Latina la città del “non compleanno”

Latina la città del “non compleanno”

30 Giugno 2020 0 Di Lidano Grassucci

La posa della prima pietra, ed è festa.

Il giorno dell’inaugurazione, ed è festa.

Ma a Latina, in fondo, la festa è sempre la stessa cela dietro il compleanno la nostalgia del creatore. Nessuno la festeggia per lei ma per viltà di non dire apertamente che gli piace lui.

Lui, il dittatore, che qui non è lui ma il suo cartoon come se la tragedia qui si fosse diluita, addolcita persa. E ogni anno si rincorrono le feste i nostalgici dei nomi che per il resto del sono poco più che vetture di un tram.

Oggi anche Coletta, che a dire il vero non lo si può accusare di nostalgie, metterà una sua pietra al Goretti e nel non detto la “nostalgia” gode di un suo retorico momento, poi i nostalgici in servizio permanente effettivo officeranno la memoria di tempi eroici, e i piccoli contadini diventano giganti e la città nata nel ’32 ma morta nel ’44 sotto le bombe di quanti avevamo fatto arrabbiare, l’uomo della provvidenza, aveva dichiarato guerra a 44 stati diversi non la ricorda nessuno. Sarà che io sotto quelle bombe ci ho lasciato un nonno, un uomo che aveva 5 figlie e da poco superato la trentina. Non ho mai trovato ragione di far festa, ma ragione e tanta di pensare come la memoria corta trasforma l’orrore in acqua di Vichy.

Buon non compleanno come direbbe il Cappellaio matto e la lepre marzolina di Alice nel paese delle meraviglie.