Siete come la panna nella Carbonara: Latina protesta contro il nuovo DPCM

Siete come la panna nella Carbonara: Latina protesta contro il nuovo DPCM

26 Ottobre 2020 0 Di Glenda Castrucci

Latina scende in piazza e manifesta contro il nuovo DPCM emanato dal Premier Conte. Oggi pomeriggio, alle ore 18, si sono radunati presso Piazza del Popolo ristoratori, proprietari di bar e pub, palestre, cinema, insomma tutti coloro che sono stati, ancora una volta, penalizzati dallo Stato. Dallo stesso Stato che aveva promesso loro indennizzi e risarcimenti in primavera, dallo stesso Stato che ha riaperto le discoteche in estate, dallo stesso Stato che ha permesso a tutti di viaggiare, dallo stesso Stato che nega gli assembramenti ma consente mercati e parate.
É curioso come chiudere le attività di ristorazione alle 18 dovrebbe contenere lo spargimento del virus, perché da che mondo è mondo, le persone possono andare a mangiare fuori anche a pranzo, non solo a cena. É altrettanto curioso come nessuno abbia pensato che abbassare le serrande dei bar alle 18 non auto implicasse un boom di thè caldi e spritz alle 16 del pomeriggio. É, infine, curioso, come girare per i mercati (Porta Portese), e assistere a parate (e basti guardare le foto dell’arrivo del Giro d’Italia ad Asti), sia meno contagioso dello andare in palestra. Ci vuole coerenza in ciò che si fa, ci vuole concretezza anche. Non sconvolgiamoci se poi la gente si ribella e protesta, perché ciò che ognuno vuole è far valere i propri diritti. Ed i cittadini di Latina oggi pomeriggio lo hanno fatto. Perché? Perché non li vuole nessuno i soldi dello Stato che tanto non arriveranno mai, qui si vuole lavorare, si vuol portare avanti la propria attività e la propria economia creata e gestita con impegno e fatica, perché la vita non regala niente a nessuno. La nostra città pullula di ristoranti, di bar, di giovani che hanno investito tutto nell’acquisto di un locale e si ammazzano per far quadrare i conti e spianarsi il futuro. La nostra città è piena di studenti che lavorano nei pub per mantenersi gli studi, o semplicemente per non gravare sulla propria famiglia. A cosa vorrebbe dire licenziare camerieri, aiuto cuochi, barman, nessuno ci ha pensato. Nessuno ha pensato a quale impatto psicologico ed emotivo avrebbero avuto le “strategie” del nuovo decreto. Nessuno ha pensato che c’è gente che ancora aspetta i famosi 600€ o la cassa integrazione.  Nessuno sa cosa si prova, dopo quarant’anni di ristorazione, ad essere definiti una categoria inutile e vedersi scivolare l’autostima tra le mani, e nemmeno io lo so, perché io sto qua e scrivo, ma lo immagino e mi metto nei panni di tutti, nessuno escluso. 

La pandemia è stata cattiva con ognuno di noi, con alcuni di più, con altri di meno, ma non ha cambiato nessuno. I ricchi rimarranno ricchi, i poveri rimarranno poveri, gli stolti rimarranno solti, gli audaci rimarranno audaci, lo Stato rimarrà sovrano e la gente rimarrà gente, però in questi giorni  qualcosa sul fondo si muove. 

Achille Mauri l’anno scorso a Milano ha detto: “Politica e ignoranza vanno completamente insieme”, e guarda un po’ ci hanno privati delle scuole ma mandati a ballare in Sardegna. Avete parlato di Mussolini, di Hitler, di Kim Jong-Un, di Pol Pot e di Fidel Castro, ma non parlate di uno Stato italiano che ci sta mettendo tutti in ginocchio.
La sanità viene prima di qualsiasi cosa e siamo stati sepolti in casa per quasi tre mesi, lontani dai nostri affetti,  indossiamo la mascherina, ci laviamo bene le mani, ci mettiamo il gel prima di entrare nei negozi, rispettiamo il distanziamento sociale: in cambio chiediamo mezzi pubblici efficienti, coerenza nelle priorità, aiuti per chi ne ha bisogno, meno bugie e del semplicissimo rispetto.
Noi con il Covid-19 non ci scherziamo, non scherzateci nemmeno voi.