agisce da grande attore sulla scena culturale pontina, nazionale e internazionale,un Jazz Club che riempie ogni concerto e numerose scuole di musica, non puntare sull’arte dei suoni sembra proprio un errore. Soprattutto se poi, in seguito alla lettura del libro del professor Pappalardo, si scopre che nel 2017, circa 15 bambini della scuola elementare Giuseppe Giuliano di Latina, hanno provato l’esperienza di diventare veri compositori musicali. Infatti grazie alla collaborazione tra le istituzioni (conservatorio e scuola elementare) è stato possibile sviluppare un laboratorio di ricerca che ha portato a grandissimi risultati in termine di educazione, non solo musicale.

La musica che farà crescere Latina

Lo studio della musica in questa ricerca scientifica è avvenuto in maniera del tutto non convenzionale. Nessuno strumento, nessuno spartito, nessun pentagramma ma dieci bambini, la loro creatività e un pc come mezzo compositivo. In questa ricerca infatti, in cui si utilizza la nuova metodologia ICAMS (Informatica Composizione Analisi Musicale per la Scuola) di insegnamento della musica, ai bambini non viene impartita una lezione frontale, non c’è un monopolio di informazioni da parte del docente che l’alunno deve acquisire, ma è presente invece la curiosità dell’alunno, la sua creatività, la sua voglia di sperimentare nuove cose e nuovi suoni. In questo laboratorio dunque, dopo alcune lezioni in cui i bambini hanno imparato ad usare uno specifico programma al pc, i giovani compositori hanno composto musica elettroacustica, come i grandi musicisti del secondo Novecento, qualche volta anche eguagliandoli dal punto di vista compositivo e creativo. Inoltre negli incontri del laboratorio, oltre ad essere esposti, i lavori dei ragazzi venivano anche commentati e analizzati da loro stessi, dimostrandosi acuti critici e commentatori musicali.

 

La musica insegna

La ricerca descritta dunque nel libro “Composizione, analisi musicale e tecnologia nella scuola primaria” del professor Pappalardo del Conservatorio di Latina, ha messo in luce come un’educazione esperienziale possa sviluppare e far emergere un nuovo tipo consapevolezza dei propri mezzi. Attraverso questo laboratorio infatti i bambini oltre ad aver appreso delle competenze musicali hanno sviluppato, grazie all’ascolto reciproco, rispetto di se stessi e dell’altro, del proprio e dell’altrui lavoro e pensiero. Un laboratorio dunque destinato oltre che a sviluppare un amore per la musica, anche un pensiero critico e una consapevolezza dei propri mezzi che nelle classiche lezioni frontali di scuola è molto più difficile sviluppare. C’è stato un incremento e un’evoluzione incredibile di queste competenze trasversali, che la scuola di oggi pone come base del suo insegnamento. Si dovrebbe dunque estendere questa metodologia esperienziale a tutte le materie che si praticano a scuola, per far sì che gli alunni sviluppino capacità anche trasversali di ragionamento, di ascolta, andando ad eliminare il più possibile le lezioni frontali. L’invito iniziale dunque alla città di Latina espresso qui all’inizio, ora si fa più forte e più calcato, in modo che il capoluogo pontino, anche in seguito alla lettura di questo libro, (ri)trovi la sua vocazione musicale e punti sull’arte sonora per formare ottimi compositori e bravi cittadini del futuro.