Alimentazione urbana 1 / Dal Pan di Stelle alla Magic Box

Alimentazione urbana 1 / Dal Pan di Stelle alla Magic Box

18 Febbraio 2021 0 Di Maria Corsetti

Ho fatto il mio primo acquisto con Too good to go e per 4 euro mi sono portata a casa una Magic box con pane, pizza e colazioni per un mese. Faccio circolare la foto su Whatsapp e Facebook e scopro che non ho scoperto niente di nuovo. È considerato green, abbasso lo spreco alimentare.

Ma come, quando al ristorante chiedevo la doggy bag, specificando che il contenuto non era destinato al dog ma alla padrona, cioè a me, c’era l’inorridimento generale e adesso invece è figo? Quando quelle due belle fette di pane avanzate nel cestino erano perfette per la mia colazione del giorno dopo, era da cafoni, e adesso invece si può fare? Come funziona? 

Guardo indietro nella mia vita, molto indietro, e praticamente sono tornata al punto di partenza. Gli anni da raccontare sono tanti, inizio da quello che ritengo l’inizio.

Anni ‘80, intendo i primi, quelli che ancora di tiravano dietro i ‘70 insieme ai maglioni norvegesi e alle trattorie dove si mangia come a casa. Almeno in provincia, anzi a Latina che neanche provincia era. Era un po’ di tutto, quando la diversità di tradizioni e dialetti era considerata un disvalore. 

L’Italia, divisa tra olio e burro, tra pranzo a mezzogiorno e alle due, cena alle sette e alle nove, ma unita sotto il segno dei polpettoni ricavati dagli avanzi e del pane che non si butta mai. 

Con i banchetti di matrimoni e prime comunioni che nutrivano gli invitati anche il lunedì successivo. A colazione Oro Saiva  o Pavesini, la domenica Tresor e Togo. Buonissimi tutti. 

Gli anni ‘80 e l’inizio di questa storia sono portati a tavola dal Mulino Bianco e dai Pan di Stelle, biscotti molto ruffiani, con le stelline di glassa bianca, che evocano la stagnola dei Baci Perugina. Niente di eccezionale come gusto,  ma con un marketing straordinario. Nella lingua italiana tra le espressioni più comuni c’è  “famiglia del Mulino Bianco”, viene usata anche nelle aule dei tribunali per descrivere la felicità coniugale e la meraviglia della prole. Sullo schermo la famiglia con casale di lusso dura da quarant’anni, davanti al giudice molto meno forse perché il quartetto vive in un appartamento con un solo bagno. Difficile da compensare con una busta di Pan di Stelle.

Per oggi mi fermo qui, ma, lo ripeto, questo è solo l’inizio dell’inizio di una storia parallela, fatta di biscotti e pennette alla wodka.