Le cose che ci ha fatto riscoprire il Covid 19: il telefono la tua voce

Le cose che ci ha fatto riscoprire il Covid 19: il telefono la tua voce

17 Marzo 2020 0 Di Lidano Grassucci

Quando arrivò il telefono a cara mia, erano gli anni ’70, ci fu una discussione in famiglia, un parlamentino. C’era mamma che era decisa, papà diceva che non serviva. Bisognava portare la linea ed era un investimento, bisognava che anche altri lungo la strada facessero il contratto, per ammortizzare costi. Vennero uomini che parevano marziani, fonte del progresso. Si chiamava SIP, società idroelettrica piemontese, il gestore. Vinse mia madre ed avemmo il telefono. Non ti dico la bolletta in tempi di adolescenza di me e mia sorella. Ora l’avevamo dimenticato il parlare in voce, eravamo tutti smart, pure le città aspiravano a farsi smart, e stavamo soli con le app.

Ma il covid 19 ha cambiato tutto, abbiamo riscoperto la Sip, il piacere di conversare, di sentire quella bellissima cosa che è “ciao, come stai?” e dall’altra parte ti rispondono “va bene, siamo qua”. Poi parli e dici delle tue cose e ricevi in cambio le cose degli altri. Il lavoro è fermo e parli con gli amici, con i familiari, con gli affetti, con l’amore chi ce l’ha. C’era una pubblicità che diceva “Il telefono la tua voce”, ecco oggi in tempi di isolamento il telefono è la nostra voce verso il mondo. Squilla, mi cercano, chissà vorranno sapere come sto, e non sono solo.

Pesare che quando l’ho preso, il cellulare, mi hanno spiegato mille app, mille funzioni, ma manco una parola sullo scambio di voci, sul “come stai?” che ti cambia la vita, ti fa sentire non solo e mica è poco.