Perché Latina può diventare Capitale della Cultura 2026

Perché Latina può diventare Capitale della Cultura 2026

19 Dicembre 2023 0 Di Davide FacilePenna

 

Non è la prima volta che, su queste pagine, scrivo qualcosa che non è in linea con quanto pensa e dice Lidano Grassucci. Obtorto collo il Direttor Setino accetta il mio “deviazionsimo”, anche perché sennò si beccherebbe l’accusa peggiore per lui, ovvero quella di essere un fascio-comunista anti-libertario.
In questo caso il tema “devi-azionista” è quello della candidatura di Latina a Capitale della Cultura 2026, rispetto alla quale Don Lidano ha espresso ed esprime dubbi molto pesanti (se Latina andasse a meta, sarebbe comunque felice pur’isso).
Sulla candidatura a Capitale della Cultura 2026 gli “avversi” (che non sono nemici del
popolo e della nazione, ricordiamocelo) o almeno molti di essi, ne fanno un discorso di metodo e storia, con argomentazioni tutt’altro che false e che non ripeto io adesso.
Argomentazioni che portano a pensare che le possibilità reali di vittoria siano poco
concrete e che l’avventura potrebbe finire nel grande libro dei sogni di gloria falliti (Terme, Aeroporto Civile, Centro Intermodale, Metropolitana, Autostrada Latina Roma, Agenzia Europea del Farmaco).
Malgrado le condivisibili criticità, io sono invece convinto che Latina potrebbe diventare Capitale della Cultura 2026.
Per un motivo semplice.
Al di là di quello che si possa pensare, non è la storia pregressa o la tradizione di una città che determinano scelte di questo genere.
Così come non le determinano l’attenzione alla cultura che in una comunità si palesa o la presenza di baldi e valenti assessori che operano in merito. La scelta, come sempre, in questi casi è puramente politica. E’ il peso politico che a livello nazionale verrà prodotto che determinerà il vincitore del sostanziosi finanziamenti; tutto il resto, come diceva Gordon Gekko in Wall Street, è conversazione.
Ce lo dice chiaramente lo stesso provvedimento istitutivo del premio (Decreto-legge nr. 83 del 31/05/2014): “Su proposta del Ministro della cultura, il titolo è successivamente assegnato dal Consiglio dei Ministri con propria delibera”
Mi si dirà che c’è un bando e delle procedure da rispettare ed il comitato (Giuria) di sette esperti che “raccomanda” al Ministro della Cultura la migliore delle candidate.
Però alla fine sarà il Ministro della Cultura (Gennaro Sangiuliano) che proporrà la città neo-assegnataria al Consiglio dei Ministri (presieduto da Giorgia Meloni), in quale emanerà la delibera di approvazione.
Del resto basta scorrere i nomi delle vincitrici del passato per rendersi conto di quanto, oltre a storia e tradizione, sia il peso politico di chi si candida ad avere valore decisivo.
Tanto per cominciare, tranne il caso di Procida, fino ad ora hanno sempre vinto i Capoluoghi di Provincia. Tra le dieci finaliste 2026 solo quattro sono Capoluoghi di
Provincia (Latina-L’Aquila-Rimini-Treviso). Poi c’è l’aspetto prettamente partitico-politico. Dei quattro Sindaci uno è del PD (Rimini) che sta all’opposizione in Parlamento, uno è della Lega (Treviso) e due di Fratelli d’Italia (Latina e L’Aquila).
FDI oltre ad essere, al momento, il partito più votato d’Italia, è anche il partito che, per laprima volta nella sua storia, esprime il Presidente del Consiglio.

Gli eredi di Almirante avrebbero tutto il legittimo interesse a celebrare una “loro” città prima delle elezioni europee (la scelta si fa a marzo 2024, le elezioni a giugno 2024).
Secondo questo ragionamento, le possibili vincitrici sarebbero L’Aquila o Latina.
Rispetto all’altra papabile (L’Aquila) che pure è temibile (la “New Town” di Berlusconi rinata del terremoto), il nostro capoluogo può vantare il fatto che nel 2018 (quando ancora FDI appena superava la soglia minima per il proporzionale) ospitò proprio Giorgia Meloni come candidata per un seggio “sicuro” in Parlamento.
La stessa Giorgia Meloni che più volte ha detto di voler lanciare una sfida all’egemonia culturale della sinistra.
Quale migliore modo di tracciare un’alternativa alla Sinistra che piazzare come Capitale della Cultura il capoluogo della metafisica razionalista per antonomasia?
Per questo motivo i Fratelli d’Italia pontini si giocano molto in questa battaglia.
Non l’assessore Muzio che, in realtà, con Latina che è entrata tra le dieci finaliste, ha già vinto la sua di battaglia locale. Per lei, comunque vada, è già stato un “bonum facere”.
Chi si gioca molto di più sono la Sindaca Celentano, il senatore Calandrini ed il Consigliere Regionale Tiero, che tanto hanno puntato sulla storia della catena di comando favorevole per chiedere consensi ai latinensi (Comune, Regione e Governo tutti a Destra). Se non arrivassero a dama, inevitabilmente, sarebbe un fallimento politico loro. Inoltre tornerebbe a pesare il paragone con il convitato di pietra, il Senatore Fazzone, che invece vanta spesso risultati importanti per la sua Fondi.
Già Fazzone, chissà che starà facendo. Rema anche lui a favore di Latina Capitale della
Cultura 2026 o rema più a Sud?

PS In genere più che di critici manifesti mi preoccuperei della vera Quinta Colonna.