Vincenzo Zaccheo e quella nostra Ultima Thule

Vincenzo Zaccheo e quella nostra Ultima Thule

15 Maggio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Il sindaco Vincenzo Zaccheo, a no pardon, l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo si è “presentato” alla città oggi dentro  una competizione elettorale in arrivo sostanzialmente a candidato unico. C’è solo Damiano Coletta in corsa e il traguardo, per lui,  è vicino che resterà ove è con ogni ragionevole dubbio. Vincenzo Zaccheo dicendo che “forse” c’è diventa l’indisponente possibilità dell’impossibile. Ma, credo, anche indisponibile alla storia di oggi.

Io sono, ormai, un vecchio cronista di politica uso a capire una diversa politica e oggi faccio fatica a capire questo tempo che per me è di niente ma per altri sarà sapiente. Sono come Filemazio di Bisanzio di Francesco Guccini

Che oroscopo puoi trarre questa sera, mago?
Io, Filemazio, protomedico, matematico, astronomo
Forse saggio
Ridotto come un cieco a brancicare attorno
Non ho la conoscenza od il coraggio
Per fare questo oroscopo, per divinar responso
E resto qui a aspettare che ritorni giorno
E devo dire, devo dire
Che sono forse troppo vecchio per capire
Che ho perso la mia mente in chissà quale abuso od ozio
O stan mutando gli astri nelle notti d’equinozio
Questa città è così distante dalla mia, dalla nostra. Parlano lingue strane, non conoscono cose che per noi erano pane sfornato di fresco, ora mangiano pan carrè, ogni cosa è differente.
Caro Vincenzo, sai che sono di un altro mondo rispetto al tuo, vengo da altre utopie, da diverse idee di torto e ragione, ma lascia stare, non è tempo nostro è tempo che “parlano in alemanno e goto” e noi siamo greci e romani e i nostri non ci sono più o hanno non tuniche ma pantaloni si sono mimetizzati.
Questa città che c’è intorno a noi è diversa da quella dove ci siamo divisi, accapigliati, raccontati, trovati.
Oggi la politica è desiderio di essere al centro del mondo, non servizio per un mondo. Oggi ci si accapiglia su niente perché parlare di qualche cosa è difficile perché si disconosce ogni cosa.
Tempo fa mi chiesero di fare una cosa del mio vecchio mestiere, li ho sentiti parlare ed ho capito che non era più la mia cosa, parlavano di questioni a me ignote, in lingue che disconosco e di mio assoluto non interesse.
Caro Vincenzo il tempo non ci appartiene e ci possiamo far vincere da ricordi o da passioni, ma intorno ogni cosa ha un altro posto. Come il l’Ultima Thule l’isola raccontata dal navigatore greco Pitea, 330 anni prima di Cristo, dove regna il fuoco nel ghiaccio eterno, dove le utopie di fermano e non tornano più in eterno nel mondo che forse sarebbe stato possibile ma così non fu, la canta Guccini con versi bellissimi
L’Ultima Thule attende e dentro il fiordo
Si spegnerà per sempre ogni passione
Si perderà in un’ultima canzone
Di me e della mia nave anche il ricordo
Non mi proporrei, non mi propongo al racconto, è bello così quel che è stato. Oggi è tempo di alemanni e goti di gente che manco ha provato a navigare vantandosi di non aver sbagliato rotta, noi dobbiamo puntare per l’Ultima Thule dove non tramonta mai il sole e dove io vedrò, forse, il mio Sol dell’Avvenire.