Covid/ Scomparso il papà di Giorgio De Marchis. La storia di padri e figli

Covid/ Scomparso il papà di Giorgio De Marchis. La storia di padri e figli

19 Gennaio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Non me ne vogliate ma è questo il tempo. Questa mattina mentre parlo al telefono con un amico, lui mi informa che è morto il papà di Giorgio De Marchis. Il giorno prima avevo raccontato della scomparsa della madre di Massimiliano Colazingari. Parto da loro due, che sono personaggi pubblici, nel rispetto profondo per i genitori nella loro discrezione. Ma non posso, non ci riesco, a pensare a questo tempo di troppi addii e di pochi, quasi dimenticati, benvenuti. Gli addii, poi, sono sempre da lontano, come salutare una nave già partita e qui arriva solo la scia di un’elica. La morte per noi è sempre “altro”, rimandata, spostata nel tempo in un  tempo infinito che, invece, è finito. Massimiliano e Giorgio sono uomini fatti, anzi nella vita pubblica hanno il loro duro, le loro asprezze, ma in questi giorni i loro occhi sono persi come lo sono i figli sempre bambini.

I padri e le madri che ci lasciano sono la nostra faccia, le nostre espressioni, gli stessi gesti… siamo loro in miniatura, siamo loro in ritardo con la storia, siamo comunque una replica che, da un certo punto in più sarà un’altra storia. Ma qui oggi quel trapasso nel dolore che è diluito nel tempo ora è cascata e ci cancella come portatori di affetti e ci fa cinici utilizzatori di pallottolieri. Dobbiamo essere capaci di nuovi modi di pensare al dolore come cosa che ci appartiene, ci contiene, ci sta accanto.

Quando si va via si è sempre uomini e donne eccezionali e questo è vero per i figli, ma si è solo umani e l’umanità ci fa condividere e capire quel dolore perchè siamo tutti figli.

Ho voluto scrivere del dolore di Giorgio e Massimiliano perchè ogni giorno pubblico il bollettino dei numeri, ma quei numeri sono dolore umano che non si conta ma si sente.

Il padre di Giorgio De Marchis si chiamava Guido, aveva 82 anni. Le esequie domani con rito laico nella piazzetta di via dei Volsini a Latina dove abitava. Era socialista e non ha chiesto “preti e cristi”, ma che le sue ceneri, una volta cremato fossero sparse a Roccasecca dei Volsci dove era nato.

Lo saluto a pugno chiuso nella certezza del sole dell’avvenire, in una Fede che è solo umana e chiede un solo miracolo: la Giustizia sociale. Un garofano rosso sul legno.

Naturalmente nel farvi questo racconto c’era anche tanto mio padre, anche lui venuto al piano dal monte, anche lui bidello come Guido, anche lui sperava in quel sole che non hanno visto sorgere. Una storia proletaria.