Treni Roma-Latina: una giornata di ordinaria follia

Treni Roma-Latina: una giornata di ordinaria follia

28 Settembre 2023 0 Di Davide FacilePenna

Avere un lavoro e garantito è, di questi tempi, una gran fortuna ma è, anche, vero che qualcuno se le debba sudare, un bel po’, quelle garanzie lavorative. E’ il caso del lavoratore-pendolare, figura, di per sé, oggetto di un misto di compassione e ammirazione pubblica.
Se poi il “pendolare” è quello che viaggia, giornalmente, sulla tratta Latina- Roma sfociamo nella leggenda.
Per resistere a quello che vive il pontin-pendolare, quasi ogni giorno, ci vogliono attribuzioni da super-uomo nietzschiano.
Una roba che gli si potrebbe dare la cintura nera-terzo Dan di stoicismo. Gli ultimi sei o sette mesi, poi, sono stati un calvario di guasti e scioperi (molti più guasti che scioperi in vero) da far pensare che ci sia un accordo segreto tra la fu FFSS e la Società Italiana di Psichiatria per far aumentare le prescrizioni di Prozac.
Mercoledì 27 settembre rimarrà, però, nella storia del pendolarismo perché quello che è successo ha superato per disagi e sofferenza pure quello che avvenne “quella volta del cavallo”. Alcuni anni fa un convoglio regionale investì, dalle parti di Campoleone, un quadrupede che attraversava i binari e chi si trovava sul treno attese ore sotto il sole e senza aria condizionata, prima di riprendere la marcia.
La mattina di mercoledì 27 è iniziata con tutti i treni in arrivo da Napoli in ritardo o cancellati, a causa del terremoto ai Campi Flegrei. Almeno questa volta il motivo è stato chiaro.
Il fatto non ha particolarmente alterato la serenità dei pendolari, perché il ritardo in partenza è considerato parte del pacchetto dell’abbonamento. Pazienza. Si recupereranno le ore di lavoro in uscita. Credo, ormai, ci siano specifici moduli di permesso in tutti gli uffici romani (ritardo treno in arrivo da Latina per guasto sulla linea o accertamenti della polizia giudiziaria).
Tra l’altro, Trenitalia, alle ore 11.38, ha dichiarato ristabilita la funzionalità della tratta. E’ fatta allora, perché il pegno alla sorte è già pagato, si pensa in questi casi.
Invece il Dio malvagio dei trasporti ha deciso che bisognasse bissare ed ha deciso, nel pomeriggio, di stoppare a Pomezia uno dei nuovissimi treni Rock. Treno fermo per guasto sulla linea elettrica.
Il pendolare, di ritorno dal lavoro, sa che inizierà una folle trafila dai tempi ed esiti incerti. Treni cancellati. Ritardi mostruosi. Carrozze assaltate e resse infernali.
Soprattutto dovrà decidere se rischiare di rimanere in Stazione fino a sera sperando si sblocchi la situazione o prendere i miracolosi bus sostituivi. Non esiste una strategia buona per tutti i casi. La scelta è un misto di intuito (poco) e fortuna (molta), anche se la regola base è “prendi il primo mezzo utile in partenza”.
Così hanno fatto gli ”invicti”, me compreso, che alle ore 19.00 hanno optato per l’autobus sostitutivo in partenza da Piazzale dei Cinquecento e sono stati catapultati in un’esperienza sensoriale fuori dal comune.
L’autista ha esordito subito dicendo “io faccio sempre Sora-Avezzano. Conosco quella bene”. Perfetto pensiamo, un bel giro a Pescasseroli a magiare arrosticini e poi, da Frosinone, si torna a casa per le cinque del mattino. Cerchiamo di dare consigli ma l’autista, a ragione, segue la sua strada, solo che ci metteremo un tempo biblico tra uscire dal centro di Roma e poi centrare tutte le fermate ferroviarie (Pomezia-Campoleone-Cisterna- Latina).
Più di qualcuno inizia a sospettare che ci si possa incartare ed il primo tempo stimato di arrivo (ore 20.30) diventa subito una chimera “Amore, non aspettarmi per cena”.
Qualcun’altro fa circolare una voce maligna “Stanno partendo tutti i treni da Roma. Offrono pure lo Spritz a bordo per il disagio”. Altri, non meno sadici, cominciano a raccogliere le adesioni per prenotare la pizza da prendere a Pomezia.
Il momento topico, però, lo raggiungiamo a Campoleone. Prima ci infiliamo in una strada (fottuto Tom-Tom) buia e senza uscita così che l’autobus deve fare una lunghissima marcia indietro per tornare sulla strada maestra.
Fortuna che lo zelante Roberto del Borgo (l’assessore) scende in pista a fare da regolatore del traffico (medaglia al valore!).
L’autista, senza che in verità nessuno gliene faccia una colpa, urla, con accento misto ciociaro-campano “sbagliando s’impara. Io dentro stà zona so’ come un pesce fuor d’acqua” “L’avevamo capito. Basta che ce porti a casa per il secondo tempo delle partite”.
Uno vicino a me, non ci spera più e si collega col cellulare a Sky giusto in tempo per il gol dell’Inter.
Poi, giunti al minuscolo piazzale della stazione ferroviaria, ci incaglieremo con gli altri sei autobus in arrivo da Roma e le macchine parcheggiate lì di fronte.
Ci vorranno più di venti minuti e pure l’ausilio della polizia municipale per sbloccare la situazione. Incredibilmente nessuno litiga e nessuno “scapoccia”.
La resistenza del pendolare è, psicologicamente, inspiegabile. Arriviamo a Latina alle 21.45 dopo quasi tre ore di passione e follia. Ci sarà comunque andata meglio di tutti quelli che sono rimasti a Termini, perché fino a tarda sera solo due treni (stracolmi) saranno arrivati a Latina. La regola del primo mezzo utile non sbaglia mai.