Quella utopia di essere se stesso, sogni come optional inevitabile

Quella utopia di essere se stesso, sogni come optional inevitabile

8 Maggio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Questa è una storia di ostinazione, di delirio ostinato che può essere declinato, raccontato, in mille modi. Vissuto in altrettanti modi e nessuno ha la pretesa di essere giusto perchè lo è ciascuno senza nulla a pretendere agli altri. Nelle mille sfaccettature di vivere in questo mondo con noi dentro

 

“Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi”

Luis Sepùlveda, La gabbianella e il gatto.  Un gatto che spiega ad una gabbianella l’amore per un volo che non potrà mai fare in un amore che non può finire mai.

 

Ostinatamente. Ecco una parola che rinviene, che torna a galla da ogni tentativo di coprire con la terra, la melma, l’acqua, la dimenticanza ogni cosa che cela.

Pensiamo che le cose che nascondiamo sia dimenticate per sempre, invece restano ostinatamente, restano latenti.

Ci vestono con gli abiti da sera eleganti ma questo non fa di noi ballerini di quadriglia. Ci impacchettano in desideri altrui, ma questo non ci fa desiderare quel desiderio non nostro.

Ostinatamente emerge quella cosa che chiamano vita e vita in vita, avvitata al nostro essere noi, e voi siete potenti di impressioni assenti ma di uniforme scintillanti siete esclusi.

Hanno tagliato la rosa del giardino, fino a quasi farla pari con il terreno, era un “legno secco” due settimane fa, oggi è ramo giovane e tra poco sarà in fiore. Ostinatamente, ostinatamente cresce e ti guarda beffarda, beffarda a tutti gli ordini di estirparla

Remigio da Varagine neghi ciò che il tuo complice ha confessato?

No, non lo nego… io ne sono fiero

“Per dodici anni non ho fatto altro che riempirmi la pancia, soddisfare la mia verga e imporre le decime ai contadini affamati”. Ma adesso voi mi avete dato la forza di ricordare ciò che un tempo ho creduto con tutto il mio cuore, e per ciò vi ringrazio”

Per ricordati che un tempo bruciavi e saccheggiavi la proprietà della Chiesa?

Siiiii, per restituire alla gente quello che te e quelli della tua razza gli avevano sottratto

E non massacrasti molti vescovi e molti preti?

Siii, avrei anche scannato voi tutti, se ne avessi avuto modo

………..

Noi volevamo un mondo migliore, di pace e di gentilezza, e la felicità per tutti, noi volevamo uccidere la guerra che voi portavate con la vostra avidità, perché ci rimproverate se per stabilire la giustizia e la felicità abbiamo dovuto versare un po’ di sangue… è… è che non ce ne voleva molto, per fare presto, e valeva pur la pena di fare rossa tutta l’acqua del Carnasco, quel giorno, a Stavello, era anche sangue nostro, non ci risparmiavamo, sangue nostro e sangue vostro, tanto tanto, subito subito, i tempi della profezia di Dolcino erano stretti, bisognava affrettare il corso degli eventi…

Umberto Eco, In nome della rosa

Così ostinatamente, dentro ciascuno, se è uomo, ha il suo sangue, una ragione per cui vale la pena stare qui. In cui ciascuno è se stesso in sogni che

Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno
Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come
Più di se stesso: era come due persone in una
Da una parte la personale fatica quotidiana
E dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo
Per cambiare veramente la vita
No, niente rimpianti
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare
Come dei gabbiani ipotetici
 Giorgio Gaber, Qualcuno era comunista
Così davanti a qualsiasi sogno se hai sognato ascolti il sognare e non giudichi, non sentenzi, non fai altro che rispettare e fai una barchetta di carta da mandare insieme su un canale e gli dai una spinta e vedi fin dove andrà a navigare, poi… ostinatamente voler essere la cosa più bella che c’è, un uomo.