Covid 19/ Giovanni e Maddalena: chiamateli morti sul lavoro

Covid 19/ Giovanni e Maddalena: chiamateli morti sul lavoro

27 Aprile 2021 0 Di Fatto a Latina

Tra i morti dimenticati nella tragedia pandemica ce ne sono i tanti di cui qualcuno comincia a ricordarsi solo ora.
I morti per tumore e quelli per malattie cardiache per esempio.  Alcuni morti invece ce li continuiamo ancora a dimenticare o li chiamiamo in modo diverso come quelli per depressione oppure i morti sul lavoro. In quest’ultimo caso si parla, solitamente, di “morti bianche” dove l’uso dell’aggettivo bianco; allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’incidente.
Come per due lavoratori che sono morti pochi giorni fa in modo tragico sulle strade d’Italia. Apparentemente casi lontani dalla definizione d’uso comune di morte sul lavoro ma in realtà morti bianche a tutti gli effetti.
Uno si chiamava Giovanni Vivenzio. Aveva 54 anni una moglie e due figlie. Era un lavoratore della Polizia di Stato.
Faceva il motociclista nei famosi Falchi di Napoli. I Falchi della Polizia di Stato sono unità delle Squadre Mobili preposte esclusivamente alla repressione dei crimini di strada.


Se ne vanno in giro, ad ogni ora del giorno e della notte e vestiti in abiti “borghesi”, per le città più a rischio sulle loro moto per fermare scippi e violenze in strada. Un lavoro con turni massacranti e ad alto rischio. Quasi mai finiscono sulle cronache nazionali.
E’ un lavoro che rimane relegato alle cronache locali. Il 6 Aprile Giovanni con il suo collega Stefano stava inseguendo in moto uno scooter con a bordo due persone, che si erano sottratte all’alt imposto dagli agenti a Mergellina.
La Ducati dei due agenti sì è scontrata con Ford Station Wagon che nel tentativo di svoltare non aveva notato il sopraggiungere dei poliziotti.
Giovanni Vivenzio nell’impatto è finito a terra, battendo la testa contro l’asfalto e finendo in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli.  E’ morto dopo due settimane d’agonia.
L’altra “morte bianca” invece si chiamava Maddalena D’Anna, aveva 25 anni ed abitava a Latina anche se era originaria della Provincia di Caserta. Lavorava presso una RSA nel Comune di Sezze.


Faceva l’operatrice socio-sanitaria. Una di quelle persone che assistono anziani e disabili nei compiti che non possono svolgere da soli. Un lavoro faticoso e duro ma indispensabile.
Uno di quei lavori, che pur non avendo prime pagine sui giornali e nelle tv, non ha conosciuto soste nemmeno nell’ultimo anno.
E’ morta il 12 Aprile mentre tornava a casa dopo un’intera giornata di lavoro finendo contro un pino con la sua Lancia Ypsilon. Forse un colpo di sonno o la strada bagnata per la forte pioggia.

Giovanni sarà catalogato come vittima del dovere mentre Maddalena come vittima della strada.
Io invece no. Li vedo come morti sul lavoro. Perché ce lo dimentichiamo oggi col Covid come ieri senza Covid ma di lavoro si muore ancora.

Davide FacilePenna