Latina “Ballando con le stelle”: Luca Velletri e la danza nella non giunta

23 Novembre 2020 0 Di Lidano Grassucci

Se fossi sindaco proverei a fare il sindaco come si diventa stregone facendo l’apprendista. Combinerei anche guai così da trovare le soluzioni. Il tempo passa e le cose, politicamente corrette, ci stanno accompagnando ad un scorrettissimo declino.

Cosa farei? Il mio amico Luca Velletri è uscito da poco da Ballando con le stelle, ecco gli darei l’incarico di organizzare una grande gara di ballo per il dopotempesta.

Una festa dei vaccini e della scienza con la danza del valzer, o la tarantella, o… fate voi il tempo. Lo farei assessore alle feste e quando ci piglia la malinconia ci accompagnerebbe da pianista di piano bar.

Cercherei talenti da spendere in una città che “si vorrà riprendere”. Gli darei la delega alla ripartenza, e alla speranza senza questi musi tristi di musei dei morti, di nostalgie per le mummie, di culti all’acqua cacciata via, di servilismo a memorie impresentabili.

Nominerai Latina città argentina fuori dall’America latina per via della stessa malinconia che hanno gli immigrati, che poi siamo tutti, per il mondo da dove veniamo ma delle donne trovate ci innamoriamo.

Lo farei per la danza che è così bella nella musica sua sorella.

Questo sarebbe un programma di sinistra e il jazz le nostre primarie.

Io farei così, mettendo anche Luca Velletri nella mia non giunta. Oltre che a esser setino nel suo sangue c’è sangue di rivolta sociale, di riformismo ardito che non si piegò mai ad alcun rito. La prova vivente che nascemmo liberi e non “fondati come servi”. Sottigliezze? Noi sotto le stelle ballavano sognando il sole dell’avvenire e qualcuno ebro di vino ci assicurava, al mattino, di esserci andato vicino.