Serom in quatter… melodia su una vita divisa per 4

Serom in quatter… melodia su una vita divisa per 4

27 Giugno 2021 0 Di Lidano Grassucci
Dedicato a Enzo Eramo (Enzucio) , Giovanni di Trapano (l’Amaretto), Damiano Di Tullio (Il Potzi) e, purtroppo, io (Lillo La Jattuccia). Guest star Daniela Onorati per annata bona.
 
Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione
È invecchiar bene, anzi, direi… benone!
Per quello che ci basta non c’è da andar lontano
E abbiamo fisso in testa un nostro piano
Se e quando moriremo, ma la cosa è insicura
Avremo un paradiso su misura
In tutto somigliante al solito locale
Ma il bere non si paga e non fa male
Francesco Guccini, gli amici

Doveva accadere, quanto è grande il rumore. Mi vesto di tutto punto con la divisa del tempo mio, so che altri tre lo faranno “esattamente come io”.

Era un tempo già da fare, ma ci hanno detto che per un “grave male” non si poteva fare. Noi? Noi abbiamo aspettato come gatti ad un agguato e quando il cielo non era nero abbiamo fatto il salto. Mi vesto di tutto punto, con la nostra divisa mai eguale, ma puntuale e…

Eccoci, siamo tanti ma 4 per contare per contarci addosso che siamo ancora qui. Ogni tanto ricordiamo qualche compagno morto e il vino va alla sua salute.

Siamo reduci di una vita, che vista ora da qui ci pare infinita. Con tutte le sue cose, una per una, e tutta insieme. Sembriamo soldati senza guerre, ma ci siamo tutti accettati e questa guerra non è stata da meno.

Eccolo Enzo passo lento, Gianni avventure da narrare come un gatto con le orecchie morsicate, Damiano dalla pazienza infinita e l’ottimismo che è più di ogni volontà, e a me tocca stare a ricordare, narrare e a far finta che avevamo ragione dei nostri torti uno per uno, a giustificare cose che non hanno giustizia ma che rifaremmo con la stessa letizia. La coca cola non è bestemmia, il vino è un gioiello di Bulgari che noi abbiamo conosciuto sasso di cava e trasportato con camion grandi come montagne.

Eccoci, contiamo gli anni. Di rivoluzioni non parliamo più, di evoluzioni ancora meno ma…

Siamo orfanelli ormai, che per altri sarebbe dire uomini responsabili, per noi è dire bimbi ancora molesti anche se nessuno ci firmerà la giustificazione.

Tanti sono venuti lungo la strada, tanti ci hanno chiuso la strada, tanti ci hanno chiesto di tradire. Noi no, noi no

Serom in quatter col Padola,
el Rodolfo, el Gaina e poeu mi:
quatter amis, quatter malnatt,
vegnu su insemma compagn di gatt.

Giorgio Strehler, Ma mi

Mai, mai a tradire un’amicizia come se fosse un patto scritto nel sangue della nostra storia.

Ci guardano come si guardano i gatti randagi quando si vogliono far vedere, perchè noi, noi quando era il tempo eravamo gatti sui tetti, eravamo segreti nelle anime di ragazze sempiterne belle e mai una parola fosse venuto giù il mondo. Ci dicono “come i vecchietti del bar Lume”, ci guardiamo e constatiamo che mica è lontano dal vero, è il nostro vero.

Oggi il ristorante è di lustrini, il vino ha timbri di mille qualità e il cibo pare così bello ma noi abbiamo mangiato poco, bevuto di più, e delle luci ci fregava poco nelle notti.

Serom in quatter coll’ Enzuccio, l’Amareatto, il Potzi e io e cercavamo di non  soffocare e siamo arrivati qua, cresciti come i gatti.

Si avvicina Daniela, ci sono anche io, vero come è vero che fa caldo. Ma così va. Contiamo gli anni, che non vi dico, perchè se li conti non vi dicono il vero, ne abbiamo molti di più e dovevate vederci tra il niente che si perdeva nel nulla di vicoli stretti a ricorrerci anche sui tetti. Ogni paura d’improvviso sentivi una mano, ogni dolore d’improvviso sentivi un calore. Come se ci avessero detto “aiutatevi che noi non possiamo”. E lo abbiamo fatto, facendolo.