Arturo e Sergio Russo, il Bar AS (in memoria di Arturo)

Arturo e Sergio Russo, il Bar AS (in memoria di Arturo)

11 Giugno 2023 6 Di Emilio Andreoli

Non ho mai nascosto l’amore per i bar. In questi anni ne ho raccontati diversi, dal primo in assoluto, quando la città fu fondata con il nome di Littoria, fino a ripercorrere le storie di quelli nati negli anni sessanta e settanta. Il primo fu il bar Poeta che considero il padre di tutti i bar di Latina. Infatti, la maggior parte dei baristi che iniziarono il mestiere al Poeta poi aprirono un’attività in proprio. Senza dubbio, Alessandro Poeta e Rizziero Santi furono dei bravi maestri. Un altro bar che trae le proprie origini dal primo bar della città è il bar AS dei fratelli Arturo e Sergio Russo. Sono venuto a saperlo solo poco tempo fa. Ma ora mettetevi comodi: vi racconterò quest’altra bella storia, in memoria di Arturo.

Adoro frequentare i bar, questo è risaputo, li considero luoghi di socializzazione per eccellenza. Avete pensato a quante persone nella vita avete conosciuto, o solo adocchiato, in un bar, mentre attendevate la vostra consumazione? Nei bar nascono amicizie e amori, ma anche idee e discussioni politiche. In alcuni si gioca a carte e in altri si discute tutto il giorno di calcio. Ogni bar ha un suo pubblico e se vuoi farti un’idea della città devi girarli un po’ tutti.

Pensate al barista che ogni giorno incontra centinaia di persone e di tutti o quasi, conosce le abitudini e gli umori. A chi il Caffè macchiato al vetro con un po’ di schiuma, all’altro il latte macchiato senza lattosio con il caffè decaffeinato etc etc. Lui ricorda tutto e se poi è affabile ed è un abile conversatore, ma sa anche rimanere in silenzio all’occorrenza, quel bar avrà una marcia in più. La storia che sto per raccontarvi è quella di un bar di successo: il Bar AS. L’aprirono, oltre cinquant’anni fa, i fratelli Arturo e Sergio Russo.

La palazzina di Santino Palumbo in costruzione, dove nascerà il Bar AS dei fratelli Arturo e Sergio Russo

Quando mi trovo dalle parti di via Isonzo mi resta naturale fermarmi al Bar AS, per un pacchetto di sigarette o un caffè e tentare la fortuna al superenalotto. I proprietari sono stati miei clienti. Poi è un bel bar grande, come se ne trovano pochi a Latina, ed è un piacere entrarvi. Qualche tempo fa ero passato e avevo fatto qualche domanda ad Arturo e al figlio Giuseppe. Gli avevo manifestato l’intenzione di scrivere la storia del bar e loro si erano mostrati molto disponibili. Poi gli impegni con altre storie e i tempi sono slittati. Il 20 maggio, purtroppo, la triste notizia, Arturo è venuto a mancare improvvisamente e ho sentito il dovere di rendergli omaggio.

La storia di Arturo e Sergio Russo del loro bar AS

Sergio e Arturo Russo nascono a Cisterna di Latina, rispettivamente il 23 febbraio del 1944 e 17 febbraio del 1946. Il padre, Giuseppe, è di origine pugliese, la madre, Igina è cisternese. Giuseppe ha un’impresa edile e costruisce strade. Durante la bonifica integrale arriva ad avere milleseicento dipendenti. Poco prima della fine della guerra, nel 1944, viene fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania. La sua prigionia durerà un anno. Quella brutta esperienza lo segnerà sia fisicamente che economicamente.

Strada Litoranea Borgo Sabotino-Fogliano in realizzazione dall’impresa di Giuseppe Russo

Al suo rientro troverà la sua impresa distrutta e non avrà la forza di rialzarsi, soprattutto perché sono arrivate nuove ditte concorrenti che non gli lasciano spazio. Dopo la nascita di Arturo arriverà l’ultima figlia, Donatella. Con i figli ancora adolescenti decide di trasferire la famiglia a Latina. Vuole che i suoi ragazzi abbiano più opportunità lavorative, visto che non ha potuto dare loro la possibilità di studiare. Arturo a dodici anni trova lavoro al Bar Poeta. Porta le colazioni in giro per la città, ma presto il gestore del bar, Rizziero Santi, lo mette alla prova dietro il bancone perché ha capito che quel ragazzino è in gamba.

Strada Litoranea Borgo Sabotino-Fogliano mentre viene asfaltata dall’impresa di Giuseppe Russo

Accanto a lui Bortolo Pellegrini, molto più grande di lui, sarà il suo maestro insieme a Rizziero. Bortolo poi aprirà il bar Friuli, ma Arturo è già formato per stare da solo dietro al bancone di un bar. Nel 1968 è costretto a lasciare per la leva obbligatoria. Ventiquattro mesi nella Marina Militare. Intanto il fratello Sergio si dedica alle serigrafie e viene assunto alla Upal, azienda che si occupa di cartellonistica stradale e decorazioni su auto e furgoni.

Arturo, Sergio e Donatella a Cisterna, sulle macerie della loro casa distrutta dalla guerra

Finito il militare Arturo cerca subito un’altra occupazione, non può permettersi di stare fermo. Gli giunge voce che al Circolo Cittadino stanno cercando un nuovo gestore, perché il precedente, Peppino Tosarello, ha appena lasciato. Dopo il colloquio con il Presidente del Circolo, l’ingegner Di Muro, gli viene affidata la gestione. Saranno due anni molto impegnativi, quasi ventiquattro ore al giorno. Si fa aiutare dal fratello Sergio, quando stacca dal lavoro. il Circolo è molto frequentato soprattutto la sera, dopo che le persone hanno finito di lavorare e si fanno la partita a carte.

Generalmente giocano fino a mezzanotte, ma in alcuni tavoli si fanno anche le ore piccole. Alla fine del secondo anno Arturo è stanco, troppo massacrante quel lavoro. Ma ecco la svolta, Santino Palumbo che sta costruendo delle palazzine su via Isonzo, propone ai due fratelli un negozio in affitto. Li conosce bene e sa che sono persone perbene e grandi lavoratori. Arturo e Sergio inizialmente sono titubanti, perché la palazzina è in periferia e intorno c’è solo campagna. La loro intenzione è quella di aprire un bar, ma le premesse non incoraggiano. Allora Santino gli fa vedere il progetto e gli promette che la zona si farà.

Anni ’60: Arturo Russo al Bar Poeta mentre serve un cono gelato a una cliente

Si convincono e accettano: sarà la loro fortuna. È il 1972, quando Arturo e Sergio inaugurano il bar AS. All’inizio, come previsto, l’afflusso di persone non è esaltante. Sono sostenuti però da molti amici, ma anche da tante persone conosciute al Circolo Cittadino. Arturo ha venticinque anni e Sergio ventisette, entrambi si sono già sposati. Arturo con Maria Grazia: I due avranno tre figli: Stefania, Alessandro e Giuseppe. Sergio con Dina e nasceranno Giovanni, Claudia e Riccardo.

Il mix tra Arturo e Sergio è perfetto. Arturo è molto bravo con il pubblico, dietro il bancone è affabile, si muove con disinvoltura e maestria. Sa scegliere i prodotti giusti e di qualità. Per il caffè si affida a un imprenditore locale, Mario Luberti. Sergio, invece, ama tutto ciò che è tecnologico. Nel 1973 nel bar viene introdotto il gioco del Totocalcio e nel 1974, Sergio inizia a fare i sistemi. Sarà tutta un’altra storia perché il bar, dopo le prime vincite, diverrà un porto di mare. Arturo con la sua bravura serve le consumazioni e Sergio bada alle scommesse.

Anni ’60: Arturo Russo con un suo collega dietro il bancone del Bar Poeta

La voce si sparge presto e gli avventori arriveranno addirittura da Terracina, Sabaudia, San Felice Circeo, ma anche da tutti i monti Lepini. Intanto i ragazzi del quartiere iniziano a prendere il bar come punto di incontro e lo sarà anche per le generazioni a venire.

Anni ’60: Arturo Russo con un collega dietro il bancone del Bar Poeta

L’incontro con Sergio Russo, il sistemista

Sergio lo incontro nella tabaccheria che ha rilevato qualche tempo fa in via Parini. Ha quasi ottanta anni, ma usa il suo smartphone come un ragazzo. Mi manda subito qualche foto storica e poi iniziamo la chiacchierata.

Cosa ricordi dei tempi del Circolo Cittadino?

“Ricordo i sacrifici di mio fratello, non si fermava mai. Io lo aiutavo per quanto mi era possibile. Quando però Arturo decise di lasciare il circolo, e Santino Palumbo ci propose di prendere in affitto un suo locale per aprire il bar, mi licenziai dalla UPAL. Il nostro percorso insieme iniziò a tutti gli effetti con il bar AS, che sono le nostre iniziali”

Il vostro è stato e continua a essere un bar fortunato, come lo spieghi?

“I sistemi che iniziai a fare negli anni settanta portarono buoni risultati. I primi “tredici” al Totocalcio ci diedero subito molta notorietà. Il sabato non sapevamo a chi dare il resto. Arturo tra aperitivi e consumazioni varie non si fermava mai. Mentre io andavo appresso alle schedine. Quindi fortunati per il lavoro e fortunati i clienti che vincevano. Poi iniziarono gli altri giochi e il Superenalotto. Nel 2009 ne centrammo uno da tre milioni di euro. Era un sistema da cento quote. I vincitori si misero in tasca trentatremila euro ciascuno. L’ultima vincita ad agosto del 2022 con un gratta e vinci. Il fortunato ha portato a casa duemilioni di euro”

Tua mamma era di Cisterna però la sua famiglia ha vissuto alle Ferriere, giusto?

“Sì, mia nonna materna abitava nel caseggiato accanto alla famiglia Goretti ed ebbe modo di conoscere Marietta, così chiamavano in famiglia Maria. Poi dopo l’omicidio fu proclamata Santa”

Sono stato al funerale di Arturo, commovente la grande partecipazione della gente

 “Arturo era benvoluto da tutti, aveva un carattere espansivo, sempre disponibile. Lo hanno dimostrato tutte le persone che hanno affollato dentro e fuori la chiesa, per l’ultimo saluto”

Chi segue ora il bar?

“Il bar lo segue il figlio di Arturo, Giuseppe, con la collaborazione della sorella Stefania, mentre il tabacchi, mio figlio Giovanni. Per i giochi, alcuni li ha in gestione Giuseppe e altri Giovanni”

Il bar AS continuerà, con le nuove generazioni e questa è una bella notizia. A me rimane il rammarico di non aver potuto intervistare Arturo. L’ultima volta che ci siamo visti, avevo osservato l’eleganza dei suoi movimenti dietro il bancone, mentre preparava il mio solito decaffeinato… stavo studiando il personaggio, ma sono arrivato tardi.