Consigli, non richiesti, per la novità di governare: Alberto Burri e le pere

Consigli, non richiesti, per la novità di governare: Alberto Burri e le pere

7 Giugno 2023 0 Di Lidano Grassucci

la pianura continua a inaridire
diventa tanti sacchi di iuta
dopo che il verde è stato scalcinato.
intanto il cielo ormai sopravvisuto,
è un telone di plastica disteso
le cui nuvole sono bruciature
dall’ossidrica fiamma disegnate,
giallognole, coi bordi rivoltati,
lungo i tredici mesi dell’estate.    

Guido Oldani, 2021 dedicata a Alberto Burri

 

 

Ogni volta che si insedia un governo nuovo il dato dell’inesperienza sottolineato dagli “esperti” è un luogo comune. Come dire che l’acqua è bagnata. Ergo non entrerò in questo ambito. I cittadini hanno dato mandato, ampio, a Matilde Celentano di governare ora lei lo deve fare. Come? Sono problemi che non vorrei avere, ma suoi e solo suoi. Ora ogni sera dovrà andare a dormire e se ciascuno di noi soffre per i problemi unici di se stesso, immaginate chi ne ha sulle spalle 120.000. La responsabilità è il contrappeso del potere, se puoi fare poi devi rispondere. Quindi chi parla sempre straparla, ma scrivendo di novità dal 1987 della politica di Latina, i sindaci di cui ho scritto manco riesco a contarli (io sempre qua), qualche cosa mi permetto di dirla. Siamo tutti nuovi in attesa di diventare vecchi, quindi questo non è un tratto su cui punterei. Mi guarderei invece intorno per vedere cosa c’è di meglio da me e non mi vergognerei di copiare, dicendolo.

Un mio amico si diplomò al liceo artistico, era di Bassiano. Da diplomato, e quindi col titolo si sentiva, se non Raffaello almeno Cimabue, e cominciò a dipingere nature morte, pere, mele, paesaggi. Con attenzione a ombre e prospettiva, giocando e interpretando la luce. Si sentiva fiero di questo suo ingresso nell’arte e a far pere era un campione. Poi con gli amici decisero di guardare il mondo. Andarono a Milano, in una galleria esponeva Alberto Burri.

Sapete noi lepini siamo curiosi per indole, pigri di natura, ma non stupidi: perché tutti capiscono ma come capiscimo nu. Avrete capito che siamo presuntuosi. Comunque gli amici artisti decisero di vedere la mostra: plastiche bruciate, sacchi tagliati, cretti che parevano i nostri campi quando per un poco non piove. Girarono muti, rigirarono ancor più muti. Cercavano di capire…

Alla fine qualcuno doveva trarre le conclusioni e il più “futurista” commentò “E nu stamo ancora a fa le pere”. Tornarono a casa e buttarono pennelli, colori e cavalletti avevano capito di essere vecchi seppur giovani, che il mondo correva e le pere stavano bene al supermercato anche se io ho sempre preferito il succo di albicocche

Questa è una storia tra Burri e le pere.