Sul parco l’unico che aveva ragione era Mussolini (Benito)

Sul parco l’unico che aveva ragione era Mussolini (Benito)

11 Agosto 2021 0 Di Maria Corsetti

Spesso ho la tv sintonizzata sul 48, Rai News, così tanto per sapere cosa accade nel mondo. Il problema è che i tg, pur avendo a disposizione l’intero globo terrestre, e quando ci sono le spedizioni spaziali anche di più, ieri sera erano proprio concentrati sulla richiesta di tornare a intitolare i giardinetti di Latina ad Arnaldo Mussolini. Alle 23 metto il seguente post su Facebook: “Perché il problema di Latina è come chiamare i giardinetti”. Dopo 11 ore, alle 10 di mattina. Alle 9 di mattina 64 like e 60 commenti. Neanche quando metto le foto di Biscotto, il mio meraviglioso gatto bengala ho tanto successo.

 

Per me l’unico che ha ragione in questa vicenda è Benito Mussolini. Un dittatore con la passione per le città nuove e in una di queste città, che considera sua, in quanto dittatore può, decide di intitolare il parco a suo fratello Arnaldo. Non c’è trucco, non c’è inganno. In questi casi non ci sono bandi pubblici e concorsi, uno che fa il dittatore decide punto e basta. E, finché rimane dittatore, fa come gli pare. Funziona così, a prescindere da chi sia il fratello.

A un certo punto la storia cambia e cambiano anche i nomi. Anche la democrazia ha una certa sua forza, meno potente nel breve periodo, potentissima se ce la fa a rimanere in piedi.

Poiché il centro era frequentato dalla gente lepina, usa a chiamare “giardinetti” i piccoli parchi pubblici urbani, questo è il nome che prende. Se ci fossero stati i napoletani in centro, sarebbe stata la “villa comunale”.

Passano gli anni, passano i decenni e passa anche la DC. Diventa sindaco Ajmone Finestra, fascista dichiarato, mai pavido del suo passato. Mentre era impegnato a fare il missino e a sognare la poltrona di primo cittadino ha messo su un centro sportivo con piscina e un centro fisioterapico. Un passo guardando al presente, strutture che danno a Latina una fisionomia più cittadina.

Quando diventa sindaco è felice. Difficile tornare al nome di Littoria per la città, però si può tornare al vecchio nome dei giardinetti, che così diventano il parco Mussolini, nome che nessuno ha mai usato, neanche i nostalgici più incalliti. E qui un distinguo va fatto: le nostalgie di Finestra potevano capirsi almeno da un punto di vista umano, visto che per rimanere saldo sui suoi punti è andato abbastanza vicino alla fucilazione. Le nostalgie di chi è nato in pieno boom economico si capiscono un po’ meno. Ma è un mio limite, evidentemente quello di non capire il filo rosso (mi dispiace, è rosso) che lega le due realtà.

Comunque stiano le cose, il parco Mussolini rimane tale per qualche decennio, neanche ai commissari straordinari interessa molto, tanto che tutti lo chiamano “I giardinetti”.

Un mucchietto di giostre che a quanto pare erano abusive, una pista di pattinaggio dismessa, e tanto verde dove favorire le deiezioni dei cani. Il tutto intitolato ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce.

Ho descritto così i giardinetti che invece sono un polmone verde nel cuore della città, con una varietà botanica importante e bei viali, ma qui stiamo discutendo del nome e che la pista di pattinaggio sia un rudere è vero.

Arriva Coletta, il sindaco Damiano Coletta. Fa togliere le giostre, la pista di pattinaggio rimane un rudere. Decide di cambiare nome e invece di chiamarli “I giardinetti”, decide di intitolare il parco a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due giganti a cui andrebbe intitolata un’intera città. Il problema è che l’operazione sa un po’ di retorica. Molto più dell’operazione di Finestra. Il messaggio è chiaro: noi siamo per la legalità. Nessuno lo mette in dubbio, ma lasciate che sia la storia a dare un giudizio. Siccome San Marco aveva già una chiesa e una piazza forse era più opportuno intitolargli il Parco San Marco. Ma nell’epoca prima del lockdown il Parco San Marco era un punto interrogativo “dietro l’ospedale”, non quella bella passeggiata d’inverno che è oggi.

In ogni caso io preferisco, quando porto i miei studenti a visitare Latina, raccontare chi fossero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino piuttosto che Arnaldo Mussolini. Di Benito posso parlare, ma Arnaldo non vedo cosa possa significare più del fratello nella storia italiana.

 

Nella foto di copertina: il mio gatto Biscotto per fare più like