
La questione israeliana: confronto Anpi a Sezze
24 Giugno 2021Dovrei parlare domani sulla questione arabo-israeliana a Sezze in un convegno organizzato dell’Anpi di Sezze. L’incontro è figlio di un confronto, dialetticamente acceso, nato dalle vicende degli attacchi di Hamas contro Israele e dalla reazione di quest’ultimo.
Una discussione coordinata da Giancarlo Loffarelli e che avrà come interlocutore Raffele Imbrogno. L’appuntamento è alle 21 al Calabresi a Sezze.
Ora parlare di questo, con i riflettori lontani e senza la contingenza sul campo, potrebbe apparire “distante”, “poco interessante”. Consumiamo gli eventi e le tragedie con la voracità di un mangiatore di ciliegie, ritrovandoci con un gran mal di pancia nell’immediato e senza nulla subito dopo.
Credo invece che è tempo, non solo per questa questione, di passare dall’emozione al ragionamento, dal tifo alla riflessione. Qui non si tratta di trovare soluzioni, problemi complessi non hanno mai soluzioni semplici, ma di capire cosa di questa questione ci riguarda, cosa può insegnare a noi.
Certo ci sono sensibilità diverse. Sono filoisraeliano, e questo lo debbo in premessa, lo debbo alla chiarezza verso i lettori. Sono filoisraeliano per via della epopea degli ebrei per riconquistarsi il diritto ad una Patria, il diritto ad essere nel novero delle nazioni.
Per 1900 anni ad ogni Pasqua (quella ebraica naturalmente) si sono salutati con Hashana, che vuol dire: “oggi siamo in esilio, l’anno prossimo festeggeremo a Gerusalemme”. Ostinati, consapevoli di essere nazione tra le nazioni e… ogni bimbo ebreo che viene al mondo, in qualsiasi parte del mondo, deve saper leggere per leggere la Toràh. Nelle altre religioni ci pensa il sacerdote, è meglio che ci pensi il sacerdote.
Gli ebrei al mondo sono meno di 40 milioni di persone, ma sono quelli che hanno ottenuto più premi Nobel, per la loro forza di ragionare. Metti due ebrei avrai tre modi di pregare Dio. Sono diversi, sono il termometro della libertà del mondo, se sono liberi loro è libero il mondo, se sono perseguitati c’è in giro un Hitler, un Mussolini, uno zar o chi volete voi che inizia da loro per arrivare a negare la libertà al mondo.
Sono filosraeliano anche per la mia coscienza personale, perché riconosco quel pregiudizio che porta tutti gli spettatori de “Il marchese del Grillo” a ridere a crepapelle alla battuta che Soldi fa all’indirizzo dell’ebanista Aronne Piperno, interpretato come brutto, avido: “Ma allora signor marchese non mi pagate?” “No”. “perché il lavoro non è fatto a regola d’arte?” “pe questo manco a dirlo, ma i vostri antenati hanno ucciso Cristo, posso sta ancora un pò incazzato?”.
E ridono… tutti nessuno escluso
Ogni 25 aprile nel corteo per la Liberazione si presentano con la bandiera con la stella di David i reduci della Brigata ebraica, puntualmente giovini con la bandiera della Palestina contestano quella presenza ignorando che la brigata ebraica ha fatto la Resistenza, il gran Mufti di Gerusalemme (guida spirituale dei palestinesi Musulmani) flirtava con Hitler.
Mia nonna, donna piissima, senti una predica di Don Renato Di Veroli, la cui famiglia si era fatta cristiana da secoli. Una predica saggia e bellissima, dotta. Tetta, la vicina di casa che assisteva alla funzione insieme a nonna, commento “Che bella predica, quisso sa chiaccarà”. Nonna commentò: “Ma sempre giudio è”
I cristiani a Pasqua, il venerdì santo, recitano l’ Oremus et pro perfidis Judaeis
«Preghiamo anche per i perfidi Giudei; affinché il Signor Dio nostro tolga il velo dai loro cuori; onde anch’essi riconoscano Gesù Cristo Signor nostro. Dio onnipotente ed eterno, il quale non rigetti dalla tua misericordia neppure i perfidi Giudei, esaudisci le nostre preghiere che ti rivolgiamo a riguardo della cecità di quel popolo; affinché riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano sottratti alle loro tenebre. Per il Signore.» |
(Edmondo Battisti (a cura di), Messale romano latino-italiano con Note storico-liturgiche, Marietti, Torino-Roma, 1921) |
Quando nasce la Repubblica italiana non ha dignità internazionale, è paese sconfitto da una guerra dichiarata a 40 stati diversi. L’Italia conta nello scacchiere internazionale meno di niente. Nasce il 14 maggio 1948 lo Stato di Israele, gli italiani non hanno titolo, ma la Chiesa sì. E la Chiesa si schiera con i palestinesi, perché i cristiani in Palestina erano loro, gli arabi. Poi alla politica della chiesa si somma quella dell’Eni, di Enrico Mattei, e si consolida la posizione filoaraba degli italiani. I democristiani sostengono le posizioni della Chiesa e di Mattei, i comunisti le posizioni anticapitaliste dei palestinesi nella tradizione antiebraica russa, restano con Israele i repubblicani, i liberali, i socialdemocratici e qualche socialista: 10% contro 90%.
Preconcetti, ragioni di realpolitik spiegano l’ostilità a Israele con l’ipocrita distinzione tra stato di Israele e ebrei.
Situazione che porta non a dare ragione agli israeliani ma a spiegare il “presunto torto”. A spiegare perché tra un gruppo terroristico Hamas che opprime per primi i palestinesi e uno Stato democratico dove si dissente, si discute, con parlamentari arabi eletti, ci si schieri con il primo e si dia del “nazista” al secondo.
Il che non vuol dire che Israele abbia ragione, che le sue reazioni siano giuste, a voler solo dire che non sono assurde, che sono possibili.
Gli israeliani sono 8.5 milioni, altri 25 milioni sono sparsi per il mondo, a fronte di 120 milioni di arabi tra Libano, Egitto, Siria, Giordania, e Palestina.
Il 14 maggio del 1948 fu proclamato lo stato di Israele il giorno dopo la proclamazione d’indipendenza d’ Israele (15 maggio 1948) gli eserciti di Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq, e Libano invasero il territorio dello Stato ebraico. Malgrado le ancora deboli strutture del proprio esercito, Israele respinse le forze nemiche e invase la penisola del Sinai. Si pose fine alle ostilità con la tregua del luglio 1948, che permise a Israele di incorporare nei propri confini la Galilea orientale, il Negev e una striscia di territorio fino a Gerusalemme, di cui occupò la metà. Seguì (1949) una serie di trattati di armistizio separati fra lo Stato ebraico e l’Egitto, il Libano, la Giordania e la Siria.
Enciclopedia Treccani
Cacciare gli ebrei dalla Palestina? Ci ha privato Tito nel 70 dopo Cristo e il problema resta nel 2021.
Chi sono i cattivi: nel settembre del 1970 il re di Giordania, Hussein di Giordania represse e caccio i palestinesi residenti nel suo paese, morirono migliaia di palestinesi che furono espulsi in Libano che non li ha mai assorbiti. Buoni cattivi, inter e juve la Storia non è un campionato di calcio.
Nella foto Golda Meir, primo primo ministri israeliano donna, terza donna primo ministro al mondo. Socialista