Dantedì: quando scoprii che nonno amava Beatrice e la poesia

Dantedì: quando scoprii che nonno amava Beatrice e la poesia

25 Marzo 2021 0 Di Lidano Grassucci

Il giorno di Dante, naturalmente chi ha intelletto e ragioni farà dotte affermazioni rispetto al sommo poeta. Io non entro in questa schiera per atavica ignoranza. Però… Però ho ricordo nitido del primo approccio con Dante che non è avvenuto in biblioteche, a scuola, con dotti professori. E’ avvenuto per quell’uomo certo di poche letture ma di mente fina che era nonno. Lui parlava in dialetto, pensava anche in dialetto, forse ha amato se amar si poteva in dialetto. Ma una sera che ero andato a recuperalo in osteria, insieme a lui uomini durissimi, segnati da sole e fatica, ho trovato questi uomini giocare a versi, “giocavano” a poeta. Si rincorrevano le rime e in un italiano perfetto, con parole ricercate, cercate, comprese.

Erano poeti. Poi uno che pareva in difficoltà nella sfida di poeti cominciò:

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente e d’umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Con occhi che partecipavano e silenzio degli altri poeti, era come se la Grazia fosse entrata lì. Quel recitatore era mio nonno che in italiano a me non si era mai rivolto e di donne non lo avevo mai sentito parlare. Restai di sale e quando l’ebbi recuperato nelle strette prima di uscire al largo delle Starie  a Sezze dove abitavamo noi gli chiesi: “nonno, ma tu sai le poesie?”. Lui: “no, non le conosco ma quello è Dante”

“Dante?”. “Sì, lui è la poesia”. Tutto in italiano perfetto che non pareva lui, come fosse un altro di grazia pieno. Uno istruito, e lo era sul serio, ma di saggezza antica.

Non disse altro, forse poco altro sapeva ma penso che aveva capito l’amore per Beatrice e in cuor suo sperava l’impossibile: che la grazia “gentile ed onesta” di quella donna sognata sua tutti facesse tacere. Mi spiegò la bellezza. La libertà non me la insegnò in versi, ma io la cercai in loro:

Or ti piaccia gradir la sua venuta:

Libertà va cercando, ch’è si cara

come sa chi pe lei vita rifiuta