Capitale della cultura 2026/ Lezioni coresi: ma sa cultura fosse ca fosse sa mattità?
8 Ottobre 2023Domani, a Latina, presentano il dossier sulla candidatura della città come capitale delle cultura per il 2026. Bene, se andrà bene, sarà utile se andrà male. Non sono certo io a tifare contro: sono della Juventus tifo per me non contro gli altri.
Bene, sarà bellissimo, parleranno di muri e di scale, di palazzi a lettera dell’alfabeto e… sarebbe bello che dicessero, invece, che qui abbiamo scoperto il bacio, ciascuno il suo.
Quando accadono eventi che richiamano la cultura mi domando sempre cosa sia questa cultura. Come si fa a vantarsene?
Ma le cose capitano sempre a caso, mentre cerco il senso di un articolo, mi arriva un messaggio di Patrizia Carucci che mi invita ad un dibattito a Cori.
“Visto che hai parlato della “folle genialità” di noi corese abbiamo il piacere di invitarti…
Ma a che? Mi manda la locandina di un incontro, il tema è “Elogio della mattità. Prospettive coresi”.
Ho la risposta, la cultura è questo saper giocare con la vita, senza giudicare, ma guardando il mare dal mare, dalla costa e se puoi in volo.
Se dici ad uno che è matto, immaginate lo dicessi ai boriosi amministratori di Latina, sarebbero state querele, letture strambe di complotti internazionali, accuse di essersi venduto al criticante, o il ricordo di quella volta che si offese.
A Cori gli ho detto che sono matti e per questo geni e loro non fanno la ruota, ne parlano e mi invitano a parlarci. Loro ascoltano ma non si curano, perchè sono così matti che hanno inventato l’aereo, hanno dato maternità al Papa dei tempi e delle cose nuove, hanno. E la mattità nè na malattia ma la fantasia.
Ho tanti amici coresi, manco uno banale, ma manco nessuno normale.
Sullo stemma del Comune, di cori, non c’è scritta qualche speranza, qualche cosa che sono stati, ma Senato e Popolo di Cori (SPQC), Cori caput mundi Roma secundi. I coresi non si accontentano di “coce” il prosciutto ma la cucinano al vino. In alto non c’è un castello, non c’è una chiesa ma il tempio a Ercole.
Neno Cecinelli dice sempre che la follia geniale dei coresi è figlia del tabacco messo a seccare sopra le loro capocce e respirato sotto quel tetto di piacere dato da dio agli uomini che è il tabacco
Dapprima Dio creò l’ uomo, poi la donna. Dopo l’uomo gli fece pena e gli diede il tabacco
Mark Twain
Questo non è dato sapere, saranno le osterie, il vino, le strofe a dispetto, l’ottava rima. Non lo so, ma certo ora ho ha risposta a cosa è la cultura e a chi ce l’ha e chi no. Certo noi a Sezze tenevamo i gesuiti che “allegri” non ce se po dice, ma qua c’era Ercole e più libertà.
La cultura è la follia di essere folli e i folli vedono cose che gli stolti manco immaginano, e i coresi non sono folli che è poco sono n’cozziti di mattità
Pe se montagne sperduti lontani 4 sezzisi e doa, tre normiciani
Cesare Chiominto
Questa è una capitale, la cultura? Fosse ca fosse sa mattità