Buona Pasqua a tutti voi, e a me che avevo un sogno nel cassetto: dopo 50 anni la sorpresa

Buona Pasqua a tutti voi, e a me che avevo un sogno nel cassetto: dopo 50 anni la sorpresa

9 Aprile 2023 6 Di Emilio Andreoli

Quello che sto per scrivere non è una autocelebrazione, ma una soddisfazione che voglio condividere con voi, con la mia famiglia e con mio padre, che non c’è più, sperando possa vedermi da lassù.  Dentro l’uovo di Pasqua mi è arrivata una sorpresa che attendevo da cinquant’anni. Un sogno di quel timido ragazzo, un po’ introverso, che a scuola non brillava e lottava per la sufficienza. Un sogno mai dimenticato, chiuso a chiave in un cassetto. Quel timido ragazzo, dopo un tempo infinito, lo ha riaperto e mi ha detto: “Ora tocca a te”. Non potevo deluderlo. Ce l’ho messa tutta e quel sogno si è materializzato: dal 20 marzo 2023 sono ufficialmente iscritto  all’Ordine dei Giornalisti, con tanto di tesserino.

A gennaio scorso sono andato a Roma, con moglie e figli al seguito, per presentare ufficialmente la domanda d’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti. Premetto che l’iscrizione non è scontata: una commissione decide l’idoneità, dopo la valutazione del lavoro svolto nel biennio precedente.  Alla prima presentazione mancavano un paio di documenti. I termini stavano per scadere, ma vedendo il mio scoramento, mi hanno concesso una proroga di una decina di giorni. Così sono tornato e ho consegnato tutto ciò che mi avevano richiesto. “I primi di aprile controlli sul sito. Se ci sarà il suo nome potrà ritirare il tesserino”.

Sono ansioso di natura, quindi immaginate le sensazioni che si sono susseguite, soprattutto la notte, quando sei solo con te stesso.

  • “Di notte,quando sono a letto, nel buio della mia camera sento due occhi che mi fissano, mi scrutano, mi interrogano. Sono gli occhi della mia coscienza”
    Principe Antonio de Curtis (Totò)

La passione per il giornalismo

Non amo scrivere di me, amo raccontare la mia città e i suoi personaggi, anche se nelle storie che scrivo c’è sempre una piccola parte del mio vissuto. Voglio raccontarvi però, come è nata questa mia passione per il giornalismo.

Nei primi anni settanta mio papà e mia mamma, immancabilmente, la domenica sera andavano al cinema, all’ultimo spettacolo, e io potevo godermi in santa pace la Domenica Sportiva. Cosa che non avrei potuto fare se mio padre fosse rimasto a casa, perché non amava il calcio e lo sport in genere, tranne il ciclismo. Proprio in quella trasmissione sportiva che scoccò la scintilla. Ero rimasto affascinato dal modo di raccontare di un giornalista sportivo, si chiamava Beppe Viola. Giornalista, ma anche autore, sceneggiatore e scrittore. Morì molto giovane.

Dopo le scuole medie avrei voluto iscrivermi al liceo, ma i miei professori, capitanati da quella di italiano, consigliarono una scuola tecnica o professionale, e mio padre decise per l’Istituto Tecnico Industriale. Il primo anno venni bocciato, per fortuna, perché poi incontrai una prof di italiano molto speciale. Portava i quotidiani in classe e spiegava come leggere gli articoli in maniera critica. La prof si chiamava Piraino. Dopo il biennio, un altro prof di italiano, Gianfranco Moschin, mi indusse a leggere molto e per me è stato determinante. Il resto, nelle materie tecniche, meglio lasciar perdere.

In quegli anni iniziai a scrivere i miei pensieri su un diario. Rileggerli adesso mi fanno tenerezza. Oltre Beppe Viola, mi affascinavano, anche altri giornalisti, come Enzo Stinchelli, Romano Battaglia e Gianni Minà, lui è stato il mio più grande ispiratore. Adoravo il suo modo di raccontare. Nessuno come lui riusciva a entrare nei personaggi che intervistava. Negli anni ottanta si inventò un programma, Blitz, trasmesso su Rai2. Non persi neanche una puntata.

Dopo la maturità, mi scrissi alla facoltà di Scienze Politiche. Però cedetti alle lusinghe di mio padre che mi voleva in azienda, anche se avrebbe voluto che proseguissi gli studi. Alla fine lasciai l’università per dedicarmi solo al lavoro. Quel sogno di diventare giornalista lo infilai nel cassetto e lo chiusi a chiave.

Vent’anni fa il mio primo romanzo

Dopo la morte improvvisa di mio padre, nel 2001, avvertii la necessità di riavvicinarmi alla scrittura. Era il modo per sentirlo ancora vicino. Così iniziai a scrivere, e a dicembre del 2003 pubblicai il mio primo romanzo, dedicato proprio a lui. Da allora sono passati vent’anni e ho continuato a scrivere e a pubblicare diversi libri. Ma quel sogno di fare il giornalista è riemerso più volte. Poi un giorno del 2018, mentre navigavo nel web, mi è apparso un annuncio: un corso di “Redattore per Prodotti Editoriali”, sostenuto della Regione Lazio.

Mi stavo avviavo verso i sessant’anni. Il mio dilemma: partecipare o meno al bando, “ma all’età mia ‘ndo vado?” Pensai. Alla fine, con un po’ di imbarazzo, mi sono presentato ai test per partecipare al corso. Sarebbero passate solo trenta persone su sessanta partecipanti. Dopo qualche giorno sono stato convocato dall’ente di formazione, Accademia Life, dove mi hanno comunicato il risultato dei test: mi ero classificato secondo. Così, dopo quarant’anni sono tornato sui banchi di scuola. Inutile dire che ero il più anziano, anche degli stessi professori.

13 gennaio 2020, certificato di qualificazione professionale della Regione Lazio

Ho passato un anno indimenticabile con i miei compagni di corso, tutti giovanissimi. Al banco con me Lucrezia e Catalina, appena ventenni. Con loro ho vissuto una seconda giovinezza. Tra i docenti Lidano Grassucci, che già conoscevo da quarant’anni. Devo a lui questo mio cammino verso il giornalismo. Dopo la fine del corso mi ha chiamato, per scrivere nella rivista online Fatto a Latina che stava per nascere. Ho iniziato così a raccontare ogni domenica le storie della mia città. Avrò scritto quasi duecento articoli, che mi hanno permesso di avere le carte in regola per fare domanda di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti.

Quando ho letto il mio nome nell’albo degli iscritti, qualche giorno fa, mi sono emozionato. Martedì ho preso il treno e sono andato a Roma per ritirare il tesserino. Certo non sono giornalista professionista, ma l’intenzione è quella di diventarlo. Intanto mi godo questo momento. Tra l’altro, una tv nazionale si è interessata a uno dei miei racconti e presto ci sarà una sorpresa. Almeno si parlerà di Latina non per un fatto di cronaca. Ho altri sogni da realizzare, ma per scaramanzia non li svelo… ci sto lavorando. D’altronde il mio motto è: “Si invecchia quando si smette di sognare” e io non ho nessuna intenzione di invecchiare.

Il mio tesserino dell’Ordine dei Giornalisti

Ai giovani vorrei dire di non lasciare nel cassetto i propri sogni, credeteci fortemente che alla fine si avverano. Voglio ringraziare voi, cari lettori, che mi avete dato la possibilità di raggiungere questo ambizioso traguardo. Ringrazio inoltre il mio direttore Lidano Grassucci che mi lascia scrivere ciò che voglio, la capo redattrice Nadia Virgini, determinante nel disbrigo delle formalità per il tesserino e Rinaldo Ceccano, proprietario della testata giornalistica, che sin dall’inizio mi ha dato fiducia.

Auguro a tutti una serena Pasqua