
Quando fu di fronte al mare si sentì un…
30 Marzo 2021Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione
E quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
Perché più in là non si poteva conquistare niente
E tanta strada per vedere un sole disperato
E sempre uguale e sempre come quando era partito
Roberto Vecchioni, Stranamore
Mi avvicino a questo tempo dove dotti e sapienti mi dicono di persone di cui siamo lontani parenti. Tutti spieganti libertà che pretendono non dando. Mi spiegano con dovizia di particolari il confine, ma davanti c’è il mare.
Spiegano a me che nell’universo c’è una macchina che ogni cosa declina, ma che dite è palese che non ho alcun verso, che tutto è diverso e ogni cosa non è mai come prima. Un meccanismo la vita, no sbagliano è solo un tratturo segnato dal passo che di qui è passato ed ha lasciato segno. Di lato l’erba alta, il papavero rosso, il pruno dai fiori bianchi che cadono e fanno neve.
Una macchina dell’universo nel suo complesso, ma non è così. Non è così. Non è una macchina, non è meccanico, le parti non sono scritte ma le scriviamo.
Ecco scriviamo la vita mentre la viviamo e non c’è ingranaggio e futuro già avverato, ma resta segnato del solo coraggio di arrivare davanti al mare senza aver conquistato ma sicuri di aver narrato il viaggio.
MORALE DELLA FAVOLA: viaggiamo dentro mille contraddizioni, abbiamo davanti grandi presunzioni, ma restiamo davanti ad uno specchio a chiederci il perché di questo universo che finisce dove occhio di un umo può guardare e inizia dove fantasia di uomo può volare
Nella foto: Renoir, davanti al mare