Ex Enal a Latina scalo: la musica classica invade il Villaggio

Ex Enal a Latina scalo: la musica classica invade il Villaggio

26 Febbraio 2023 0 Di Davide FacilePenna

A Latina Scalo, che i miei nonni hanno sempre chiamato “Il Villaggio”, nel 2011 la politica locale, che io bacchetto sempre, riuscì ad azzeccarne una e non posso non darne atto. Prese e ristrutturò, con soldi delle casse comunali e regionali, un immobile che, da decenni giaceva, tristemente abbandonato, all’incrocio tra via della Stazione e via del
Murillo.
Era l’edificio dell’ENAL costruito negli anni Trenta, in tipico stile razionalista, per il dopo- lavoro del personale della vicina Stazione Ferroviaria. Nel Dopoguerra e fino agli anni Settanta, quel posto fu soprattutto il Cinema del Villaggio.
Si racconta che i ragazzi e le ragazze della zona riempissero la piccola sala all’inverosimile, pur di vedere i divi di Hollywood che, con baffetti d’ordinanza e vestiti da improbabili pirati, assaltavano, a colpi di cannone, le navi da predare.
Rimase leggendaria una performance di un mio parente, ora molto anziano, che una volta nel buio della sala, profittando di un romantico abbraccio tra pirata e damigella, cercò di baciare una donzella dei Monti Lepini, ricevendone in cambio un sonoro ceffone, che, pare, risuonò fino a Sermoneta.
Quel mio parente era, però, un tipo scaltro e non si perse d’animo; alzandosi in piedi urlò verso la ragazza “Guardi che se non la smette di parlare e fare confusione, ne prende un altro. Cerchiamo di rispettare la magia del Cinema”
Dopo la ristrutturazione, l’Ex Cinema ENAL, ha vissuto un periodo di incertezza nella gestione, fino a quando, alcuni anni fa, è diventata una delle Case di Quartiere di Latina, gestita da associazioni di cittadini che la utilizzano come  spazio per promuovere socialità e cultura.
Sabato scorso hanno però voluto esagerare all’Ex ENAL. Anzi ha esagerato Flavia Di Tomasso, occhialuta maestra di musica e violoncellista che, con la sua Luogo Arte ci ha portato addirittura Vivaldi e Bach. Noi eredi degli schiaffeggiati furbacchioni abbiamo sentito la poesia della musica classica che non conosciamo ma che ci è piaciuta moltissimo.
Oltre a Flavia ed al suo Violino, sul palco, che un tempo fu schermo per la celluloide, c’erano altri quattro bravissimi musicisti, tutti rigorosamente di nero vestiti, che hanno alternato sinfonie in sol maggiore ed in la minore, arie ed allegri-andanti-allegri.
C’era il Maestro Martelli Claudio, che non è l’ex Ministro Socialista e che ha avuto un moto di gentilezza per i pochi con le orecchie profane come le mie “ora faremo un’aria che tutti conoscete per forza, perché la suonano spesso ai matrimoni” La conoscevo, ma perché era la sigla di una trasmissione televisiva. Ho fatto il sapiente. C’erano anche Gianluca Nobile Orazio (Contrabbasso), Cecilia Iacomini (Viola) ed Aurora Macci (Violoncello).
C’era anche l’altro Violino, Vincenzo Tedesco, che ha spiegato come sarebbe stato agevole sentire la differenza tra Bach e Vivaldi.
Chiaramente, pure in questo caso, ho fatto sì con la testa per non fare la figura del cialtrone ignorante. Tanto, differenze o meno tra Vivaldi e Bach, mi sono piaciuti tutti e due.