Cesare Bruni, il supercollezionista ideatore del mercatino della memoria
31 Luglio 2022Passeggiando per la città sento dire spesso che Latina non ha tradizioni, eppure in passato qualcuno ha tentato di crearle, poi interrotte dai vari politicanti che si sono succeduti nel tempo. Penso ad esempio al Premio Tascabile che ha fatto conoscere la nostra città al di fuori della provincia. L’appuntamento era annuale e i più apprezzati scrittori venivano in Piazza del Popolo a presentare i propri libri. Allora mi sono chiesto qual è oggi una tradizione della nostra città a cui siamo tutti legati, e il pensiero è andato subito al mercatino della memoria che si svolge da ventotto anni, ogni prima domenica del mese, in Piazza del Popolo. L’ideatore di questo irrinunciabile appuntamento è Cesare Bruni.
Latina da sempre è stata città di mercato, sin dai tempi di Littoria. Dal mercato coperto, per i prodotti della nostra terra e del nostro mare, a quello del martedì, famoso per gli stracci americani, così famoso da attirare gente da Roma. Perfino stilisti e personaggi celebri sono venuti a Latina per visitarlo. Il mercato è un luogo dove potersi incontrare, socializzare e scambiare due chiacchiere con un amico o con chi non si conosce. Ma io voglio raccontarvi di un altro mercato, anzi di un mercatino che ha conquistato il cuore dei latinensi e non solo, è il mercatino della memoria ideato da Cesare Bruni, il supercollezionista di Latina.
Tutti attendono il mercatino ogni prima domenica del mese in Piazza del Popolo. Per noi latinensi è diventato un appuntamento irrinunciabile. La piazza si anima già la mattina presto. I primi visitatori arrivano per vedere le novità e iniziare le trattative. I rintocchi dell’orologio della torre civica cadenzano il tempo e rendono affascinante la permanenza, mentre spulci tra i banchi pieni di memoria. Tanti oggetti d’epoca, come cartoline, libri, mobili, quadri… è bello immergersi nel passato della nostra città.
Piazza del Popolo prende vita e a volte sembra di stare in altre città, per quanto affollata. Il mercatino porta allegria ed è facile incontrare qualcuno per una chiacchierata, prima di andare al rituale pranzo domenicale con la famiglia. Tutti sperano che la prima domenica del mese il tempo sia clemente e che ci doni la nostra bella piazza piena di gente e piacevolmente rumorosa.
Cesare Bruni e la sua idea del mercatino della memoria
Cesare Bruni nasce a Latina il 15 gennaio del 1964, ma per un incidente di percorso, perché i genitori, Franco e Giuseppina sono di Roccagorga, paese dei monti Lepini. A causa di un parto cesareo sono costretti a scendere a Latina. Il nonno di Cesare è il primo elettricista di Roccagorga e il papà Franco continua la tradizione. La mamma Giuseppina si occupa della famiglia. Nel 1969 la famiglia Bruni si trasferisce a Latina, quando l’azienda per cui lavora Franco viene assorbita dalla nazionalizzata ENEL. Per Giuseppina è quasi un trauma lasciare il suo amato paese. Ma ci tornerà tutti i fine settimana.
Cesare, dopo il fratello Bruno, è il secondo figlio. Nascerà poi la sorella Dolcissima. La prima notte che Cesare trascorre a Latina è il 18 dicembre del 1969, data di anniversario della città. Sarà quello il segno del suo destino. Da piccolo giocare con i soldatini è il suo passatempo preferito. Le scuole le inizia a Latina: già dalle medie tira fuori la passione per la storia, soprattutto per le due guerre mondiali. Quando inizia a frequentare il liceo scientifico Majorana si appassiona anche alla politica. Contrariamente ai suoi paesani di origine, che sono in maggioranza comunisti, non per niente viene definita la Stalingrado dei Lepini, sceglie di stare dall’altra parte e inizia a militare nei gruppi di destra.
Finito il liceo si iscrive bizzarramente alla facoltà di veterinaria di Perugia, ma dopo neanche un anno cambia con giurisprudenza. Trascorsi due anni, all’attivo ha solo due esami. L’unico risultato positivo è il brevetto civile da paracadutista. Decide così di tornare a Latina e partire per il periodo di leva. Inizia a studiare più costantemente, sempre giurisprudenza, ma alla Sapienza di Roma. Dopo il militare, oltre gli studi fa volontariato nell’orfanotrofio di Pontinia. Successivamente, dopo la morte di un caro amico, nella comunità Incontro di Don Gelmini. Poi per molti anni nell’associazione Migrantes diretta da Benito Forte.
Nel 1994 finalmente la laurea. Ma già da bambino il suo chiodo fisso è quello di raccogliere materiale d’epoca: dai francobolli, alle cartoline, ai libri di storia e a tutto ciò che riguarda la guerra. È il piccolo rigattiere di famiglia e i genitori se ne fanno una ragione. Alla fine degli anni ottanta inizia la sua collezione delle cartoline di Littoria. Il mercato romano di Porta Portese, per Cesare, è una vera fucina di fotografie della città di fondazione. Più in là inizierà la sua preziosa collezione su Gabriele D’Annunzio. A oggi è considerato tra i più importanti collezionisti italiani del “l’Immaginifico”.
Nel 1997 supera l’esame di Stato e si iscrive all’Albo degli avvocati. Nello stesso anno entra in politica e nel secondo mandato del sindaco Ajmone Finestra è l’ultimo degli eletti. Entra così in consiglio comunale con il partito di Alleanza Nazionale. Partecipa alla vita politica della città fino al 2016, quando decide di uscirne perché non in linea con nessun partito della coalizione di centro destra.
L’incontro con Cesare Bruni al Circolo Cittadino
Io e Cesare ci conosciamo da molti anni, grazie all’amicizia che mi lega al fratello Bruno. Decidiamo di incontrarci al Circolo Cittadino, e non poteva essere diversamente, visto il rapporto sentimentale che abbiamo entrambi con la nostra città. Sotto il portico del Circolo ci sono altre persone, con cui sta scambiando saluti. Uno di loro è un compagno dell’ex partito comunista. Saluta Cesare con il pugno chiuso e Cesare accenna il saluto romano. Ridono entrambi, scambiano qualche battuta e il compagno dice: “A Ce’, se te candidi tu come sindaco ti voto e guarda che non scherzo” lui ride e pure io. “Non c’è più religione” penso a voce alta. La nostra chiacchierata si sposta nella grande sala lettura del Circolo.
Cesare raccontami un po’ la storia del mercatino della memoria. Come è nata questa idea?
“Nel 1990 mi giunse voce che al bar Cifra di via Bixio, angolo via Ferrucci, la domenica mattina si riunivano quattro collezionisti. Andai a vedere e mi aggiunsi a loro. Ci scambiavamo e vendevamo i nostri oggetti d’epoca. Riscontrammo molti consensi da parte delle persone che capitavano da quelle parti. In quel periodo andavo spesso nei mercatini di altre città e mi venne l’idea di replicarlo a Latina. Il primo a credere in me fu il mio compianto amico Rino Lopa, anche lui collezionista”
Come hai fatto poi a realizzare l’idea?
“Parlai direttamente con il sindaco Ajmone Finestra, che rimase entusiasta dell’idea. Ovviamente ne parlò con i suoi fedelissimi e anche loro apprezzarono. Il 18 dicembre del 1994 facemmo il primo mercatino della memoria in Piazza del Popolo. Considera che il giorno prima aveva piovuto a dirotto, e noi eravamo disperati, ma la mattina uscì un sole splendente e tutti felici e contenti. Disponemmo i trenta espositori e fu un grande successo di pubblico e di vendite. Dal 1995 l’appuntamento divenne come è ancora oggi, ogni prima domenica del mese”
Oggi è diventato un appuntamento irrinunciabile per la città, quanto sei soddisfatto?
“Molto soddisfatto, perché vuol di re che abbiamo lavorato bene. Oggi il mercatino di Latina è divenuto uno dei più importanti del centro sud, sul cartaceo sicuramente il più importante del Lazio. Vengono addirittura collezionisti da fuori regione, che qui non sarebbero mai venuti. E poi svolge anche un ruolo sociale, è diventato un pilastro fondamentale per far vivere la piazza come luogo di aggregazione. Non bisogna dimenticare che è stata la prima manifestazione ad ospitare, a titolo gratuito, le associazioni di volontariato e comitati parrocchiali. Inoltre il mercatino ha contribuito a sostenere tante famiglie in difficoltà, consentendo loro di vendere oggetti non più in uso. Anche molti bambini sono cresciuti vendendo i propri giocattoli e per loro è stato molto educativo.”
Credi che il mercatino abbia contribuito a elevare culturalmente la città?
“Ne sono più che convinto. Tra le cose più vendute ci sono i libri da collezione e anche quelli usati. Vorrei aggiungere che quest’anno Latina compie novant’anni e il mercatino l’anno prossimo arriva a trenta, ci siamo da un terzo della vita di questa città”
E con i commercianti del centro hai avuto problemi?
“Ci tengo a precisare che il nostro format è molto rigido, proprio per rispettare i commercianti del territorio, anzi la funzione del mercatino è quella di portare gente in centro per il beneficio di tutti”
Oltre al mercatino hai organizzato diverse mostre, ma credo che alcune siano state di livello nazionale
“Nel 2012, al Palazzo M, feci quella su Gabriele D’Annunzio. Nel 2015, al Museo della Terra Pontina, quella sul centenario della grande guerra e nel 2018 sulla vittoria dell’Italia sempre riferita alla prima guerra mondiale. Però a una tengo in modo particolare, quella dell’ottantesimo anniversario della città. Esposi in quell’occasione mille e duecento documenti e foto di Littoria Latina, due nomi di una città unica”
Ultima domanda: tornerai a fare politica?
“Assolutamente sì” Mi risponde sorridendo. Come, quando e con chi lo scopriremo solo vivendo.
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