20 settembre/ Giacomo Segre l’italiano che “sparò” al muro del papa-re e ci fece liberi e italiani

20 settembre/ Giacomo Segre l’italiano che “sparò” al muro del papa-re e ci fece liberi e italiani

20 Settembre 2020 0 Di Lidano Grassucci

Si chiamava Giacomo Segre, da Chieri in quel di  Torino. Si trovò con la divisa italiana ad ordinare di “rompere” le mura dietro cui si era nascosto un re tiranno che era anche prete convinto del suo Dio e del suo pregare. Era il 20 settembre 1870, una Roma che aveva più pecore che umani e quegli umani era preti biascicanti assoluzioni in vendita.

Giacomo Segre era italiano, comandava l’artiglieria davanti porta Pia. Era di una antica stirpe che per prima pregò un dio solo. Dietro di lui ragazzi italiani che avrebbero preso di petto, di corsa, la breccia aperta dal suo cannone. Stava per sparare contro secoli di persecuzione, sta per sparare per aprire la breccia al domani. Stava li per vendicare la sua gente da secoli umiliata, derisa e mai considerata, stava lì per vendicare con un colpo Armellini, Mazzini, Saffi e la repubblica romana libera da preti e ruffiani.

Aveva, sicuramente, il cuore in gola: sparava contro la storia, una brutta storia, ma a volte per cambiare l’ingiustizia serve il sacro cannone della libertà. I ragazzi di Piemonte, di Sardegna, di Calabria, di Lombardia, di Toscana che erano la con le piume in testa sapevano che di corsa, dopo il cannone, avrebbero aperto la porta ad un mondo nuovo.

Giacomo avrà respirato forte, detto ai suoi in piemontese di mettere la carica, di aspettare il suo segnale. Dietro le mura, nel ghetto a Portico d’Ottavia, la sua gente che sarebbe diventata gente, italiani tra italiani, i ragazzi di Roma che volevano respirare prima di pregare, che non volevano morire sacrestani o preti, ma vivere da italiani.

Giacomo diede l’ordine di fuoco, il cannone fece tremare le mura, poi colpi ancora e di corsa senza fermarsi siamo diventati italiani, siamo diventati quello che eravamo e profumava di polvere di libertà non di incenso di schiavitù.

Si chiamava Giacomo Segre, ordinò il fuoco che cambiò il mondo.

I ragazzi con le piume entrarono a Roma contro bagarozzi, perpetue e servi. Si chiamava Giacomo Segre, era un italiano, colonnello dell’esercito italiano.

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Questo il suo cannone. Dio benedica il suo fuoco che è la nostra libertà e ogni prete di ogni fede sappia che ci sarà sempre un Giacomo Segre ad ordinare il fuoco.