Giuseppe Figini e quel dolce odore per la via

Giuseppe Figini e quel dolce odore per la via

16 Maggio 2021 0 Di Emilio Andreoli

Girando per la città mi trovo spesso a fare i conti con il passato, e anche se non volessi fare il nostalgico la realtà commerciale di oggi, purtroppo, la trovo molto più triste. Una realtà fatta di serrande abbassate con cartelli “AFFITTASI” o “VENDESI”. Poi se giri per Corso della Repubblica ti rendi conto che manca qualcosa e allora mi torna in mente mio padre che mi diceva: “Questa diventerà la via degli stracci”. Era solo il suo linguaggio colorito, per farmi capire il futuro della via, e aveva ragione. A parte le serrande chiuse, mi tornano in mente le vecchie botteghe e quella di cui vi sto per raccontare è la storia della prima pasticceria di Littoria/Latina. Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentirne l’odore, era la pasticceria Figini.

 A Latina, a noi più in là con l’età, alcune botteghe hanno lasciato un segno indelebile e il compito che mi sono prefissato è quello di ricordarle e anche di farle conoscere ai più giovani, per cercare di costruire la memoria storica commerciale della nostra città. Una memoria dei luoghi e soprattutto delle famiglie, che hanno animato sin dalla fondazione Littoria e poi anche Latina.

Essendo nato nel 1959 i miei ricordi partono dagli anni sessanta, per quelli precedenti vado in cerca spasmodica delle persone più anziane di me, e prendo in prestito le loro memorie. Devo dire che la maggior parte mostra grande disponibilità nel raccontare e nel raccontarsi, sono persone generose che si mettono a disposizione, perché una comunità si forma conoscendo la storia del luogo in cui si vive.

Corso della Repubblica anni ’60

Bene, allacciate le cinture e preparate l’olfatto, che con la macchina del tempo vi porto a fare un giro sul corso a rivedere, o meglio a riassaporare quei negozi spariti a me tanto cari, che producevano degli odori inconfondibili. Quando passavi dalle loro parti le tentazioni erano forti. Il primo che ricordo è l’odore piacevole della profumeria Zarfati,  passato poi di mano alla famiglia Sorrentino e infine divenuto negozio di abbigliamento per bambini. Accanto troviamo l’alimentari Roccato, che il profumo dei salumi e formaggi inondava il portico, oggi negozio di abbigliamento donna.

Nel portico successivo troviamo il Bar Sergio, oggi abbigliamento uomo, con l’inconfondibile odore di caffè, come anche il Bar Osvaldo nel portico appresso, rinominato poi Bar San Marco e ora negozio di mutandine e reggiseno. Stessa sorte, sull’altro lato del marciapiede, per il Bar Centrale e per il Bar Cifra al Corso. Appresso le fragranze della profumeria Muzio e di fronte la torrefazione con il profumo intenso di caffè appena macinato, ora negozio di abbigliamento maschile. All’angolo della piazza la rosticceria Benedetti con i suoi odori di fritti, ora abbigliamento donna.

Il pasticcere Giuseppe Figini

Tra queste ultime due attività, la divina pasticceria Figini, da cui uscivano intensi profumi di pastarelle che inondavano la via. Ma chi era l’artefice del nettare dei cibi della pasticceria Figini? Si chiamava Giuseppe Figini e anche lui era arrivato da lontano, dal Friuli Venezia Giulia. Ecco la sua storia.

 

Il fiulano Giuseppe Figini

Giuseppe Figini nasce nel 1905 a Trieste nel Friuli Venezia Giulia. Già da ragazzino inizia l’esperienza di pasticciere. Il papà lo manda per due anni, a pagamento, a fare l’apprendista in una rinomata pasticceria, per poi portarlo a lavorare nella sua a Pordenone. Il ragazzo è bravissimo, si specializza nella pasta sfoglie. Negli anni trenta decide di tentare l’apertura di una pasticceria tutta sua, lontano da quella della sua famiglia.

Quindi decide di lasciare Pordenone, e la sua scelta inizialmente è in bilico tra due città: Brescia e Civitavecchia. Ma qualcuno gli suggerisce di dare un’occhiata anche a Littoria, la nuova città che è stata appena fondata. Gliela consiglia pure un suo amico militare, ex mitragliere di Francesco Baracca, eroe dell’aviazione italiana nella prima guerra mondiale, salvo per miracolo perché indisponibile il giorno dell’abbattimento del grande pilota, da parte degli austro ungarici.

Pordenone: la pasticceria storica della famiglia Figini

Giuseppe fa una attenta valutazione dopo aver visitato le tre città. L’ultima a visitare è proprio Littoria dove viene a sapere che diventerà capoluogo di provincia. Inoltre gli operai, che continuano a lavorare per finire di costruirla, prendono uno stipendio tre volte superiore rispetto alla media nazionale, in quanto considerata zona a rischio malaria. Pertanto la sua scelta ricade su Littoria, perché economicamente è la più interessante.

È il 18 dicembre del 1934 quando, in concomitanza con la costituzione ufficiale della provincia di Littoria con tanto di Duce al seguito, in Piazza XXIII Marzo (oggi Piazza della Libertà) Giuseppe inaugura la sua prima pasticceria. È sul lato opposto del ristorante Impero, sotto la Federazione del Fascio. Così anche la nuova città ha la sua prima pasticceria. Giuseppe ha portato con sé anche la moglie Tina e i suoi figli Glauco e Luigi, il terzo nascerà a Littoria nel 1935 e si chiamerà Giuseppe come lui.

Famiglia Figini, Giuseppe è il primo a dx

Il problema maggiore, avendo anche la famiglia, è quello di trovare un’abitazione in affitto. Littoria ha ancora poche case e di gente ce n’è tanta, tra operai, tecnici e impiegati. Riesce a trovare posto a Velletri, ma il più delle volte rimane a dormire nel retrobottega, insieme alla moglie e ai figli. Qualcuno però se ne accorge e gli fa presente che non è legale e allora un conoscente gli trova una sistemazione provvisoria accanto al comune. Poi scoppia la guerra e le prime cannonate arrivano proprio nella piazza, di fronte ai carabinieri. Lì ci sarà anche la prima vittima civile di Littoria, amico di Giuseppe, il signor Branca.

 

I ricordi di Giuseppe Figini, figlio di Giuseppe

Conosco Laura Figini da sempre, ed è un attimo l’appuntamento con il papà Giuseppe, mio assiduo cliente fino alla mia chiusura. Mi presento a casa sua, a trenta metri dalla mia, ad aprirmi la moglie Gemma, una bella signora tutto pepe che gestisce, insieme a sua figlia Laura, il suo rinomato asilo nido “La Miniscuola” dal 1968. Giuseppe ha una mente freschissima nonostante i suoi ottantasei anni. Ha sempre esercitato la professione di avvocato e da quando è andato in pensione il suo studio è passato al figlio Marco.

Come mai ha lo stesso nome di suo padre?

I miei genitori non hanno avuto molta fantasia, pensi che sono nato su un carretto. Mio padre aveva infornato da poco dei cornetti e mia madre gli disse che aveva dolori e che si erano rotte le acque, lui le rispose in friulano di resistere perché altrimenti avrebbe bruciato i cornetti, ma lei non ce l’avrebbe fatta. Allora partirono con il carretto per andare a casa, di fianco al comune, ma io non aspettai e nacqui strada facendo

Quando suo papà trasferì la pasticceria in Corso della Repubblica?

“Dopo la guerra andammo via da Latina, mio padre ebbe paura che la città venisse declassata e aprì una pasticceria a Roma in via delle Quattro Fontane, ricordo che Alcide De Gasperi veniva sempre a mangiare le pastarelle. Poi nel 1946 decise di trasferirsi di nuovo a Latina, perché come città era più vivibile e aprì sul corso.  Nel 1985 mio padre morì e continuò con la pasticceria mio fratello Glauco, l’unico che aveva imparato a fare il pasticciere. Dopo qualche anno, nel 1990, venne a mancare anche Glauco e mio fratello Luigi, che era in società con lui, decise di chiudere”

Giuseppe Figini con la moglie accanto e i suoi tre figli, da sx Glauco, Luigi e Giuseppe

La pasticceria Figini non c’è più da trent’anni, è rimasto solo il ricordo del suo dolce odore di cui siamo rimasti orfani, ma anche del sapore dei diplomatici, delle meringhe e di tutta la pasticceria di sfoglia. Al suo posto, tanto per cambiare, c’è un negozio di abbigliamento. E sì, Corso della Repubblica è proprio cambiato, si è conclusa un’epoca e se ne è aperta un’altra, ma non è così profumata.