La solitudine del silenzio, intorno alla poesia
13 Marzo 2021Ciò che non è considerato solitudine
è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?
Non c’é cena o pranzo o soddisfazione del mondo,
che valga una camminata senza fine per le strade povere
dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.
Versi del testamento, Pier Paolo Pasolini
Mi inoltrai in tempi non sospetti in un mondo interiore, quello degli orologi molli di Dalì, delle solitudini di Pasolini delle poesie di poeti senza versi. Lì in questi tempi trovai conforto in angoli dove i lampioni si accendono quando ci passi sotto, come ti riconoscessero, come fosse una cortesia per te. Ma questo non è perché sono senza anima se non la corsa della corrente e qualche filamento incandescente. Mentre vagavo in me ho trovato che c’erano luci, fioche o vivide che facevano la medesima funzione, lo stesso viaggio. Ad una ho chiesto la strada, ho chiesto la strada ad una luce, che non mi ha risposto rispondendomi. Mi ha silenziato in silenzio facendolo parlare senza voce fitto fitto. L’indicazione fu chiara: diritto, poi la svolta e arriverai ad una piazza e troverai una luce che ti silenzierà il suo mistero.
Giriamo intorno allo stesso mondo senza spostarci di un passo. Passo dopo passo mi accorsi che mi stava accanto faceva la medesima corsa e mi chiese la strada, ed io preciso: diritto, poi la svolta e arriverai ad una piazza e troverai una luce che ti silenzierà il suo mistero.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
l’Infinito, Giacomo Leopardi