La banda di Bassiano, il maestro Martella e tutte le bande del mondo

La banda di Bassiano, il maestro Martella e tutte le bande del mondo

6 Febbraio 2021 1 Di Lidano Grassucci

E la mia banda suona il rock
Per chi l’ha visto e per chi non c’era
E per chi quel giorno lì
Inseguiva una sua chimera

Ivano Fossati

 

Mi posta (si dice così con i nuovi mezzi) una foto il sindaco di Bassiano Memmo Guidi. E’ la foto della banda della città di alcuni anni fa (credo messa su Fb da Giacomo Mercuri). Gli rispondono in tanti che si riconoscono o conoscono nella foto e citano il maestro, Alessandro Martella, che stava anche nella banda di Norma e faceva il sarto, e i “normiciani” rivendicano la parte loro. Non nascondo che ho pensato: ma io che ci faccio co sta foto? Ma poi l’ho guardata bene co gli occhi dei tanti che commentavano ed ho capito: la banda è dentro la mia storia, la storia di tutti quelli che hanno la memoria in un piccolo posto che è poi il più grande posto del mondo. Quando passava la banda tutti i tipi strani, quasi fosse un insieme di pifferi, si mettevano a camminare accanto, e i bambini dietro a loro e i vecchi riconoscevano le musiche una ad una. Ed era bello vedere la stessa banda suonare gli inni sacri e dopo qualche ora con la stessa solennità bandiera rossa, bella ciao, o l’inno dei lavoratori di Turati. Erano in divisa ma non certo con stile da granatieri, le pance riempivano le camice in overdose dei fiati, più lievi i pifferi, i flauti erano di ragazze la cui dolcezza un poco stonava con la visione. Le bande sono più un esercito rivoluzionario messicano che la banda dei carabinieri

Ma tutti, dico tutti, avevano una grande passione che nell’esercizio della funzione li faceva come orchestrali de La Scala, anzi quelli del La Scala erano troppo studiati. Qualcuno si allargava la jazz influenza americana ed era subito festa. Una civiltà di bande, bande terribili per i tristi, bellissime per chi la musica la sente così tanto che la beve come viene: come il vino d’Accrocca d’osteria rispetto alla cucina destrutturata anche dai sapori.

Grazie a Memmo che mi ha regalato un ricordo e un mito: il maestro Martella (sopra in versione normiciana) che pur di suonare non badava al campanile, sovrana la musica (in copertina la banda di Bassiano)