Le liste di Coletta, si riparte da quel caffè amaro del 28 settembre

Le liste di Coletta, si riparte da quel caffè amaro del 28 settembre

17 Aprile 2023 0 Di Maria Corsetti

Si è tenuta oggi pomeriggio la conferenza stampa delle liste a sostegno di Damiano Coletta Sindaco.

Un derby, tanto per rimanere sintonizzati sul gergo calcistico: fuoco e fiamme ridotte a due tifoserie che, almeno in questo momento della storia, sono compatte. Magari solo per finta, se è così riescono a fingere bene.

Contro la capitana candidata sindaca, Coletta schiera la sua formazione, tutta capolistata al femminile.

L’esordio è dei migliori: non si fa campagna elettorale denigrando l’avversario. Ma un paio di critiche ci escono per culminare quando un giornalista fornisce l’assist su quel 28 settembre nero quando qualcuno chiese cinque minuti per fare una pausa caffè e poi quel caffè se lo prese dal notaio.

Daniela Fiore e Maria Grazia Ciolfi

La scelta è per un rigoroso ordine alfabetico, quindi a prendere per prima la parola è Maria Grazia Ciolfi per il Movimento 5 Stelle. A lei il compito di ricucire la parabola cittadina di un movimento che non ha colto a volo i venti del 2016 per presentarsi nel 2021 con Gianluca Bono, candidato sindaco e consigliere comunale per una stagione brevissima. Come sempre garbato e coerente, Bono era presente in sala.

L’alfabeto fa intervenire per seconda Daniela Fiore. Poteva essere il candidato sindaco e oggi invece di parlare del derby tra medici la tentazione di commentare gli outfit sarebbe incontenibile. Ora è capolista e racconta del suo partito, il PD che “Si presenta con una lista completamente rinnovata e dove è stata chiusa una storia per aprirne un’altra giovane, ma già matura”.

Melia Mangano e Loretta Isotton

Capolista di Latina Bene Comune è Loretta Isotton che parte con qualche frase di circostanza, ma poi mette a segno un “..il resto si affronta”, come a dire che la consapevolezza di non combattere una battaglia facilissima c’è tutta, ma è bene guardare avanti. Con un progetto su tutti, il Grande Parco Urbano delle Acque Medie.

A guidare la lista di Per Latina 2032 è Melia Mangano che esordisce riassumendo brevemente una storia iniziata nel 2021, che poteva finire molto presto, ma che invece ha trovato nella struttura associativa la volontà di tornare a impegnarsi per riprogettare Latina in vista del centenario. Tra i candidati presenti in sala oltre che in lista Nazzareno Ranaldi, uno che ci ha sempre creduto, alla politica e all’impegno per la città. Non si è mai tirato indietro, non lo fa neanche questa volta.

Finiti gli interventi delle capolista è la volta di Damiano Coletta che, dopo essersi dichiarato capitano orgoglioso della squadra, annuncia che non sarà denigratorio nei confronti degli avversari. Anche se si chiede cosa voglia significare lo slogan “Riprendiamoci la città, forse che la città è una cosa privata?”. Ma questa è normale dialettica. Così come sono una realtà che Latina abbia subito tre commissariamenti. Quanto al suo passato da sindaco parte ricordando i tempi del Covid, del lockdown, delle dirette Facebook quotidiane, di quello stare in Comune dentro un mondo stralunato.

Per chi il Covid lo ha passato senza conseguenze tragiche, ricordare il lockdown è un po’ come i mondiali del 1982, che come li metti li metti fanno audience. Sulla condivisione dei valori nelle liste a suo supporto dice che “noi non abbiamo fatto una fusione a freddo” (e qui tutti a cercare nella memoria qualche reminescenza di fisica, comunque per brevità la fusione fredda a oggi almeno non è possibile). Il desiderio è quello di riprendere un filo interrotto il 28 settembre. Insiste sulla toponomastica che ha un senso, quindi va a toccare uno dei noti tormentoni e cioè le strade della città che sono da ristrutturare, basta rattoppi. Tanta Europa, cogliere le occasioni del PNRR, mettersi a disposizione dei cittadini.

Le critiche a se stesso? La prima riguarda la campagna elettorale, se tutti quelli che lo hanno votato avessero espresso anche preferenze nelle liste si sarebbe scritta un’altra storia. E ancora, sarebbe stato il caso di dimettersi prima, quando “l’opposizione stava boicottando le commissioni”.

Infine la storia il caffè amaro del 28 settembre. Ma davvero qualcuno ci aveva creduto che si trattasse di una pausa caffè?