Dedicato a Kfir Bibas

Dedicato a Kfir Bibas

29 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Hamas: “Kfir Bibas, 10 mesi, è morto con la madre”. Era il più piccolo degli ostaggi israeliani

La Repubblica

Non so cosa sia la guerra quando la vivi, non mi interessa trovare i torti o le ragioni, seguo quel che sento per educazione, per cultura. Tutto è possibile in questa vita di dolore, anche il dolore per cattiveria, anche la fine della speranza. Ma?

Una sola cosa ci rende umani, il rispetto per i bimbi quando sono indifesi, quando non possono essere offesi, che è la condizione di essere bambino.

Vengo da una comunità dove non c’è la parola “bimbo” dell’italiano, ma è sostituita dalla parola “mammoccio” che indica l’unica sovrana del bimbo, l’unica custode, l’unica che ne ha cura e ha il compito di crescere, la madre. Chi, chiunque, entri in questa magia, la strappi, è disumano, è fuori dal genere umano.

Un bimbo di 10 mesi, può solo piangere, urlare. Dipende per ogni cosa dagli altri, è incapace di offese, è incapace di ogni cosa è “creatura” appena creata. Non prega, non canta gli inni al Signore, non ricorda, non ama ma neanche lontanamente è incapace di odiare. Lo hanno rapito, che è come strappare un bocciolo di rosa in odio al suo fiorire, è come togliere il seme del grano per affamare il domani.

Ho sentito dotte spiegazioni sulla guerra nella terra di Israele, ho sentito cercare colpe, ma rispondetemi: come si può rapire e far morire un bimbo di 10 mesi?

Posso far male per errore, posso odiare un uomo fatto, una donna fatta, ma… un bimbo no. Al mio paese un sindaco comunista diede l’incarico ad un giovane medico “aiuta i mammocci”. Il sindaco era Alessandro Di Trapano, il medico Sandro Bartolomeo. Nessun altro ordine, solo un impegno sacro per la cosa più sacra.

Si chiamava Kfir Bibas era un bimbo, avrebbe giocato con ogni altro bimbo non badando alle cose a cui noi badiamo. E’ morto con la madre, “rapito” in una giornata di ottobre, di un ottobre dolce dove nessuno doveva morire. Nessuna ragione giustifica questo torto.

Ho freddo, qualcuno dice che nacque un bimbo, figlio di Israele, che portava cose nuove in un disegno che lo rapì alla madre, ma dopo 33 anni. Il tempo vale.

Chi lo ha rapito come dormirà d’ora in poi? Come si guarderà allo specchio e quale giusta causa giustifica questo ingiusto orrore?

A dimenticavo, Kfir Bibas era ebreo, era un bimbo, ma ai bimbi ebrei capita più spesso degli altri di andare per un camino e non è un caso. Mi vergogno in anticipo di chi dirà: “ma se la sono cercata”, chi dirà “però”, chi aggiungerà “ma anche”.