
Covid 19/ Quelli che ci manca il caffè: l’appello al cliente zero del bar Lodi
26 Aprile 2020 0 Di Lidano GrassucciLo slogan è #iorestoacasa, ma per chi ha vissuto sempre “la strada” in testa resta “#imotenariadaiaglibar #iooradovreiandarealbar. Neanche in guerra abbiamo chiuso i bar e sono figlio di strofe che cantano così:
Ma i moralisti han chiuso i bar
e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori:
è bello ritornar “normalità”,
è facile tornare con le tante stanche pecore bianche!
Scusate, non mi lego a questa schiera:
morrò pecora nera!
Canzone di notte n.2 di Francesco Guccini
Ecco, mi manca il bar, mi manca la sua gente, le fanfaronate dei clienti che non sono vili come quelle dei social perchè al bar, con gli amici, ci metti la faccia. E al bar, non dallo psicologi, si capiscono le persone, gli amici, la politica. Se sei sparagnino davanti al bancone difficilmente potrai fare del bene al prossimo, se parcheggi l’auto nuova pagata a cambiali ma grande come un camion difficilmente di occupi degli altri, ma lucidi la tua auto. Se invece offri, se stai al gioco, se alla battuta incassi e meni, allora sei uomo. Ed essere uomo da bar è come avere la medaglia di una Vittorio Veneto senza sangue. Il bar è l’anima di ogni comunità, il barista (erede dell’oste) vende l’illusione di una buona giornata la mattina e la sera ricuce i pezzi della giornata sempre cattiva. IL bar è bene primario. Ma l’hanno chiusi, per ragioni igieniche, come se stare al bar fosse cosa brutta e non pulizia dei cattivi pensieri.
Ma ecco quelli del Bar Lodi, a Borgo Carso che hanno la trovata stanno creando l’attesa della libertà ed hanno mandato ai clienti un “avviso di libertà” con un appello ai resistenti, ai tanti che “costretti” si stanno “facendo il caffè sotto”, “stanno in astinenza da ombra”, “in depressione da vermouth”, “nostalgia da Campari”, “nel pianto da grappa perduta“, per tacer del cornetto, della bomba, della girella… a tutti questi uomini e donne a cui, soprattutto, manca la chiacchierata al bar dedico la speranza del Bar Lodi a nome di tutti i bar d’Italia:
Storia di una tazzina….ai tempi del coronavirus… che pensa al suo nuovo cliente zero… a te, che resisti in questa pausa forzata,in attesa di riprendere la vita piena ed intensa di prima di questo virus chiamato covid 19, quando il nostro bar preferito si affollava. teniamo duro insieme perché tornerò presto tra le tue mani, sfiorerò nuovamente le tue labbra e tornerò nuovamente ad offrirti la qualità e quella passione che trovi al bar Lodi sin dal 1954…. torneremo presto a condividere i nostri “nuovi spazi”, con le nostre nuove storie da raccontare ed ascoltare, i nostri “nuovi sorrisi” e i ritrovati abbracci…. torneremo presto a servire il caffè a chi con affetto ci sceglie ogni giorno, per tornare tutti protagonisti e…. vivere insieme un nuovo sogno italiano
Bar Lodi
Se non si apre a breve come nella Chicago di Al Capone apriremo bar clandestini, caffetterie e cappuccini controlegge, cornetti di contrabbando
Nella foto il Bar Lodi vuoto.
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
Correlati
Info sull'autore
Direttore di Fatto a Latina. Giornalista professionista, laureato in scienze politiche, è stato direttore de Il Territorio, Tele Etere, Economia Pontina, Latina Quotidiano, caposervizio presso Latina Oggi e autore di numerose pubblicazioni. E' presidente dell' associazione "la scelta per Davide, Latina amica di Israele", presidente della giuria del Premio Camilla del Comune di Priverno. Portavoce del premio internazionale di fotografia Città di Latina