Pensieri di cuoio

Pensieri di cuoio

19 Dicembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Indossò il cappello, per il freddo di dicembre. Prese l’auto per la distanza dall’innocenza a qui. Acceso il motore cercò tra i suoi pensieri. L’auto era una bolla calda in questa “tundra” in miniatura, ma ugualmente bianca. Distese di gelo ed il sole a levante era arancione, il cielo azzurrava dal blu.

Si mise a cercare tra i suoi pensieri. Solo ieri aveva sentito un profumo.

Lei che non faceva caso agli odori, che non eccedeva nella ricerca dei sapori. Invece quel profumo intenso di pensieri di cuoio, di tabacco, di campi arati, di foglie che facevano letto.

Non era mica ingenua, ma fino a quel passo non ci aveva pensato affatto, ora era effetto pieno. Si percepì d’improvviso come aveva letto come era lei in quel viso. Voce piena che scendeva come una sciarpa a proteggere il corpo. Mica c’era nessuno con lei, ma percepiva una presenza così intensa.

Si carezzo le ginocchia e senti un calore che le sue mani erano fredde, che bislacca sensazione ma le mani non erano più sue, carezzata delicata da altre mani…il profumo intenso ritornava.

Nessuna parola parlava di cose, ma i ricordi ora erano diventate vere le cose. Fantasmi e draghi, folletti e angeli ma l’affollamento che veniva dal gelo non era quello che sentiva. Un pianoforte sfiorato da mani che facevano musica senza sfiorare la tastiera, senza pedali.

Di fermò sul ciglio della strada il cuore batteva facendo la misura del metronomo, gli girava la testa di se stessa.

Si diceva che era emozione, sangue in azione, che fa un giro per il corpo intero.  Non capita di sovente disse per mettere ragione ad una impudente sensazione.

Mise un bocca una gomma americana al sapore di limone forte per estrare da questo stato se stessa e la sua ragione. Ma mica è così, terminato il limone torno al medesimo pensiero.

Ecco cosa era, era stato vero e nell’altro aveva sentito l’io che era, senza domande, senza risposte, perchè era solo così, come se stessa.

Non sentiva freddo, ma si sentiva così vera.

Vorrei esser come l’acqua che si lascia andareChe scivola su tutto, che si fa assorbireChe supera ogni ostacolo finché non raggiunge il mareE lì si ferma a meditare
Per scegliere se esser ghiaccio o vaporeSe fermarsi o se ricominciare
Eugenio Finardi, La canzone dell’acqua
Quel rock che si faceva dolce e sarebbe arrivata primavera. Salì in auto, posizionò lo specchietto e si vide come era a levante il sole che ora era luce e divideva per mille i suoi raggi. Si sentì come era, unica ed eccezionale, fuori norma in quel profumo intenso di terra arata, pensieri di cuoio. Come amata con ardore da quel pensiero così lontano da averlo toccato con la mano.
Immagine di copertina: Edward Hopper