Orlando Cappelletti, storia di una trattoria e del mio amico Nando

Orlando Cappelletti, storia di una trattoria e del mio amico Nando

26 Febbraio 2023 0 Di Emilio Andreoli

Negli anni trenta, i nuovi abitanti dell’Agro Pontino, provenienti un po’ da tutta Italia,  portarono usi e costumi diversi. E se stentarono a formare una comunità coesa (ancora oggi si stenta), sul cibo e sul modo di cucinare, le loro differenze furono senza dubbio un valore aggiunto. Negli anni molte persone, dalle diverse provenienze, si sono mescolate generando una gioventù di rara bellezza. Questo è accaduto anche per i sapori. Nelle prime mense della città vennero proposte le specialità dei propri luoghi di origine. A Borgo Sabotino, dalla Padovana, si mangiavano specialità venete; al ristorante Impero, quelle romane e nella trattoria Cappelletti quelle dei monti Lepini. Quest’ultima l’aprì, nel 1954, Orlando Cappelletti. Vi racconterò di lui, ma anche del figlio Nando.

Nell’Agro Pontino, dagli anni trenta in poi, arrivarono persone da tutta Italia in cerca di fortuna. Alcuni provenivano dal settore gastronomico, altri iniziarono l’arte aprendo piccole osterie. Ognuno di loro proponeva piatti della propria terra di origine.

Nei luoghi di struscio e nei the danzanti, le persone iniziarono a conoscersi. Magari un veneto si innamorava di una paesana del luogo o viceversa; una siciliana con un ferrarese; un Friulano con una romana… Insomma, a Latina, iniziò la contaminazione dell’amore e anche dei cibi. Con lo sviluppo industriale e l’arrivo di tante altre persone, i vari ristoratori si adeguarono alle esigenze e i menù vennero allargati ad altre pietanze. Senza però tradire i loro piatti tipici.

Nel tempo Latina si è arricchita di nuovi sapori, con i ristoranti cinesi, indiani, arabi e addirittura con uno etiope. Potremmo dire che Latina è una città tutta da assaporare. Anche nel vino non siamo secondi a nessuno. Il nostro territorio, con le colline e la vicinanza al mare, produce vitigni di ottima qualità. Ma veniamo al nocciolo di questo racconto. La trattoria Cappelletti è rimasta nel cuore di molti latinensi, anche se non c’è più dal 1996. Per questo ho deciso di scrivere questa storia, per non perderne memoria. Vi racconterò di Orlando Cappelletti, ma anche di suo figlio Nando, un amico a cui ho voluto molto bene. In sostanza due storie in una.

Orlando Cappelletti, storia di una trattoria

Orlando Cappelletti nasce a Norma il 21 marzo del 1921. Da giovane si arruola nella Guardia di Finanza. Dopo la guerra viene trasferito in una caserma di Roma ed è proprio lì che incontra, per caso, una ragazza abruzzese, di dieci anni più giovane, che fa la sarta. Il suo nome è Marisa, ma tutti la chiamano Isa. Il loro è un amore fulmineo: si vedranno solo tre volte e poi si sposeranno. Nel frattempo, viene trasferito nella caserma di Santa Marinella in provincia di Roma. Ma è a Latina che nel 1951 nascerà Nando, il loro primo e unico figlio. Anche se vivranno ancora per qualche anno, nella cittadina romana nella quale Orlando lavora.

1954, foto di famiglia: da sx Orlando Cappelletti, la moglie Isa, il piccolo Nando, la sorella Savina e il cognato Floro

Nel 1952 sua sorella Savina, insieme al marito Floro, apre una vineria a Latina in via Fabio Filzi, alle spalle di Piazza Dante. È così inizia a balenare in Orlando, l’idea di aprire un’osteria. Lo pensa anche per riunire tutta la famiglia che da Norma scenderebbe in città. Nel 1954, quell’idea diviene realtà. Riesce a trovare un locale In via Volturno, nelle adiacenze dello stadio, e parte l’avventura. Savina chiude la vineria e va a lavorare insieme al fratello e a Isa. Orlando per parecchi anni farà il pendolare. Ogni pomeriggio torna da Santa Marinella, toglie la divisa da finanziere, la poggia al solito appendiabiti e veste i panni da oste.

All’inizio funziona principalmente da vineria, mentre il retrobottega viene adattato ad abitazione. I coloni arrivano in bicicletta e si fermano per una grappa o per un bicchiere di vino. Isa e Savina preparano all’occorrenza qualche pasto frugale. Saranno gli anni sessanta a dare una svolta all’osteria Cappelletti. A Latina stanno costruendo la centrale nucleare più potente d’Europa e la città si è riempita di operai e tecnici, provenienti dal nord. L’osteria diverrà una vera trattoria, con le pietanze che cambiano ogni giorno per i clienti ormai stanziali. Un vero boom economico per la famiglia Cappelletti.

La famiglia Cappelletti: Orlano, Nando e Isa

Le specialità di Isa, aiutata dalla cognata Savina, sono: lasagne, cannelloni, crepes, tagliatelle, gnocchi… tutto fatto a mano. Per i secondi: polpette, preparate con il macinato fatto da lei, pollo alla cacciatora, animelle, trippa… I dolci fatti in casa: zuppa inglese, crostata e dolci al cucchiaio. E Orlando? Lui è l’addetto alla pasta, il mantecatore ufficiale, per poi lavare i piatti a fine serata. La trattoria Cappelletti è a totale conduzione famigliare. Chi la frequenta ha la sensazione di essere ospite a casa di amici, con tanto di televisione.

1977, trattoria Cappelletti: tavola apparecchiata per la squadra del Latina calcio

Nella seconda metà degli anni settanta, il mister Leonardi, allenatore della squadra di calcio del Latina, decide di far mangiare la domenica i suoi calciatori nella trattoria di Orlando, prima di ogni partita casalinga, visto che è a due passi dallo stadio. Alle undici i giocatori trovano già apparecchiato con un pasto leggero, ma se la squadra dovesse vincere si torna da Cappelletti a mangiare come si deve. A mezzogiorno,  lasciano il posto alla squadra avversaria. Alle tredici la famiglia Cappelletti ha già sistemato tutto per i clienti abituali. Intanto Nando cresce e, quando può, da una mano ai suoi genitori.

Esterno della trattoria Cappelletti. Orlando con giocatori e tifosi del Latina

Le persone che frequentano abitualmente il locale, sono così affezionate che scelgono sempre lo stesso tavolo. Addirittura uno di loro fa preparare una pergamena dove ringrazia la famiglia Cappelletti, per essere cresciuto nella loro trattoria in cui ha mangiato, tutti i giorni, dal 1961 al 1986. Orlando, Isa e Savina , nel 1996, decidono di andare definitivamente in pensione. La trattoria Cappelletti, nei suoi quarantadue anni di attività, sarà citata nella prestigiosa guida del Gambero Rosso.

Pergamena donata da un cliente che ha pranzato nella trattoria Cappelletti tutti i giorni per 25 anni

Nando Cappelletti e la politica attaccata addosso

La mia passione per le storie della città è nata parlando con le persone più grandi di me e Nando lo era. Lo avevo conosciuto da adolescente, quando iniziai a frequentare Piazza della Libertà. La gioventù di Latina era tutta lì, tra il giro di Peppe e la piazza. Lo ricordo con la sua Fiat 131 Mirafiori bianca. Mi accorsi subito che era un ragazzo carismatico: punto di riferimento della sua comitiva.

Nando Cappelletti in divisa da scolaretto

Sono gli anni delle lotte politiche: lui è dichiaratamente schierato a destra. Dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico Industriale, si iscrive a Ingegneria, ma dopo un anno decide di cambiare facoltà e frequentare architettura. Nel 1972 si iscrive al FUAN, Fronte Universitario di Azione Nazionale, e a Latina frequenta la sede dell’MSI. La politica è la sua passione, ma inizia a pensare anche al lavoro. Nel 1976, insieme al suo amico Maurizio Guercio, apre un’agenzia di pubblicità e comunicazione grafica, si chiama “Idea NA.MA.”.

A Nando mancano solo tre esami alla laurea, ma per i suoi impegni di lavoro e di famiglia non la raggiungerà mai. Nel 1983 sposa Mara e con lei avrà due figli, Marco e Giulia. Dieci anni dopo, nel 1993, il Senatore Ajmone Finestra si candida alle comunali di Latina e lo chiama per affidargli la sua campagna elettorale. Lo conosce da una vita e si fida ciecamente di lui. Conosce anche la sua etica e sa che non lo tradirebbe mai. A Nando la politica gli è rimasta attaccata addosso e quella è l’occasione giusta per dimostrarlo.

1993, Nando Cappelletti incaricato da Ajmone Finestra per la campagna elettorale

Ajmone Finestra, appena eletto sindaco, lo nomina coordinatore di immagine e comunicazione. Diverrà il suo braccio destro, ma le cose nel secondo mandato non andranno come avrebbero voluto. Il piano regolatore dell’architetto Pier Luigi Cervellati, voluto fortemente da Finestra e Cappelletti, per evitare speculazioni edilizie a danno della città, sarà boicottato proprio dagli alleati. Nando Cappelletti, con grande amarezza, sarà il primo a dimettersi.

4 ottobre 2003, Antonio Pennacchi presenta il libro fotografico di Nando Cappelletti

Il 4 ottobre 2003 pubblica un libro fotografico dal titolo emblematico: “Latina mon amour” presentato dallo scrittore Antonio Pennacchi. Nelle amministrative del 2007 si candiderà come sindaco indipendente, in contrasto con Alleanza Nazionale, ma non sarà eletto.

Io e il mio amico Nando

Nella seconda metà degli anni ottanta io e Nando frequentammo un corso organizzato dall’associazione sommelier. Due anni splendidi e serate indimenticabili, nei vari ristoranti del territorio pontino e romano, a degustare vini. Memorabile un weekend, organizzato dalla nostra amica sommelier, Daniela Scrobogna, che ci portò in Piemonte, nelle Langhe, alla fiera del tartufo. Lì saldammo la nostra amicizia. Sapeva che non ero interessato alla politica, ma entrambi condividevamo la passione per la nostra città. Anche lui, come me, innamorato di Latina. Come avrei potuto non volergli bene?!

Professionalmente molto preparato: in quel periodo gli feci realizzare il logo del mio negozio: oggi esposto nel museo MUG della famiglia Giannini.

Fine anni ’70, Nando Cappelletti e Ferdinando Parisella a Parigi

Ferdinando Parisella dice di Nando

Ferdinando Parisella, grande amico di Nando Cappelletti, lo rintraccio telefonicamente. Da diversi anni vive a Trevignano Romano, dove ha un ristorante sulle rive del lago di Bracciano. A Latina portò il primo vero pub, il Doolin. Ogni volta che capita di parlare di Nando ci emozioniamo:

Come hai conosciuto Nando?

“Lo conobbi nella sede dell’MSI. Avevamo le stesse ideologie. Lui aveva qualche anno in più, ma a me piaceva frequentare persone più grandi. Nacque così una profonda amicizia”

Qualche ricordo?

“Nando era andato a Parigi per una fiera e io per raggiungerlo feci l’autostop. Ci divertimmo tantissimo in quei giorni parigini. Alla fine degli anni ottanta, dopo tante battaglie politiche andammo a una conferenza. Lì trovammo alcuni ex di Lotta Continua. Ricordo Sabino Vona e Antonio Pennacchi che un tempo era stato fascio, per poi passare dalla parte opposta. Dopo tanti litigi ci eravamo ritrovati e, incredibilmente, con molti punti in comune, soprattutto sulla città di fondazione. Nando riuscì a farlo riappacificare anche con Finestra. L’amicizia tra me, Antonio e Nando è durata fino alla fine”

Ci pensi ogni tanto a Nando?

“Capita spesso di pensare a lui e ci parlo come se lo avessi accanto a me. Ogni anno raduno gli amici più stretti e andiamo al cimitero a trovarlo. Passiamo un’ora a cazzarare, vicino a lui. Sono convinto che ci ascolti e faccia la sua solita risatina”

Una delle ultime immagini di Nando Cappelletti

 Era domenica quel 6 settembre del 2009. Nando aveva deciso di passare il fine settimana nella casa materna a S. Agapito, in provincia di Rieti, quando fu colpito da un malore improvviso, lasciando tutti di stucco. Latina aveva perso un innamorato e io piansi.

Ringrazio Marco Cappelleti, per le bellissime foto di suo papà e dei nonni, che purtroppo sono venuti a mancare qualche anno dopo la scomparsa di Nando. Un abbraccio a Giulia e a Mara.