Un passaporto val bene un viaggio a Gaeta

Un passaporto val bene un viaggio a Gaeta

27 Febbraio 2023 1 Di Maria Corsetti

A tre anni da quella fine di febbraio 2020, vigilia di un mondo che cambiava e sembrava che da questo cambiamento si uscisse tanto migliori, perché se la medaglia d’oro degli slogan più smentiti di tutti i tempi va ad “Andrà tutto bene”, quella d’argento va a “Saremo migliori”, infatti non si conta che tempo eccellente stiamo vivendo, la domanda è cosa resta del covid.

La traccia più evidente sono i dispenser dell’amuchina, il più delle volte vuoti, lasciati lì incozziti, con l’ultima goccia di gel solidificata sul beccuccio. Rimane la mascherina in borsa. Lurida, ma serve per andare dal medico.

E rimane una montagna di richieste di rinnovo passaporto. In questa tana libera tutti, passata un po’ in sordina che nel 2021 ci hanno rinchiusi di nuovo, tra una votazione e l’altra, mentre si ribalta il cassetto delle cose che servono ogni tanto, alla ricerca della tessera elettorale, l’occhio va sul passaporto e la domanda è: ma sarà ancora valido? No. Il problema è che questa domanda ce la siamo fatta in tanti e da un giorno all’altro le Questure si sono ritrovati alle prese con un esercito di vacanzieri impavidi che tanto ho fatto la quarta dose e ho preso anche il covid quindi posso partire.

È luglio 2022 quando realizzo che il mio passaporto è scaduto qualche mese prima. Nessun problema, penso, l’ufficio passaporti di Latina ha sempre brillanto per super efficienza, in un paio di giorni lo avevi bello pronto, se avevi tanta fretta non c’era nessun bisogno di essere raccomandati, perché quell’ufficio sembrava essere fatto su misura per i last minute. Solo che accadeva dieci anni fa. Entro spavalda a Palazzo M ed esco con la coda tra le gambe. Intanto bisogna prenotare l’appuntamento online, mesi prima. Vai sulla piattaforma, entra con lo spid, ricordati la password dello spid, al quinto tentativo si blocca tutto, riprova tra 24 ore. Dopo 24 ore clikka su password dimenticata, inserisci il codice otp arrivato per sms, metti la nuova password che non va bene perché è uguale a quella precedente, l’unica che non avevi provata, inventa una nuova password che dimenticherai nel giro di dieci minuti. Da luglio il primo appuntamento possibile è a ottobre. Solo che quel giorno di ottobre non posso. Quindi a ottobre ripeto tutta la procedura, compreso il reset della password dello spid e il primo appuntamento possibile è ilfebbraio a Gaeta. Lo prendo, ci sto, va bene, farò tutto il possibile per esserci.

Una settimana prima del 2 febbraio, inusuale da parte mia, in genere ci vado 10 minuti prima, vado alle Poste per pagare il bollettino di 42 euro e cinquanta.

Non trovo il prestampato, lo compilo a mano. Il conto corrente quello è, i soldi quelli sono, io sono io. Ma il ragazzo allo sportello mi dice che non lo può accettare perché occorre quello precompilato. Gli dico che non c’è. Mi risponde che infatti non c’è perché con gli open day delle Questure, per i passaporti appunto, i bollettini sono andati esauriti. Avrei dovuto replicare che non è un problema mio, ma di Poste Italiane e siccome io sono lì e non c’è un altro modo per pagare, Poste italiane mi deve tirare fuori il bollettino. Ma in fondo ho una settimana di tempo, decido di essere comprensiva. Sei giorni volano e alla vigilia del mio appuntamento in Questura a Gaeta torno alle Poste, di nuovo quelle centrali di Latina. E i bollettini non ci sono.

Dunque, ho le foto, ne ho fatte diverse finché una è uscita appena decente, memore di quando dieci anni fa una foto tessera fu più una foto tomba che non ho avuto mai il coraggio di mettere su alcun documento. La marca da bollo si compra dal tabaccaio. Io domani ho il mio appuntamento e rischio di saltarlo perché non ho il bollettino. Mi indigno su whatsapp e da una chat qualcuno mi fornisce un preziosissimo bollettino prestampato. Non sto scherzando è andata proprio così.

Il giorno dopo vado a Gaeta, ma sento le leggi di Murphy, tutte, incombere su di me. Vuoi che non abbia dimenticato qualcosa? Infatti, ho dimenticato di stampare il modulo che si genera quando fai la domanda. Panico. Il mio. Perché dall’altra parte dello sportello mi si dice con grande gentilezza: “Signora vada sul sito e lo prenda, poi me lo invia per email

Hotspot cellulare-ipad. Collegamento al sito, si entra con lo spid. Password dello spid, al terzo tentativo va bene, genero il codice otp con la app, entro e non riesco a prendere il modulo. Doppio panico. Dall’altra parte: “Non si preoccupi, glielo facciamo noi”. Carta di identità, codice fiscale, stampa, firmi qui, impronte digitali. Poi, con un certo rammarico, mi viene detto che i tempi sono un po’ lunghi, ci vorrà qualche settimana.

Che fossi capitata in un posto di marziani me ne dovevo accorgere subito. Quando sono entrata, nessuno ha urlato perché ho imboccato il corridoio sbagliato, mi è stato detto con la massima cordialità di accomodarmi in sala d’attesa che mi avrebbero chiamata. Rispetto all’orario concordato mi chiamano anche prima.

Risultato: il mio passaporto è pronto già da una decina di giorni, solo che io non sono riuscita a incastrare gli impegni di lavoro con il viaggio a Gaeta. Che farò molto volentieri.

Rimane il fatto che la cosa più difficile è stata reperire il bollettino per pagare i 42 euro e cinquanta. Che va pagato alle Poste. Non è valido alcun altro mezzo di pagamento. Che in epoca post covid stona un po’.