Latina e quei dj che riempivano le notti dei tempi miei

Latina e quei dj che riempivano le notti dei tempi miei

7 Marzo 2021 0 Di Emilio Andreoli

“Certe notti fai un po’ di cagnara
Che sentano che non cambierai più
Quelle notti, fra cosce e zanzare
E nebbia e locali a cui dai del tu”

Luciano Ligabue

 

È ormai un anno di questo silenzio assordante che ascolto ogni notte. Mi affaccio per l’ultima sigaretta e guardo dall’alto la mia città deserta. Il virus ci sta mettendo a dura prova, e penso all’adolescenza di mia figlia e a quella prossima di mio figlio, per loro mi auguro finisca presto questa angoscia. Poi i miei ricordi Inevitabilmente mi vengono incontro sospinti dalla notizia della perdita di un grande dj, nato nella nostra terra, a Gaeta, si chiamava Claudio Coccoluto. C.O.C.C.O. era diventato famosissimo anche all’estero. Era un ragazzo che era partito dalle discoteche della provincia e ce l’aveva fatta, aveva conquistato il mondo.

 

Ma io voglio raccontarvi delle discoteche, e anche degli altri dj che per noi erano i nostri miti, i nostri primordiali influencer musicali. Quindi preparatevi come si faceva il sabato sera, o la domenica pomeriggio, e mettetevi un bel vestito che vi porto a ballare. Vi farò fare un giretto per le discoteche degli anni settanta, ottanta e novanta. In questo giretto mi farò accompagnare da due miei cari amici, dj Lallo e dj Dimar. Insieme cercheremo di ricordare un po’ tutti i vari dj dell’epoca, ma data la nostra età qualcuno potrebbe sfuggirci, quindi chiediamo scusa a chi verrà involontariamente dimenticato.

 

Del nostro più caro dj, Daniele Vellani, vi ho già raccontato in queste colonne qualche tempo fa. Anche lui ce l’aveva fatta ed era diventato uno dei dj più apprezzati d’Italia, ma in un incidente stradale, nel 1988, il destino se lo era portato via. Daniele aveva iniziato al Felix, una delle prime discoteche di Latina e poi aveva proseguito in una famosa discoteca Romana, il Bella Blu. Un vero talento nelle sue ricercate selezioni musicali, conservo ancora gelosamente una sua cassetta.

 

La febbre del sabato sera

Per noi ragazzi degli anni settanta gli unici giorni per poterci divertire erano il sabato e la domenica. Il sabato sera ci tiravamo a lucido, chi con il vestito nuovo, chi con i Jeans e stivaletti alla moda. Non tutti ovviamente sceglievano la discoteca, ma io appartenevo a quelli che amavano ballare, perché in quelle poche ore dimenticavamo tutto, ballavamo in totale libertà senza schemi. Ognuno si muoveva e interpretava la musica come voleva, ed era quella la cosa fantastica, perché la sentivamo dentro.

 

Inizialmente, nei primi anni settanta, le discoteche erano poche e i primi Dj alle prime armi, e soprattutto con pochi dischi. Il primo Dj che io ricordo si chiamava Roberto, e suonava al Noa Noa sul lungomare di Latina. Ma il primo locale che ho frequentato da adolescente si chiamava Boom ed era in un garage in via Giovanni Cena, se non ricordo male.

 

Poi nel 1978 con il film “La febbre del sabato sera” interpretato da John Travolta, con la travolgente colonna sonora dei Bee Gees, le discoteche ebbero un boom incredibile. Il sabato c’era l’imbarazzo della scelta. Provo a fare un elenco fine anni settanta, mettendo in moto la mia memoria: Noa Noa e Blu Up sul lungomare, Felix a Latina città, Charlie Brown a Sermoneta, il Green Cat a Casal delle Palme sulla via Appia, il Papillon a Terracina, il Giona a Fondi, la Bussola, la Mela e la Stiva al Circeo, lo Strass a Campoverde, il Canneto a Borgo Sabotino.

 

Del Charlie Brown ricordo la festa dei miei diciotto anni e tante domeniche pomeriggio passate a ballare. Ma ricordo anche degli aneddoti che accadevano le domeniche pomeriggio con il dj che era di Sermoneta ed era comunista, ma mi sfugge il suo nome: era il 1976 e la canzone del momento era Ali Shuffle di Alvin Cash, quando partiva il ritornello i piazzaroli che ballavano gridavano “ale fascio, ale fascio eh” e facevano il saluto romano. Allora il dj staccava tutto, scendeva dalla consolle e Angelo, il proprietario, lo convinceva pregandolo a farlo continuare. Quel siparietto durò per tutto il tempo del successo di quella canzone.

 

Negli anni ottanta i locali da ballo aumentarono notevolmente: il Seven Sky in via Amaseno, il Bird in via Milazzo, il Dada e l’Insomnia a Borgo Sabotino, il Nautilus al Circeo, l’Atlantis a Sabaudia, il Pierrot a Borgo grappa, Italian Graffiti oggi 24 mila baci. Nascevano anche le mega discoteche, il Coliseum sulla Pontina e il Seven Up a Formia. Ma ci fu anche un cambiamento nel fare musica nei locali, e i dj iniziarono a svolgere un ruolo determinante per la scelta della discoteca.

 

Negli anni novanta la crescita dei locali da ballo rallentò sensibilmente, di rilievo l’apertura del Don Juan a Borgo Piave, l’Ombelico, Tribù Notturne sul lungomare. Poi i discobar Brumama, il Bang e Notti Romane.  Gli anni novanta segneranno anche il ritorno della musica live, quasi tutte le discoteche si attrezzarono in tal senso. In quegli anni nacque un locale per musica live che fu di grande tendenza, il Vicolo Cieco a Rio Martino. La megadiscoteca Coliseum cambiò nome in Bogart.

dj Lallo in azione sul vinile

L’esercito dei Dj pontini

Gli anni duemila hanno segnato la chiusura della maggior parte delle discoteche,  a Latina sono rimaste in attività solo il Felix e il 24 mila baci. E tutti quell’esercito di dj pontini che fine hanno fatto? Lo chiedo al mio amico Lallo che ha lavorato in tante discoteche e che continua a fare il dj:

 

Sicuramente ci siamo dovuti adattare dopo la chiusura delle discoteche. Siamo andati a suonare nei discobar, nelle feste private, nei chioschi sul mare, insomma ci siamo dovuti riciclare. Certo ora è durissima siamo fermi da un anno, a parte la breve parentesi estiva

 

Lallo, vogliamo fare qualche nome di quei dj che noi comuni danzatori invidiavamo, perché gli occhi delle ragazze erano tutti per loro

 

Ci provo, sperando di non dimenticare nessuno. Inizierei per rispetto dai più bravi, Daniele Vellani e Claudio Coccoluto, con il quale ho avuto l’onore di fare qualche serata. Poi in ordine sparso: Giorgio Gigli, Angelo Giliberti, Alex Gatta, Tiziano Torre, Roberto De Stefano, Andrea Fantozzi, Antonello Bortolotto, Nanni Giovannetti, Domenico Pieralli, Attila Roberto Biolcati, Albertino il roscio, Corrado Coronella, Fabrizio Gallinella, Grillo dj, Giacomino Lopez, Gianluca Zatti, Francesco Dimar, Gianluca Grandi, Patrizio Attampato, Stefano Coco, Giampaolo Zeoli, Mauro Reali, Massimo Corbo, Pedro dj, Alessandro Zaffarano. Faccio una menzione speciale per Marco Trani, il più bravo dei dj, che da Roma veniva spesso a fare le serate nelle nostre discoteche. Molti di loro sono ancora in attività

 

Di questi che hai nominato, qualcuno aveva grandi potenzialità  e meritava qualcosa di più, magari un salto di qualità in qualche prestigiosa discoteca italiana?

 

Sicuramente sì, ma i nomi non te li farei neanche sotto tortura

1988 dj Dimar al Pierrot

A Francesco in arte dj Dimar che anche lui continua a fare il dj, chiedo cosa prova un dj quando improvvisamente si svuota la pista:

È sicuramente frustrante, ma hai poco tempo per interrogarti, devi subito reagire e mettere un pezzo riempi pista o un pezzo coinvolgente. Succede spesso quando vuoi sperimentare qualche pezzo nuovo. Comunque te ne accorgi perché la pista si svuota lentamente. Accade anche ai grandi dj, ma loro se ne sbattono e continuano con la loro scelta musicale, io invece vado in ansia

La differenza tra discoteca e clubbing?

La discoteca è il luogo dove si suona disco music commerciale. Nei clubbing si balla una musica ricercata come l’house o altri generi particolari, sicuramente Vellani e Coccoluto erano dj da clubbing

 

Il giro termina qui, ed è già notte. Spero di avervi svegliato qualche ricordo della vostra giovinezza, ma prima di andare a dormire ci vediamo da Cepollaro a mangiare un cornetto con la cioccolata… ed era la fine della nostra nottata.