
Ave Maria di un laico. Scusate se mi ricordo il pregare
15 Dicembre 2021Mi è venuto a cercare un mio racconto di tanto tempo fa, un racconto che ho scritto in raccordo con… con la mia religiosissima educazione che forse spiega la mia laica esistenza. Ma siamo quello che abbiamo assorbito quando ci hanno tramandato il vivere, di vita in vita. Una preghiera, prima di insegnarci a parlare ci hanno insegnato a pregare, perché nelle preghiere valgono le intenzioni non le dichiarazioni. Maria è “ultima speme di tutti i tribulati”, è la madre universale che non nega alcuno, anche il figlio sbagliato. Così mi sono fatto uomo nei miei dubbi per il bimbo pieno di certezza indispensabili per crescere. In questa preghiera c’è tutta la civiltà, quello che ci fa diversi, unici, ma mai arroganti, boriosi, padroni. Io ho imparato l’umiltà. Se mi chiedete se lei c’è, io dico che nulla c’è dopo per quanto è intenso questo mentre. Ma se la domanda è per il bimbo che sono stato, per il bimbo che la recitava in latino vi dico che esiste, è vera, mi ha accarezzato con le mani di mia madre, mi ha difeso con le unghie di mia nonna, mi ha baciato nella via del farmi uomo, mi ha ferito per curarmi. Mi ha fatto sperare quando nulla era sperabile. Non mi segno e non prego, ma quando sento iniziare questo pregare, la parola va da sola, le parole si incastrano e so pregare. Mio padre bestemmiava e non pregava ma all’ardire di una salita chiedeva a lei l’aiuto e sulla cima ringraziava. Vi pare poco? E’ tutto.
Esiste una preghiera così bella che si recita la sera, quando prima del sonno si chiamano i sogni. La recitava mia nonna nel caldo di un letto che non doveva essere la paura del buio, e fuori gelava e la lampadina era “fioca da 30 candele”.
Poi si spegnevano le luci. Io, dopo l’amen, “segnavo” tutti i nomi dei miei gatti, quelli che mi accompagnarono, da bimbo a ragazzino spingendomi a diventare uomo.
Poi cominciai, in quel ricordo, a mettere nomi di persone che mi avevano insegnato, come i gatti, a stare qui, qui in questo mondo.
Oltre non ho più pregato, ma…
ogni tanto, si talvolta, qualche volta (ogni volta) la lingua va da se, come cantante che non ricorda lo spartito e poi dopo la prima nota non si ferma più e fa tutta la canzone e sfiora i tasti al piano con le dita che vanno da sole.
Ave Maria,
Ti saluto Maria che il salutare è il sole del mattino che torna al destino e riconosce la terra fertile, è quel calore che fa di seme germoglio, che fa verde la terra a primavera. Ti saluto che è il saluto ad ogni creatura di questo creato, giusta comunque creata dal suo creatore
gratia plena,
Piena di Grazia, che è bellezza, perfetta nell’armonia di questo mondo ove ogni goccia è indispensabile al mare, ed ogni mare è grande per una goccia. Tu che sei piena di Dio
Dominus tecum,
Il signore è con te, a te ha chiesto “grazia” lui che è Grazia, ha chiesto a te umile l’ardire di farsi uomo, lui che ardire ha generato e di nulla ha bisogno perchè è il creato, ma a te ha chiesto l’unica cosa che non ha, essere uomo e solo te hai quel dono
benedicta tu in mulieribus,
Benedetta nel benedire ogni donna per il frutto che ogni donna ha che è ogni vita su questo creato senza eccezione alcuna e tutte figlie, comunque, di amore che nato il domani non ha mai dolore dopo il grande dolore di venirci a trovare
et benedictus fructus ventris tui, Iesus
benedetto il figlio del ventre di donna, e il tuo ventre ha benedetto il Messia di ogni domani
Sancta Maria, mater Dei,ora pro nobis peccatoribus,
Tu sola puoi pregare l’Altissimo per noi, madre di tutti che nessuno lasci orfano e anche lui di te è figlio eguale a chi soffre perché qui ha imparato a soffrire e tu lo hai pianto giovane tornato al padre e al padre chiedi di lenire quel soffrire di cui hai sofferto dal ventre di madre all’odio della croce
nunc et in hora mortis nostrae
ora e quando non ci sarà il tuo ventre a difenderci ma la fine di ogni giorno che è la notte con i brividi della sera e il timore del nero buio senza sogni, freddo che il tuo calore scalda
Amen.
sia così, perché sia che è che ogni uomo ha madre ed anche chi ha creato ha bisogno di sentire quel caldo di madre e tu sei ogni madre nessuna esclusa